398 specie aliene tra animali (155) e vegetali (243) già registrate in città. A Roma il 57% delle specie aliene rilevate in tutta la regione Lazio
Bioblitz a Monte Mario per monitorare gli esemplari nella Riserva e aggiornare gli studi scientifici
Le specie aliene invadono la Capitale: piante e animali alloctoni introdotti dall’uomo – intenzionalmente o accidentalmente – al di fuori del loro areale naturale, hanno colonizzato parti importanti della città, invadendo molte aree verdi. Ailanthus altissima e Robinia pseudoacacia sono le piante aliene più diffuse nella Riserva Naturale di Monte Mario dove si è svolto un bioblitz guidato dagli esperti del progetto europeo Life ASAP per monitorare la biodiversità e identificare e localizzare le specie aliene.
Al bioblitz hanno partecipato molti ospiti tra i quali: Eva Paparatti (Project Advisor Commissione Europea), Giampiero Sammuri (Presidente Federparchi), Piero Genovesi (ISPRA – Responsabile Servizio Coordinamento Fauna Selvatica e Project Manager Life ASAP), Maurizio Gubbiotti (Presidente RomaNatura), Roberto Scacchi (Presidente Legambiente Lazio), Stefano Raimondi (Legambiente, Coordinatore Ufficio Aree protette e biodiversità).
La diffusione delle specie aliene invasive rappresenta una delle maggiori minacce globali alla biodiversità, con un impatto economico e sociale sempre più rilevante: nella sola Unione Europea si stima che gli impatti causati da queste specie determinino perdite superiori ai 12 miliardi di euro.
“Le specie aliene invasive costituiscono una delle principali minacce alla biodiversità anche nelle aree urbane – ha dichiarato Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi -, per poterle affrontare con efficacia occorre che vi sia il massimo di consapevolezza nell’opinione pubblica ed è questo l’obiettivo dei bioblitz che si svolgeranno sino al mese di settembre”.
“Le città rappresentano ambienti particolarmente vulnerabili all’introduzione e la diffusione di queste specie – ha dichiarato Stefano Raimondi, dell’ufficio Aree protette e biodiversità di Legambiente -. La concentrazione di punti di ingresso delle merci come porti ed aeroporti e di attività economiche come negozi di animali e vivai, determina un più alto rischio di introduzione di specie alloctone rispetto al resto del territorio. Per questo è importante promuovere iniziative di citizen science come quella di oggi, che ci ha permesso di registrare anche la diffusione di una pianta, l’Albero dei rosari, non ancora considerata invasiva ma da monitorare con attenzione”.
Gli studi per la città di Roma parlano di quasi 400 specie aliene. Le specie aliene animali segnalate sono 155 (Banca dati specie aliene, Regione Lazio, 2017) mentre per le specie vegetali alcuni studi parlano di 243 presenze. Nel complesso a Roma si registra il 57% delle oltre 696 specie aliene rilevate in tutta la regione Lazio.
Nella Capitale si segnalano 6 Specie di Rilevanza Unionale (delle 33 presenti in Italia), ovvero specie alloctone invasive che non possono essere commercializzate né rilasciate in natura: 1 specie vegetale occasionale (Ludwigia grandiflora) e 5 specie animali stabilizzate (Nutria, tartaruga palustre americana, gambero rosso della Luisiana, tamia siberiano, Pseudorasbora). Inoltre, nell’area urbana di Roma sono quasi 100 le specie alloctone rinvenute in modo occasionale (e quindi non conteggiate): singoli esemplari, probabilmente mantenuti in cattività e sfuggiti o volontariamente rilasciati. Si tratta quasi esclusivamente di uccelli e rettili come pitone, serpente a sonagli, testuggine azzannatrice (Monaco et al. 2014).
Le specie aliene vegetali, invece, oltre a rappresentare una concreta minaccia per le piante autoctone, sono responsabili di danni ai monumenti e ai beni culturali, come l’ailanto (Ailanthus altissima), pianta originaria della Cina diffusasi in Italia a partire dal ‘800, che grazie anche ai lunghissimi stoloni sotterranei (fino a 30 m), è in grado di provocare fratture alle strutture e ai manufatti storici. Altri impatti avvertiti dai cittadini sono quelli di tipo sanitario, come ad esempio le reazioni allergiche prodotte dal contatto con determinate piante (come l’Ambrosia artemisifolia) e le potenziali trasmissioni di malattie all’uomo.
“È stata una bellissima giornata – ha dichiarato il Presidente di RomaNatura Maurizio Gubbiotti – perché siamo riusciti a tenere insieme l’idea di un parco aperto, ospitale sempre più a servizio delle persone e sempre più fruibile, ma anche di luogo dove la scienza, la conoscenza e le competenze sono fondamentali e la salvaguardia della biodiversità è davvero una cosa concreta. Questa giornata dedicata ad una fruizione consapevole dal punto di vista del valore naturale e scientifico ha riscosso molto successo dandoci molta soddisfazione”.
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