Induno Olona (VA) – Cane morto chiuso in sacchetti di plastica

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Altri due casi nel profondo nord dimostrano che la crudeltà verso gli animali non ha latitudine ma è un fenomeno che interessa tutta l’Italia in maniera preoccupante. LNDC denuncia e auspica che le indagini diano buoni risultati e si riesca a risalire ai responsabili.

Qualche giorno fa, durante una passeggiata, una ragazza ha sentito uno strano odore e successivamente ha fatto una scoperta che avrebbe preferito evitare: nella vegetazione del boschetto c’erano i resti di un pastore tedesco morto e avvolto in sacchetti di plastica. Il ritrovamento è stato subito segnalato alle autorità competenti e, grazie al microchip, è stato anche possibile risalire al proprietario. Ovviamente sono state avviate le indagini per capire la causa della morte e chiarire come l’animale sia finito lì.

Un caso simile era avvenuto pochi giorni prima a Varese, dove un pincher era stato abbandonato in un sacco di plastica in un parco. In quel caso, fortunatamente, il cagnolino era riuscito a liberarsi e ora è custodito al canile sanitario in attesa di essere preso in custodia dai volontari della Sezione LNDC di Varese che gestiscono il rifugio municipale.

“Per il pincher abbiamo presentato denuncia e chiesto il sequestro preventivo, nella remota possibilità che qualcuno lo reclami”, racconta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Per quanto riguarda il pastore tedesco che invece purtroppo era già morto, ovviamente stiamo sporgendo denuncia e vedremo anche cosa diranno i risultati dell’esame autoptico richiesto dalle autorità competenti. Sono fiduciosa che le indagini verranno svolte con serietà e attenzione in entrambi i casi per risalire ai responsabili”.

“Entrambi questi casi ci dimostrano come purtroppo la crudeltà verso gli animali non conosca latitudine. Da nord a sud questi avvenimenti sono sempre più frequenti e rappresentano un vero e proprio dramma, nonché un campanello di allarme di una società malata e priva di moralità. È necessario che tutte le persone sensibili si impegnino per educare gli altri al rispetto della vita e non si girino dall’altra parte quando possono fare qualcosa”, conclude Rosati.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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