Giovedì 31 Ottobre
Wlodek Goldkorn
Presenta
“L’asino del Messia”
18:00, Moby Dick biblioteca hub culturale
Via Edgardo Ferrati 3 a
ROMA
Lo stesso protagonista di “Il bambino nella neve” racconta Israele e Gerusalemme: non solo la città reale, ma anche le altre Gerusalemme, immaginarie e sognate.
Dal cuore dell’Europa a Gerusalemme alla ricerca di una patria. Un viaggio fra le contraddizioni e i tradimenti dell’identità.
“Guarda, questi sono i luoghi di re David, dei profeti.” Nel 1968 Wlodek Goldkorn è un ragazzo gettato dal cuore dell’Europa alle strade di Gerusalemme. Con la sua famiglia è costretto a lasciare Varsavia, da apolide, da “non cittadino”, e va in Israele, per trovare una terra in cui poter essere libero. Da un luogo perduto a un luogo da conquistare.
“Osservavo mio padre, con le mani saldamente aggrappate alle assi del camioncino. Era di fronte a me. Lo sguardo rivolto fuori, i miei occhi pieni della curiosità di imparare a memoria il nuovo paesaggio della patria.” Goldkorn prova interesse per la sua nuova terra, ma anche attrazione per tutto ciò che è arabo. Con un formidabile esercizio della memoria, lo stesso protagonista del Bambino nella neve racconta Israel e Gerusalemme: non solo la città reale, ma anche le altre Gerusalemme, immaginarie e sognate.
Riflette sui simboli e sulle identità, su quella sovrapposizione dei ricordi e dei luoghi che ha qualcosa di morboso e artificiale. Parla dello scarto fra l’ideale sionista di creare un ebreo nuovo, pioniere e agricoltore, e la realtà che ha riprodotto il vecchio mondo, popolato dai fantasmi della Shoah. Ma si dichiara innamorato della lingua ebraica e della grande letteratura israeliana, quella di Amos Oz e di Lea Goldberg.
La chiave del suo racconto è la nostalgia del futuro, che mette in moto il bisogno di ricostruire un passato denso di dolore e di violenza, ma anche il desiderio di conoscere e amare che appartiene a ogni adolescente impegnato nella fatica di diventare uomo.
pag 224
euro 16,00
isbn 978-88-07-49260-0
L’AUTORE Wlodek Goldkorn è stato per molti anni il responsabile culturale de “L’Espresso”. Ha lasciato la Polonia nel 1968. Vive a Firenze. Ha scritto numerosi saggi sull’ebraismo e sull’Europa centroorientale.
È coautore, con Rudi Assuntino, di Il guardiano. Marek Edelman racconta (1998; 2016); con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini di Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo (2001). Ha scritto La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità (2006) e Il bambino nella neve (2016).
“Sono un devoto, di più, un fanatico della memoria degli sconfitti e rivendico con tutte le mie forze la dignità della disfatta.”