Le concentrazioni di inquinanti nell’aria nei giorni scorsi a Roma hanno determinato la decisione di bloccare i veicoli diesel, anche di ultima generazione, fino a Euro 6, in determinati orari della giornata.
Cittadini per l’aria onlus ritiene le polemiche riguardanti il blocco dei veicoli diesel di ultima generazione del tutto fuori luogo. La limitazione della circolazione dei veicoli diesel contribuisce infatti a limitare le emissioni di particolato ma anche e soprattutto quella di ossidi di azoto. Di seguito le ragioni di Cittadini per l’Aria che supportano gli interventi effettuati a Roma.
Infatti:
1) I dati di ARPA Lazio dei giorni appena trascorsi hanno evidenziato concentrazioni estremamente rilevanti non solo di particolato ma soprattutto di biossido di azoto.
2) I dati di ARPA Lazio evidenziano nel 2019 la violazione, per l’area di Roma, dei limiti nella media annuale dell’NO2.
3) Come evidenziato dal Rapporto del Joint Research Center della Commissione Europea “Urban NO2 Atlas”, pubblicato a Novembre 2019, le concentrazioni totali di NOx a Roma derivano per circa il 60% dal traffico diesel (p.60) .
4) Lo stesso report della Commissione Europea (p. 10) indica che i veicoli Euro 5 e 6 diesel, testati su strada con l’utilizzo di sistemi portatili (PEMS) hanno mostrato emissioni Nox che mediamente superano di 5 volte i loro rispettivi limiti di 180 e 80 mg/km (Degraeuwe and Weiss, 2017; Suarez-Bertoa et al., 2018).
5) Le emissioni di ossidi di azoto (Nox) dei diesel contribuiscono inoltre, per una quota che il JRC stima essere a Roma del 2-4% del totale (cfr. cit. Urban Atlas NO2 p. 13), alla formazione del PM2.5 secondario. In questo senso i blocchi dei veicoli diesel contribuiscono altresì alla riduzione del particolato.
6) Il Rapporto 2019 sulla qualità dell’Aria in Europa pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nel novembre 2019 indica che l’Italia conta ogni anno 14.600 morti premature a causa del biossido di
azoto, che è il maggior impatto in Europa per questo inquinante. E’ evidente che la popolazione urbana è quella più esposta a tale impatto.
7) Sempre l’Urban Atlas NO2 del JRC evidenzia come le emissioni di NOx a livello nazionale siano prevalentemente riconducibili agli euro 3, 4 e 5 diesel.
8) Se da un canto è noto che i diesel fino ad Euro 3 hanno emissioni elevate di particolato perché privi di filtro anti-particolato, risulta da indagini giornalistiche e ricerche scientifiche che, testati su strada, i veicoli diesel di categoria Euro successiva (euro 4,5,6) mostrano talvolta emissioni di particolato elevate che si giustificano unicamente con l’asportazione del filtro (Dieselgate Report T&E, p.21 ove si legga indagine europea che include anche veicoli a Roma). Intervento irresponsabile da parte di chi lo mette in atto che contribuisce in maniera rilevante alle concentrazioni degli inquinanti da traffico di prossimità.
9) Da ultimo, anche i veicoli diesel di ultimissima generazione (Euro 6d), accumulando nel filtro particolato incombusto devono periodicamente – ogni 480 km circa – ‘rigenerare’, ovvero pulire, il filtro antiparticolato. Le emissioni di questa operazione, come evidenziato nei recenti test riportati nel rapporto “Nuovi diesel, nuovi problemi” di Transport & Environment, si verificano anche in ambito urbano, durano anche per 15km e raggiungono livelli di particolato anche di 1000 volte superiori alle concentrazioni normali. I dati di T&E indicano che a livello nazionale si contano circa 6.223.000 veicoli diesel con filtro anti-particolato ciò che comporta una cifra di circa 177.000.000 di rigenerazioni di filtri/anno nel nostro paese. Quante di queste, non conteggiate in alcuna inventario delle emissioni, si verificano nelle città italiane?
10) Come indicano studi ormai univoci sul tema, le conseguenze dell’esposizione agli inquinanti atmosferici sono specialmente pericolose in rapporto alla vicinanza alla fonte che, nel caso degli autoveicoli è particolarmente accentuata dall’intensità del traffico nelle nostre città, dalla vicinanza di questo alla popolazione e spesso anche dall’effetto canyon che si verifica in molte strade urbane. Questo danno ha come destinatari primi i bambini come illustrato in questa chiara e recente rappresentazione del tema che evidenzia come, fra l’altro, le concentrazioni di black carbon, un inquinante sicuramente cancerogeno per l’uomo, prevalentemente originante dai veicoli diesel, subiscono un incremento che è del 300% nelle ore di punta di traffico, proprio quelle in cui i bambini si spostano in città per andare a scuola.
11) Studi scientifici, oltre che l’esperienza di numerose città europee (Londra, Madrid, ecc.) hanno dimostrato che per la natura prettamente locale le concentrazioni di NO2 nelle aree urbane vengono efficacemente e rapidamente ridotte dall’eliminazione dei veicoli diesel.
12) Infine i blocchi delle auto – in situazioni di alte concentrazioni ed alta pressione e inversione termica – consentono di ridurre in modo significativo l’ulteriore accumulo degli inquinanti. Come è stato ben detto in questi giorni, se sei in una stanza con le finestre sigillate con 10 fumatori, puoi evitare almeno di peggiorare ancora la qualità dell’aria chiedendo loro di smettere di fumare.
Cittadini per l’Aria esprime pertanto soddisfazione per le misure di divieto ai diesel anche di ultima generazione attivate dal comune di Roma e attende di conoscere dal Comune la tabella di marcia per i prossimi divieti strutturali nella città.
L’associazione ricorda inoltre che ancora per pochi giorni sono aperte sull’apposita pagina del suo sito (a questo indirizzo) le adesioni al progetto di scienza partecipata No2, NO Grazie!, che si svolge a Roma in collaborazione con Salvaiciclisti Roma, e che dall’8 febbraio al 7 marzo, comporterà il monitoraggio civico del biossido di azoto a Roma, Milano e Napoli.
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