Il Busto del Salvatore è stata l’ultima opera del Bernini, “il suo beniamino”, quella che l’Artista amò di più, e in cui infuse tutta la sua maestria, il suo genio, la sua devozione e, in ultima istanza, tutta l’esperienza della sua sublime arte.
L’Opera fu realizzata non a favore di qualche illustre mecenate, ma perché il Bernini, uomo di profondissima fede, dopo tanti ritratti fatti nella vita a grandi del mondo, a Papi e a Re, voleva ritrarre il Re dei re, nelle sembianze del “Più Bello dei Figli d’Uomo”, e onorarlo, dall’immagine partendo dall’immagine dell’Uomo de Dolori della Sindone.
Nel 2016 nella Basilica di San Sebastiano Fuori le Mura, nel corso di una tappa della sua precedente fortunata mostra fotografica dal titolo Fratello Sole – Sorella Luna (www.canticodifratesole.it), Daniela di Sarra nota che il busto del Salvatore del Bernini, presente nella Basilica, somiglia in modo impressionante al Cristo della Sindone.
La curiosità spinge l’Autrice a seguire un’indagine fotografica e con sorpresa realizza che i due volti, quello della statua e quello della Sindone, sono sovrapponibili: la spiegazione di tale evento ha motivato la ricerca durata due anni, che l’ha portata a capire il mistero e a restituirci il volto dell’Uomo della Sindone, ritratto dal genio del Bernini nella sua ultima opera, quella che scolpì per devozione e per la sua ‘buona morte’.
Giacché l’artista ‘restrinse in quest’opera tutta la sua arte’ (cit. Baldinucci), seppe dare alla statua un’incredibile molteplicità di espressioni oggetto della mostra fotografica, unitamente alla sovrapponibilità dei due volti: in occasione della presentazione sarà esposta una selezione di 12 fotografie allestita a Spazio5 in via Crescenzio 99/d a Roma fino al 27 gennaio 2018, che inquadrano la scultura da punti di osservazione differenti, facendo emergere le differenti espressioni che il genio del Bernini ha infuso nell’opera, talché il Cristo, risorto, appaia vivo e rendendo fruibile al pubblico anche tale caratteristica di questo straordinario capolavoro.
Il libro Bernini e la Sindone (Roma, 2018, 127 pp, ISBN 979-12-200-3844-7,) narra quindi il percorso di questa scoperta: dalla rapida descrizione del telo sindonico, alla ricostruzione del percorso che ha portato il Bernini a ridare vita all’“Uomo dei Dolori”, fino ad arrivare alle conclusioni della ricerca con l’ausilio di alcune immagini della mostra che fanno vedere il “Risorto, il più Bello dei Figli d’Uomo”, nelle sue tante espressioni.
Daniela di Sarra è nata a Roma, dove ha fatto studi classici e umanistici. Appassionata fin da giovanissima alla fotografia, che ha esercitato in una intensa vita di viaggi, vi si è dedicata totalmente dopo un periodo drammatico della sua vita in cui ha combattuto una leucemia fulminante, che ha trasformato la visione di molte cose. Allo strumento e all’arte fotografica, si dedica con anni di studio, ricerca, esposizioni e progetti complessi orientati alla bellezza come valore relativo e come ‘via all’assoluto’.
La mostra ‘Fratello Sole – Sorella Luna’ (www.canticodifratesole.it) sul volto di Dio nella natura, ha avuto un’accoglienza straordinaria fra le circa 8000 persone che l’hanno visitata nelle diverse esposizioni.
INFO E PROGRAMMA:
Spazio5, Roma
Via Crescenzio 99/d
(Piazza Risorgimento – Metro A Ottaviano)
Sabato 26 e domenica 27 gennaio
Apertura dalle ore 16.00 alle 20.00
MOSTRA AD INGRESSO GRATUITO
www.spazio5.com – 348.4814089
www.berninisindone.it – 06.3053110