L’Euromoot: numeri, storia e voci

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Le migliaia di giovani che da oltre venti nazioni parteciperanno all’Euromoot in programma fino al 3 agosto appartengono all’UIGSE, l’Organizzazione internazionale che raggruppa tutte le associazioni di Guide e gli Scout d’Europa.

L’Union Interntionale des Guides et Scouts d’Europe – Fédération du Scoutisme Européen (UIGSE-FSE, in Italia conosciuti come Scout d’Europa – FSE) è stata riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici il 26 agosto 2003 come as-sociazione privata di fedeli di diritto pontificio e dal Consiglio d’Europa con statuto partecipativo il 12 marzo 1980.

Il movimento che conta circa 70.000 membri è presente in Regno Unito, Ucraina, Svizzera, Spagna, Slovacchia, Russia, Romania, Portogallo, Polonia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Messico, Lituania, Italia, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Canada, Belgio, Bielorussia e Au-stria.
L’UIGSE-FSE riunisce associazioni di confessione cattolica e accoglie, in uno spirito di apertura ecumenica anche associazioni Riformate o appartenenti alla Chiesa ortodossa.

È il caso del Canada, della Germania (dove sono presenti associazioni o componenti evangeliche) o della Romania e della Russia (dove sono presenti associazioni o componenti della Chiesa ortodossa). Ogni Gruppo della UIGSE-FSE appartiene ad una Chiesa Cristiana e accoglie soci di quella confessione. Nel 1994, 7500 ragazzi dell’Union Internationale des Guides et Scouts d’Europe – Fédération du Scoutisme Européen (UIGSE-FSE) furono accolti dal Santo Padre Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pie-tro – questo evento e le parole incoraggianti del Papa fanno fin ora il tesoro spirituale per la Federa-zione dello Scoutismo Europeo.

I numeri indicano una partecipazione davvero imponente all’Euromoot che in gergo scout indica un raduno internazionale di Guide e Scouts d’Europa a partire dai 17 anni, evento che permetterà a mi-gliaia di giovani provenienti da paesi differenti di intrecciare amicizie personali attraverso attività e la riscoperta delle radici culturali comuni. Ecco una tabella riepilogativa delle partecipazioni che comprendono giovani provenienti da tutto il mondo, non solo europei: Argentina: 20; Bielorussia: 39; Belgio: 139; Brasile: 7; Bulgaria: 6; Canada: 13; Repubblica Ceca: 6; Francia: 837; Germania: 56; Italia: 2498; Lituania: 37; Messico: 6; Polonia: 453; Portogallo: 20; Romania: 31; Russia: 10; Slovacchia: 32; Spagna: 129; Svizzera: 59; Turchia: 3; Ucraina: 27. A questi vanno aggiunti oltre 250 volontari che aiuteranno l’organizzazione internazionale dell’evento.

Durante la settimana di cammino, i giovani scopriranno che il vero patrimonio europeo è la capacità di vivere insieme in pace attorno a valori condivisi e un obiettivo comune che è Cristo. Ricordiamo che l’Italia e Roma saranno meta dell’Euromoot nell’ambito del quale le Guide e Scout d’Europa convergeranno nella Città Eterna per l’udienza con Papa Francesco.

SCHEDE INTERVISTE
Quali sono le motivazioni che animano questi giovani? Ascoltiamoli dalle loro stesse parole.

Una giovane italiana di Albino
Perché hai scelto di partecipare all’Euromoot?
Ho scelto di partecipare all’Euromoot perché penso potrà essere un’occasione per prendere consape-volezza della nostra Associazione scout italiana e della nostra Federazione europea e conoscere per-sone che, come me, condividono la vita e gli ideali scout, ma in altri luoghi, con caratteristiche e tradizioni diverse.

Cosa ti aspetti da queste giornate?
Come prima cosa mi aspetto un’esperienza di condivisione e arricchimento reciproco, nella cono-scenza dei nostri fratelli e sorelle europei. In secondo luogo mi aspetto giornate intense non solo per la fatica del cammino e della vita all’aria aperta, ma anche a livello spirituale.

Che significato ha per te nella vita di tutti i giorni, con gli amici, nello studio o a casa essere scout d’Europa?
Essere Scout d’Europa per me significa cercare di vivere i valori e gli ideali dello scoutismo nelle scelte quotidiane e cercare di rispettare sempre la Legge Scout e la Promessa che ho fatto. Questo mi aiuta tantissimo nei rapporti con gli altri. L’Euromoot sarà una bella occasione per sperimentare come gli stessi “strumenti” possano aiutarci a vivere fraternamente anche con persone più “lontane”, provenienti da altri Paesi.

Un giovane italiano di Roma
Perché hai scelto di partecipare all’Euromoot?
Ho scelto di partecipare a questo grande incontro di Scout d’Europa per vivere una esperienza che spero si riveli intensa con altri ragazzi della mia età, che vengono da molto lontano ed hanno culture diverse ma con la stessa fede.

Cosa ti aspetti da queste giornate?
Non vedo l’ora di partire! Da questa esperienza mi aspetto molti risvolti positivi: camminare facen-do strada accanto a miei fratelli europei, condividere momenti di comunità tra i Clan del gemellag-gio ed in queste occasioni riuscire a scambiare opinioni ed esperienze con le persone che mi troverò accanto. Quello che mi aspetto è quindi di tornare a casa arricchito dall’incontro.

Che significato ha per te nella vita di tutti i giorni, con gli amici, nello studio o a casa essere scout d’Europa?
Essere scout in generale e Scout d’Europa in particolare mi consente di avere una visione diversa della vita, di vivere la vita con fede, di capire di più le necessità del prossimo e di conseguenza di avere voglia di aiutare chi si trova in difficoltà, a partire da chi mi sta accanto tutti i giorni: la mia famiglia, i miei compagni di università, le persone meno fortunate a cui la vita non sorride.

Una capo belga
VERSIONE FRANCESE
Quel est le but éducatif de l’Euromoot ?
Une des raisons de base de la création des guides et scouts d’Europe en 1956 était de promouvoir une culture de paix. Permettre ainsi à des jeunes de tous pays de se rencontrer dans un climat positif et constructif construit des liens durables entre jeunes de différents pays, permet de découvrir les différences et les richesses des autres. Lorsqu’on a l’habitude de côtoyer des jeunes d’ailleurs, on a moins peur de l’étranger. On apprend aussi, que ce soit dans une petite équipe ou dans un grand ras-semblement comme celui-là à s’adapter pour construire ensemble un programme de route, une veil-lée, etc malgré les défis de la multiculturalité, divergence de points de vue et le multilinguisme. C’est une des raisons pour lesquelles tout n’est pas organisé et qu’une grande autonomie a été lais-sée à chaque groupe, tout en obligeant à des jumelages. Le fait de vivre un même scoutisme déjà chacun dans son pays avant de se rencontrer, avec les mêmes codes, lois, uniformes et cérémonies, mais surtout avec les mêmes valeurs et idéaux, cela facilite grandement le dialogue et la rencontre. Et l‘opportunité de vivre un grand camp international à l’étranger est une grande motivation pour des jeunes de 17-18 ans !

La méthode scout est-elle toujours pertinente dans le monde d’aujourd’hui ? Quel est le plus grand défi ?
Bien sûr que cette méthode est encore actuelle ! Le meilleur argument bien sur est de voir les jeunes qui s’épanouissent grâce à elle. Mais je dirais que les plus grands défis de notre temps sont un grand manque d’autonomie et de sens du concret. La société de consommation et l’accès aux écrans per-met de tout obtenir instantanément. Le scoutisme, par sa vie de groupe dans lequel on prend des responsabilités et le contact avec la nature donne des réponses précieuses à ces carences. Une guide-ainée apprend la fidélité aux activités, chose extrêmement difficile à obtenir alors qu’elle est extrêmement sollicitée et que les réseaux sociaux ont permis d’inviter ou de refuser une invitation le jour même. Une guide-ainée apprend à planifier une activité à l’avance en étant attentive à tous les aspects concrets plutôt qu’à regarder au moment même sur son smartphone avec la 4G quelle était l’adresse précise et suivre son gps. Une guide-ainée apprend à gérer une discussion interpersonnelle sans pouvoir s’enfuir de la discussion en ignorant la personne sur Facebook. Une guide-ainée ap-prend à mordre sur sa chique lorsque la nature n’est pas aussi confortable qu’elle l’aurait souhaité. Bref, ce n’est sans doute pas la seule, mais c’est une méthode qui offre une réponse très complète aux crises actuelles.

Faire du scoutisme et être un chef scout est sûrement un choix exigeant : Pourquoi as-tu fait ce choix ?
Être guide d’Europe est en effet exigeant, mais les activités scoutes apportent tellement de choses que je suis très heureuse de les vivre. C’est une bonne partie de ce qui me fait vivre ! Être chef est encore plus exigeant. Je ne compte plus les journées de camp et les heures de préparation des 7 an-nées de chef. Mais si je continue à choisir de donner mon temps pour les filles qui me sont confiées, c’est que je vois toutes les choses qu’il faudrait apporter au monde, toutes les choses qui manquent dans l’éducation et que je brûle de servir pour rendre le monde meilleur et pour que, faute du monde entier, les quelques filles que je pourrai toucher soient plus heureuses parce que plus libres et plus au service. Elles pourront ensuite le transmettre à d’autres et prendre leur place au service du monde. Le scoutisme est l’instrument que je connais le mieux et qui me permet d’y contribuer grâce à ses outils.

VERSIONE INGLESE
What is the educational purpose of the Euromoot?
One of the basic reasons for the creation of the Guides and Scouts of Europe in 1956 was to pro-mote a culture of peace. Allowing young people from all countries to meet in a positive and con-structive atmosphere builds lasting links between young people from different countries and allows them to discover the differences and qualities of others. When you are used to meet young people from other countries, you are less afraid of what you don’t know. We also learn, whether in a small team or in a large gathering like this one, to build together a road programme, a convivial activity, etc. despite the challenges of multiculturality, divergence of points of view and multilingualism. This is one of the reasons why in the Euromoot not everything is organised by the central event or-ganisation: each group has been left with a great deal of autonomy, while at the same time requiring twinning. We live the same Scouting in our different home countries, with the same codes, laws, uniforms and ceremonies, but above all with the same values and ideals: This greatly facilitates dia-logue and encounter. And the opportunity to experience a huge international camp abroad is a great motivation for young people aged 17-18!

Is the Scout education method still relevant in today’s world? What is the most important chal-lenge?
Of course this method is still relevant today! The best argument is to see the young people grow and flourish thanks to it. I would say that the greatest challenges of our time are a great lack of auton-omy and a lack of sense of concreteness. The consumer society and access to screens make it possi-ble to obtain everything instantly. Through its community life in which responsibility is taken and through the contact with nature, scouting provides valuable answers to these deficiencies. A ranger (= elder guide starting from the age of 17) learns to make choices and to attend the scout activities, which is extremely difficult to obtain in times where everybody is extremely busy and where social networks have made it possible to invite or refuse an invitation on the same day. A ranger learns to plan an activity in advance by being attentive to all the concrete aspects rather than looking at the exact address on her smartphone with the 4G and following her GPS. A ranger learns to manage an interpersonal discussion without being able to escape the discussion by ignoring the person on Facebook. A ranger learns to make efforts and to keep on going even if life in the nature is not as comfortable as she would have liked. In short, it is probably not the only one, but it is a method that offers a very pertinent answer to current crises.

Being an FSE scout and also a scout leader is certainly a demanding choice: why did you choose to do it?
Being a Guide of Europe is indeed demanding, but Scouting activities give me so much that I am very happy to experience them. That’s a lot of what makes me live! Being a chef is even more de-manding. I no longer count the days of camp and the hours of preparation in my 7 years of leader-ship. I continue to choose to give my time for the girls entrusted to me, because I see all the things that should be brought to the world, all the things that are missing in education. And because I am burning to serve to make the world a better place and if I am not able to have an impact to the whole world, at least the few girls I work with may be happier because they are more free and more at service. They will then be able to pass it on to others and take their place in the service to the world. Scouting is the instrument I know best and that allows me to contribute to it through its tools.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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