Le Terme di Caracalla
Le Terme di Caracalla o Antoniniane furono edificate dall’imperatore Caracalla sull’Aventino, tra il 212 e il 217 d.c. Polemio Silvio, nel V secolo, le citava come una delle sette meraviglie di Roma. L’alimentazione fu assicurata tramite un ramo speciale dell’Acqua Marcia, l’Aqua Antoniniana, appositamente costruita nel 212 e potenziata con l’aggiunta di una nuova sorgente. Le terme di Caracalla hanno i pavimenti a 23 m sul livello del mare; ma l’acqua poteva innalzarvisi fino a m. 39,65, il che significa un dislivello di circa 17 m, per riempire qualsiasi piscina, raggiungibile grazie alla pendenza apposita dell’acquedotto. Al riscaldamento dell’acqua provvedevano i focolari nei piani inferiori, che diffondevano aria calda nelle intercapedini sotto il pavimento sostenuto da corti pilastri di mattoni: gli ipocausti.
Vari lavori di restauro furono realizzati da Aureliano, Diocleziano e Teodorico. In seguito al taglio degli acquedotti ad opera di Vitige, re dei Goti, dal 537 le terme cessarono di funzionare e questo provocò il saccheggio di materiali pregiati per il riutilizzo edilizio, come nel XII secolo per la ricostruzione della chiesa di S. Maria in Trastevere.
A lungo vi operarono anche le calcare, che trasformavano in calce i marmi antichi, uno scempio. Soltanto dal XV sec. in poi, cioè dal primo Rinascimento, iniziò la trascrizione dei ritrovamenti di maggior pregio mentre nel sec. successivo le rovine furono studiate dai grandi architetti dell’epoca che spesso vi si ispirarono. Oltre ad alcune statue di Minerva, di Venere, di una vestale e di una baccante, alcuni tra i ritrovamenti più importanti furono tre gigantesche sculture, il “Supplizio di Dirce” (denominato “Toro Farnese“), “l’Ercole in riposo” (detto “Ercole Farnese“) e la grande “Flora” (anche questa detta “Farnese“).
I sotterranei sono un complesso poderoso, un grande capolavoro dell’ingegneria e dell’architettura romana, costituiti da una serie di ambienti nei quali pulsava la gigantesca distribuzione dei servizi e che costituivano una vera e propria rete stradale sotterranea: gli ampi corridoi permettevano addirittura il passaggio di carri trainati da muli, utilizzati per il carico e lo scarico delle merci.
Le terme erano completamente gratuite ed erano aperte a tutti. I Senatori vi si recavano accanto ai poveri. A Roma per giunta non si facevano distinzioni di razza, perchè il 75% della popolazione era straniera naturalizzata. La distinzione era tra chi aveva la cittadinanza e chi no. Gli schiavi, ad esempio, non l’avevano. I liberti la acquistavano con la cessazione della schiavitù. Per cui alle terme andavano tutti i Romani, di solito aprivano a mezzogiorno e chiudevano al tramonto. Andare alle terme non serviva solo per lavarsi, ma per farsi fare massaggi, trattamenti di bellezza, farsi ungere di unguenti o farsi profumare o truccare.
Ma alle terme c’era di tutto e vi si poteva passare l’intera giornata. Era come un centro benessere unito a un centro ricreativo, dove i servizi extra si pagavano ma le piscine, la palestra e l’ingresso erano liberi. Ad esempio si poteva pranzare, si poteva leggere, si poteva passare dal barbiere per barba e capelli, o farsi depilare totalmente il corpo, o andare dai massaggiatori. Si poteva fare ginnastica, correre, giocare alla palla, usare attrezzi ginnici, con palestre sia all’aperto che al chiuso. C’erano anche gli spettacoli, i mimi, i giocolieri, i danzatori o i suonatori, gratuiti come il resto, e c’erano anche sale che potevano essere usate per le feste. Vi si trovava di tutto, dal gioco d’azzardo (clandestino) alle bancarelle. C’era il fresco dei portici ombrosi e dell’acqua sempre corrente e fresca delle piscine per la stagione calda, e il riscaldamento in tutte le sale per la stagione fredda. In più c’erano stupendi giardini con piante esotiche. Insomma si poteva trascorrere l’intero pomeriggio curando il corpo e chiacchierando con i conoscenti, o stringendo amicizie, o spettegolando, o mettersi in mostra per trovare un innamorato/a o per ottenere voti per una carica pubblica. Insomma il divertimento era assicurato, in un ambiente fastoso, lussuoso e bello come pochi si potrebbero sognare oggi.
Per tutta la seconda metà del XX secolo la parte centrale delle terme è stata utilizzata per concerti e teatro per la stagione lirica dell’Opera di Roma. Nel 2000 sono state tolte le strutture per gli spettacoli.