In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani (8 giugno), l’Unione europea organizza insieme a Ambiente Mare Italia una pulizia della spiaggia di Ladispoli per sensibilizzare sul tema dei rifiuti marini, e specialmente dei rifiuti di plastica
La riduzione dei rifiuti di plastica è una priorità assoluta per l’Unione europea. L’UE protegge l’ecosistema marino con provvedimenti normativi, come la Direttiva che vieta l’uso di articoli in plastica monouso, e azioni concrete, come il sostegno a progetti per la tutela dei nostri mari
Il progetto Medsealitter, finanziato con fondi UE, ha permesso di sviluppare per la prima volta un protocollo condiviso di monitoraggio dei rifiuti marini nel Mar Mediterraneo
Sabato 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, e per l’occasione la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, insieme all’associazione Ambiente Mare Italia, organizza un’azione dimostrativa di pulizia della spiaggia di Ladispoli, presso Torre Flavia.
L’intento è sensibilizzare la popolazione sul problema dei rifiuti marini, che rappresentano una grave minaccia per la biodiversità e hanno ripercussioni anche su turismo e pesca. Per quanto riguarda la pesca, ad esempio, nell’Unione europea il costo stimato dei rifiuti marini oscilla tra l’1 e il 5% dei ricavi totali [2].
Oltre l’80% dei rifiuti che si possono trovare in spiaggia o in mare è costituito da plastica, e in larga parte proviene da fonti terrestri.
Da un recente sondaggio Eurobarometro, emerge che i cittadini europei cominciano ad essere coscienti e preoccupati dell’impatto ambientale della plastica sulla loro salute (74%) e sull’ambiente (87%)[3].
La situazione è particolarmente critica nel Mediterraneo, che presenta tra le più alta densità di materie plastiche al mondo ed è considerato la sesta più grande zona di accumulazione di rifiuti marini.
L’Italia, con i suoi circa 7.500 km di coste, è fortemente esposta a questa forma di inquinamento. Con 90 tonnellate al giorno, si colloca al terzo posto per quantità giornaliera di materie plastiche scaricate nel Mar Mediterraneo, dietro solo alla Turchia (144) e alla Spagna (126).
Il 21 maggio 2019 il Consiglio dell’UE ha adottato in via definitiva i testi legislativi proposti dalla Commissione europea per affrontare il problema dei rifiuti marini derivanti dai 10 prodotti di plastica monouso rinvenuti più spesso sulle spiagge europee, e dagli attrezzi da pesca abbandonati, che insieme rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini. Si stima che grazie a queste norme si potranno evitare danni ambientali per 22 miliardi di euro entro il 2030, consentendo di evitare emissioni pari a 3,4 milioni di tonnellate di CO2[4].
“Ogni anno sono prodotti miliardi di tonnellate di plastica e solo il 30% viene riciclato. Non possiamo più attendere, se vogliamo proteggere l’ecosistema marino. La direttiva sulla plastica monouso è un elemento essenziale del piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea e rientra nella strategia dell’UE sulla plastica, che colloca l’Unione europea in prima linea nella lotta globale contro i rifiuti marini. – dichiara Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea – Oltre alla definizione di un quadro normativo ad hoc, l’UE è da tempo impegnata a sostenere finanziariamente progetti e tecnologie che contribuiscono a salvaguardare l’ambiente naturale e a migliorare la salute dei nostri mari.”
In tale ambito si inquadra il progetto Medsealitter, finanziato con fondi UE per oltre 2 milioni di euro, che attraverso una rete di collaborazione tra Aree Marine Protette – supportate da istituti di ricerca, associazioni ambientaliste e università – ha permesso di sviluppare per la prima volta un protocollo condiviso di monitoraggio sui rifiuti marini e i loro effetti nel Mar Mediterraneo. Nell’arco di circa 2 anni, i 10 i partner impegnati nel progetto (provenienti da 4 Paesi UE – Italia, Spagna, Francia e Grecia) hanno percorso oltre 20.000 km con imbarcazioni di varie dimensioni, aerei e droni in diverse aree del Mediterraneo, registrando quasi 6.500 oggetti galleggianti costituiti tra il 75 e l’87% da rifiuti prodotti dall’uomo. Di questi, tra l’80 e il 90% erano composti da polimeri artificiali (plastica).
Contemporaneamente sono stati effettuati campionamenti per quantificare i rifiuti ingeriti da parte di alcune specie animali considerate indicative come le tartarughe Caretta Caretta e i pesci Boga, per valutarne il rischio di esposizione al marine litter.
“Oltre il 65% delle tartarughe esaminate presentava oggetti o frammenti di plastica all’interno del tratto digestivo, mentre il 50% delle Boga esaminate aveva ingerito micro-plastiche. Più in generale 260 specie, tra cui invertebrati, tartarughe, pesci e mammiferi marini, – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ente coordinatore del progetto Medsealitter – sono direttamente o indirettamente colpite dal marine litter. Un fenomeno che ha effetti devastanti non solo sulla biodiversità, ma anche sulla qualità delle acque e degli interi sistemi territoriali.”
Le Aree Marine Protette svolgono un ruolo chiave nella tutela del territorio. Per questo l’obiettivo è che il protocollo comune sviluppato venga adottato da quante più Aree Marine Protette possibile, in modo da definire modalità di gestione uniformi dei rifiuti marini e interventi di governance per limitarne l’impatto ambientale.
La direttiva UE sulla plastica monouso
Le norme vieteranno, a partire dal 2021, i prodotti in plastica monouso più diffusi per i quali già esistono delle alternative non contenenti plastica, come cotton fioc, posate, cannucce. Altre misure mirano a ridurre il consumo dei prodotti in plastica gettati più frequentemente nei rifiuti, ad estendere la responsabilità dei produttori, a modificare la progettazione di alcuni prodotti e ad informare e rendere più consapevoli i consumatori. Saranno vietati anche tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile.
Si prevede che queste norme:
consentano di evitare emissioni di CO2 equivalenti a 3,4 milioni di tonnellate;
permettano di evitare danni ambientali equivalenti a 22 miliardi di euro entro il 2030;
facciano risparmiare ai consumatori 6,5 miliardi di euro
Per saperne di più: https://www.bereadytochange.eu/it/
Il progetto Medsealitter
In progetto Medsealitter, finanziato con fondi UE per oltre 2 milioni di euro, ha visto la partecipazione di 10 partner di 4 paesi europei (Italia, Spagna, Francia e Grecia). Attraverso una rete di collaborazione tra Aree Marine Protette – supportate da istituti di ricerca, associazioni ambientaliste e università – ha permesso di sviluppare per la prima volta un protocollo condiviso di monitoraggio dei rifiuti solidi galleggianti nel Mar Mediterraneo.
Per saperne di più: europa.eu/investeu/projects/safeguarding-mediterranean-biodiversity_it
La Campagna #investEU
Sostegno per far decollare nuove idee, sovvenzioni su misura e programmi disponibili in tutte le fasi e età della vita, prestiti intelligenti per stimolare ulteriori investimenti, finanziamenti mirati per modernizzare, sviluppare e interconnettere… Attraverso le sue numerose attività di finanziamento e di investimento, l’Unione europea mira a creare un’economia vivace, a stimolare la crescita, creare posti di lavoro e attirare capitali dal settore privato per contribuire a costruire un futuro migliore per i cittadini dell’UE. Gli investimenti dell’UE stimolano miglioramenti nel presente e affrontano le sfide del futuro: qualità dell’istruzione, assistenza sanitaria più moderna, energia più pulita, nuove infrastrutture di trasporto, tecnologia avanzata, solo per fare alcuni esempi. Lanciata nel febbraio 2017 dalla Direzione generale della Comunicazione della Commissione europea, la campagna di pubblica informazione investEU ha l’obiettivo di mostrare l’impatto concreto che le attività di investimento dell’UE hanno sui progetti e sui singoli cittadini. Per saperne di più: www.europa.eu/investeu