Gli animali selvatici tenuti in cattività per fini turistici sono spesso detenuti in condizioni che ne compromettono il sistema immunitario, favorendo il salto di specie di malattie e virus oltre a impoverire il loro habitat e minacciare la biodiversità.
Rosati: questa crisi globale deve farci riflettere sul nostro stile di vita e farci maturare la consapevolezza che non si può continuare a fare le cose nello stesso modo. I selvatici devono essere liberi.
La pandemia da Covid-19 ha dimostrato ancora una volta la correlazione tra l’attuale scellerata gestione della fauna e le ripercussioni sulla salute umana e animale e, come tutti sappiamo, ha avuto un impatto drammatico sull’economia globale e in particolar modo sul settore del turismo. Per questo motivo, su impulso di World Animal Protection, centinaia di organizzazioni di protezione animali di tutto il mondo si sono unite per scrivere una lettera all’Organizzazione Mondiale del Turismo – agenzia dell’ONU – per chiedere rispetto per i selvatici al fine di promuovere un turismo responsabile e sostenibile.
Le visite ad attrazioni turistiche che fanno uso di animali selvatici rappresentano dal 20% al 40% del turismo globale. In queste strutture, gli animali sono tenuti in cattività per essere toccati, fare spettacoli o permettere ai visitatori di fare foto con loro. La cattività, quasi sempre in condizioni di scarso benessere, indebolisce il loro sistema immunitario e rende più facile il cosiddetto “salto di specie” di virus e altre malattie. Inoltre, questo genere di attrazioni toglie gli animali dal loro habitat naturale – spesso in maniera illegale – mettendo a rischio la biodiversità.
Le Associazioni hanno quindi evidenziato all’OMT che Impedire l’uso di animali selvatici in cattività come attrazioni turistiche e scoraggiare il contatto ravvicinato tra persone e selvatici – che dovrebbero essere lasciati liberi nel loro ambiente – sarebbe una presa di posizione proattiva e precauzionale importante per un passaggio a un turismo animal-friendly più responsabile e sostenibile, oltre a rappresentare un importante passo per proteggere la biodiversità e il patrimonio naturalistico.
“Questa drammatica pandemia ci ha ancora una volta dimostrato come siamo tutti interconnessi e richiede una reazione a livello globale”, spiega Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Siamo quindi molto orgogliosi di essere tra i firmatari di questa lettera a un organismo importante dell’ONU per promuovere una maggiore responsabilità nel settore del turismo che tuteli gli animali selvatici anziché sfruttarli senza scrupoli come purtroppo succede ancora oggi. La tragedia che abbiamo vissuto in questi mesi deve essere un campanello d’allarme per farci riflettere sul nostro stile di vita e sul rapporto malato che abbiamo con la natura. Mi auguro che tutto questo porti tutti a maturare la consapevolezza che molte cose devono cambiare e che non possiamo tornare a fare le stesse cose di prima come se nulla fosse successo.”
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