Via del Babuino collega Piazza del Popolo con Piazza di Spagna.
Prima di assumere il nome attuale un tratto era chiamato via dell’Orto di Napoli”, perché vi si era accampata una colonia di napoletani; un secondo tratto invece “via del Cavalletto”, perché qui si praticava uno dei supplizi effettuati dalle autorità pontificie, dove il condannato era posto a cavallo di un legno affilato con pesi alle gambe di entità proporzionata al reato commesso. Successivamente venne chiamata prima Via Clementina e poi Via Paolina in nome dei lavori di sistemazione effettuati prima da Clemente VII e poi da Paolo III.
Intorno al 1580 fu realizzata a spese di un privato, Alessandro Grandi, una fontana ad uso pubblico e la statua del Sileno venne posta al di sopra della vasca. I Sileni, geni delle sorgenti e delle fontane, erano raffigurati, nell’arte ellenistica, vecchi, obesi, pelosi, nudi oppure vestiti di pelle di capra. Infatti la statua, brutta e deforme, fu battezzata dai romani “er babuino” perché la giudicarono così repellente da paragonarla ad una scimmia. In effetti, la figura mitologica del “sileno” che giace sulla vasca termale di epoca romana rappresenta una divinità del bosco, dall’aspetto e lo spirito selvaggio, raffigurata nell’antica cultura greca con una folta barba, la testa calva, orecchie e coda equine. Il Sileno divenne così un simbolo per la strada, a cui diede il nome.
Una tesi interessante, ma non dimostrata, vuole che in realtà il termine “babbuino” non sia altro che una variante fonetica del diffuso termine popolare “babbione“. Questo, a sua volta, deriverebbe dal latino “bambalio, bambalionis” avente significato di “vecchio svanito e cialtrone”: la posa e l’espressione del Sileno, in effetti, potrebbero indurre un tale giudizio.
Per motivi di viabilità, nel 1887 la fontana fu scomposta: la statua del Babuino venne collocata nel cortile di palazzo Boncompagni Cerasi, la vasca di granito fu utilizzata in sostituzione di quella dell’abbeveratoio di via Flaminia, mentre la nicchia divenne una porta d’ingresso tuttora esistente al civico 49A. Le forti e ripetute proteste dei romani fecero sì che nel 1957 il Babuino fu restituito alla “sua” via, riadattato a fontana con la sua vasca originaria nella posizione odierna.
Il Babuino è anche una delle sei statue parlanti di Roma (gli altri sono: Pasquino, Madama Lucrezia, Marforio, il Facchino, l’Abate Luigi), sulle quali i Romani a partire dal XIV secolo affiggevano, e continuano ad affiggere ancora oggi, poesie e messaggi satiri ed irriverenti (le cosiddette “pasquinate”), per criticare in forma anonima i governanti e i personaggi pubblici più in vista.
La chiesa di S. Atanasio, accanto alla fontana del Babuino, fu costruita da Giacomo Della Porta, per soddisfare la volontà di papa Gregorio XIII, che voleva donare una chiesa alla comunità greca presente a Roma. Un’altra chiesa degna di essere menzionata è la chiesa evangelica inglese di All Saints un esempio di stile neogotico (gothic revival), caratterizzata dai mattoni in cotto rosso di Siena e dal bel campanile a cuspide in travertino. La chiesa ospita concerti di musica classica e opera durante tutta la stagione, permettendo di godere dell’acustica perfetta in tutte le sue variazioni.
Via del Babuino è gemellata dal 2002 con Madison Avenue a New York.
Via del Babuino è una delle vie più interessanti per lo shopping nella Capitale. Le vetrine dei negozi di lusso si intervallano con palazzi ed altri edifici di pregio architettonico e storico. A circa metà del percorso, si trova l’atelier del grande scultore Antonio Canova, da questi poi lasciato all’allievo prediletto Adamo Tadolini, dove oggi è possibile sorseggiare un ottimo the, consumare uno spuntino, o prendere un piacevole aperitivo tra le copie in gesso di grandi statue, testimonianza viva di due secoli di scultura italiana