di Christian Baiotto (Intrecci Edizioni). Una domanda tormenta l’autore: “Se uno vale 1, un idiota quanto vale?”.
Ispirato dal saggio: “Le leggi fondamentali della stupidità umana” del Prof. Carlo Maria Cipolla, Baiotto decide di studiare l’intelligente omeopatico, singolare manifestazione umana capace di danneggiare se stessa e gli altri che si presenta sotto varie sfaccettature. Abbiamo così il CLIENTE PREMIUM (colui che sposa un ideale e delega l’azione ad altri), l’UOMO SANDWICH (colui che delega l’azione a chi può fare il suo interesse), l’ORO SEDUTO (colui che delega pensiero e azione ad altri), il PESCE LASSO (colui che raccoglie desideri e gusti altrui e agisce liberamente), l’ARTO DOMINATO (colui che delega il pensiero ad altri e ne esegue gli ordini), lo STUFATO INSACCATO (colui che pensa liberamente e si mette al servizio di altri), l’AGONISTA METODISTA (colui che sposa una fede e agisce in base ai canoni prestabiliti), il COMPIACENTE RETRO-CEDENTE (colui che sposa un ideale e agisce liberamente), il RIONE CHIASSONE (raccoglitore di persone che pensano e agiscono in autonomia o almeno così pare).
L’opera, oltre a essere un’indagine scanzonata e arguta sulle varie tipologie di personaggi e situazioni, è anche un sotteso invito a osservare se stessi e l’intorno con quella inattesa sincerità che spesso solo un tono leggero favorisce. Il tutto nella speranza di scoprire che l’intelligente omeopatico non esiste.
Chi è Christian Baiotto?
Nasce il secolo scorso nella terra delle zebre scudettate. Accompagnato dai rovesci di Federer e dai goal di Del Piero, concilia tecnologia e medicina laureandosi in Ingegneria Biomedica.
In seguito, stanco della routine da ufficio, si auto-prescrive un master MBA e un impiego dinamico nelle vendite, ma raggiunge il vero cambio di vita grazie all’arte del dire “No” e pensare fuori dal coro, che da allora esercita con gusto ed educata determinazione. Si avvicina alla scrittura per sfogare l’indole alla lamentela, nel vano tentativo di smettere di tormentare chi gli sta a fianco. Vano, perché in realtà lo studente non si applica. “La ricerca della stupidità” rappresenta il suo primo sforzo letterario e forse anche l’ultimo, non tanto per motivi di stanchezza, quanto per la reazione che potrebbe suscitare nel lettore. Chi vivrà vedrà…
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