Un automobilista assiste alla scena e viene minacciato dall’uomo che poi abbandona l’animale sul ciglio della strada. Rosati: la mentalità dei cacciatori è la stessa in ogni Paese, sono pericolosi e servono maggiori controlli su chi detiene armi da fuoco.
Una notizia proveniente dalla Galizia, in Spagna, sta facendo molto discutere anche in Italia. Un automobilista ha assistito e ripreso una scena raccapricciante: un uomo stava trascinando il suo cane ferito sul ciglio della strada con una corda e poi gli ha sparato. L’automobilista è intervenuto e l’uomo ha esclamato: “sono un cacciatore e sparo a chi c***o mi pare”. Poi se n’è andato lasciando il cane lì, gravemente ferito. Il cane poi è stato soccorso da un’associazione animalista e si è scoperto essere una femmina che aveva partorito da poco. Stando a quanto riportato dalla stampa, la cagnolina è ricoverata in gravi condizioni e i cuccioli sono stati recuperati e sono in salvo.
“Essendo successo in Spagna, purtroppo, non abbiamo modo di intervenire direttamente né con aiuti né con una denuncia”, afferma Piera Rosati – Presidente di LNDC Animal Protection. “Questa vicenda comunque ci dimostra come la mentalità degli appartenenti al mondo venatorio sia sempre la stessa, indipendentemente dal Paese di origine. Per gran parte dei cacciatori i cani sono semplicemente degli strumenti per il loro hobby e quando non servono più sono pronti a disfarsene nei modi più crudeli. Episodi come quello documentato in Spagna non sono così rari nemmeno in Italia e, se non vengono uccisi, i cani dei cacciatori vengono spesso abbandonati quando non sono più utili al loro scopo.”
“In generale, comunque, i cani da caccia non hanno vita facile perché nella maggior parte dei casi vivono isolati dal gruppo familiare in capanne o gabbie, in attesa di uscire per fare il loro ‘dovere’. Il paradosso è che, a sentire loro, i cacciatori ‘amano gli animali e la natura’ ma come si fa a dire una cosa del genere se vanno in giro a sparare a qualunque cosa si muova e trattano così i cani che li aiutano nel loro crudele passatempo?”, continua Rosati.
“Ancora una volta abbiamo assistito a un atto di crudeltà contro un animale senza colpa da parte di un cacciatore, l’ennesima prova di come queste persone siano pericolose. La caccia è uno ‘sport’ crudele e inutile di per sé ma sono anche necessari maggiori controlli su chi ottiene le licenze e il permesso di utilizzare armi da fuoco perché possono rivelarsi un pericolo per tutti”, conclude Rosati.
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