Proteste anche contro i più grandi fondi di investimento al mondo -quali Black Rock e Vanguard- che hanno respinto le proposte dei propri soci investitori di spostare il focus su temi riconducibili alla sostenibilità ambientale ed alle rinnovabili, «riportando peraltro notevoli perdite di rendimento» sottolineano gli analisti di Solar Power Network.
«Oggi l’economia si ritrova nella possibilità di vedersi trainare dalla sostenibilità senza strumenti additivi o artificiali: il futuro è del “good-business-as-is”, profittevole e sostenibile» sostiene l’ingegner Peter Goodman, presidente e ceo di Solar Power Network (www.solarpowernetwork.ca), la multinazionale canadese che riorganizza le strategie energetiche di decarbonizzazione delle aziende.
Eppure in tutto il mondo -e soprattutto negli Usa- ci sono ancora scandali su questo tema così sentito dal grande pubblico. Non ultime le proteste negli Stati Uniti contro Microsoft, azienda che ha sbandierato la propria virata verso energia 100% rinnovabile, ma che oggi continua a fornire soluzioni di cloud computing alle grandi corporation del settore petrolifero, osservazioni condivise anche dall’interno dai dipendenti della tech corporation.
Poi ancora, sempre negli ultimi giorni, due dei più grandi fondi di investimento hanno subito l’incapacità di modificare la propria cultura finanziaria «riportando notevoli perdite dirette e di rendimento» sottolineano gli analisti di Solar Power Network.
Black Rock e Vanguard hanno infatti respinto le proposte dei propri soci investitori di spostare il focus su temi riconducibili alla sostenibilità ambientale ed alle rinnovabili (report Solar Power Network tratto da TheGuardian – https://bit.ly/2LT8YQe – e Reuters – https://reut.rs/2J9rpNe -).
Insomma molti colossi sono ancora miopi. «Non hanno ancora capito che le rinnovabili aiutano le quotazioni borsistiche» osservano gli analisti di Solar Power Network (SPN). «Anche perché la finanza considera la sostenibilità ambientale e la propensione a sviluppare business riconducibili a tecnologie orientate a contrastare la crisi climatica come elemento fondamentale per il futuro delle aziende» essi sostengono.
«Dove hanno fallito i politici, sono riuscite le semplici persone attraverso il mercato e le loro scelte, attraverso il loro gesti quotidiani» sostiene con ottimismo l’ingegner Peter Goodman.
La domanda che si pongono gli analisti di Solar Power Network (www.solarpowernetwork.ca), la multinazionale canadese che, dal Canada agli Stati Uniti passando per il Giappone e per l’Australia ha già cambiato il mercato del fotovoltaico in tutto il mondo e lo sta cambiando ora anche in Italia, è ora la seguente: «can we have capitalism and a planet?». E, proprio come Barack Obama, si danno anche una risposta: «yes we can».
Gli analisti della multinazionale osservano come sempre più spesso assistiamo al sollevarsi di sempre più voci della società civile che si interrogano non solo su quanto possa essere giusto continuare a fondare un modello di business sulle fonti fossili -o su ciò che è più dannoso per il Pianeta- ma addirittura sulla necessità di non continuare ad avere più relazioni commerciali, seppure molto proficue, con loro.
«E, quotidianamente, nella nostra esperienza operativa, vediamo sempre più aziende spinte dalla pressione socio-ambientale, divenuta oggetto della trattativa commerciale dei loro servizi o prodotti con i clienti, e quindi necessitate a dover trovare un partner affidabile ed efficace che possa produrre risultati rapidi verso la decarbonizzazione» spiegano gli analisti di Solar Power Network – SPN.
«Le nostre strategie ed il nostro impegno sono concentrate nel trovare soluzioni di impiego della tecnologia solare per la produzione di elettricità green che possano ottenere risultati concretamente misurabili in appena 6 mesi. E l’Italia sta divenendo il centro, il punto di partenza di questa rivoluzione che a nostro giudizio farà la differenza per il successo del business delle aziende in futuro. Per una multinazionale, così come per una media impresa, la rapidità è oggi fondamentale per rispondere alla competitività green imposta dai consumatori» sostiene Paolo Baldinelli, managing director di SPN Italia
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