In occasione dei 125 anni del Touring Club Italiano il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, alla presenza di Dario Franceschini (Ministro per i Beni, le Attività Culturali e per il Turismo), ha incontrato al Quirinale il Touring Club Italiano, rappresentato dal Presidente Franco Iseppi, con Giuseppe De Rita e Romano Prodi (già Consiglieri), Antonio Calabrò, Alberto Castagnoli, Giovanni Frau, Marco Frey, Giuseppe Roma, Claudia Sorlini (Consiglieri) e Giulio Lattanzi (Direttore Generale).
Di seguito, sempre al Quirinale, il Ministro Dario Franceschini il Presidente Franco Iseppi, Giuseppe De Rita, Romano Prodi e Antonio Calabrò hanno dialogato sulla pubblicazione “Prendesi cura dell’Italia bene comune”, «volume che sintetizza in 10 parole chiave l’impegno del Touring Club Italiano fin dal giorno della sua fondazione per la tutela e la valorizzazione del sistema turismo nel suo complesso come leva culturale di sviluppo» introduce Calabrò.
«Bisogna puntare su un turismo sostenibile, intelligente, in grado di portare ricchezza in Italia e di rispettare la fragilità delle nostre città d’arte, del nostro paesaggio e, contemporaneamente, moltiplicare gli attrattori turistici internazionali per governare la crescita dei flussi che ci attendiamo nei prossimi anni e superare questo effetto distorto per cui alcuni luoghi italiani hanno oggi un problema di sovraffollamento e altri luoghi stupendi non attraggono turismo internazionale» ha dichiarato il Ministro Franceschini aprendo l’incontro.
De Rita aggiunge che «favorire il turismo dei prossimi anni significa decodificare un’offerta turistica differenziata agevolando collegamenti e potenziando le infrastrutture affinché il turista che si trova a Roma non debba rinunciare a visitare Taormina a causa della mancanza di un sistema turismo».
Proprio sulla Sicilia si è concentrato anche l’intervento di Prodi perché «l’isola deve essere punto di attrazione di un turismo di qualità, simbolo di quel rapporto millenario tra le diverse civiltà del Mediterraneo che oggi si è in parte perduto. L’Italia deve mantenere questa doppia vocazione riuscendo a soddisfare le esigenze di un turista d’élite e quelle di un turismo di massa e nessuno meglio del Touring può riuscire in questa difficilissima sintesi».
L’intervento conclusivo di Iseppi risponde agli stimoli proposti dagli altri relatori: «l’impegno del Touring Club Italiano nei prossimi anni si concentrerà sui territori, potenziando il nostro ruolo di servitori civili come connettori tra le diverse realtà turistiche locali. La formazione sarà anch’essa al centro delle nostre attività attraverso il ritorno della geografia come strumento indispensabile per la comprensione di ogni luogo e delle sue eredità culturali».
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