Il teatro ai tempi del corona
Attraversando la terza fase
Teatro Sgombro è uno spazio di incontro sorto su piazza Annibaliano.
Per l’occasione è stato montato un delizioso chiosco bar in legno che dà la possibilità ai presenti di bere e mangiare qualcosa trascorrendo una serata fresca e piacevole ed assistere ad uno degli spettacoli (per giunta gratuiti) in programma organizzati dal virtuale teatro ‘Sgombro’.
Stasera cinque attori si avvicenderanno tra loro per dare vita ad uno spettacolo tragicomico.
Una scelta la loro, come affermano, di rimanere ‘persone’.
Infatti, persone che vogliono tornare a vivere una vita normale, nel loro caso di ritornare ad esibirsi in uno spettacolo nonostante le ancora vigenti restrizioni anti covid.
Il posto all’aperto ben si presta allo scopo e permette al pubblico di assistere rimanendo in sicurezza.
Gli ottanta posti a disposizione sono già andati sold out il giorno precedente allo show, questo significa che la gente o meglio le ‘persone’ hanno ancora voglia di distrarsi, di ricominciare a divertirsi e lo fanno aderendo a proposte come questa.
Lo spettacolo:
Una canzoncina da piano bar eseguita da Ivan Talarico nei panni di musicista e presentatore, introduce il primo artista Daniele Parisi.
Daniele si esibisce in uno dei primi monologhi della serata.
Davanti ad un leggio si cimenta nel raccontare quanto accade ad un comico prima di entrare in scena.
Tra ansie e aspettative, simpaticamente ci fa un resoconto dei retroscena pieni di imprevisti che coinvolgono un fantomatico comico, tutto ovviamente in chiave ironica e ai limiti del paradossale.
Nuova presentazione: arriva Marco Ceccotti in arte Nano Egidio nelle vesti di uno strano supereroe poliziotto piuttosto singolare. Anche lui alle prese con il suo racconto che rivela la particolare personalità del suo eroe a metà strada tra Batman e il fumettistico antieroe Rat-Man.
Il suo linguaggio è farcito con scioglilingua e detti popolari che sfociano in umoristici paradossi.
Nuovo personaggio introdotto dopo un sarcastico break del presentatore: arriva
Giovan Bartolo Botta.
Pazzoide logorroico forsennato, lui ci propone le vicissitudii di un Gesù in chiave moderna, ribelle e poco propenso a percorrere la strada che lo porterà alla sua fine predestinata, quella che noi tutti conosciamo.
Rientra Ivan, aggirandosi tra il pubblico lo punzecchia con domande e battutine sarcastiche cercando di coinvolgere i presenti.
Con l’uso della sua voce calda, profonda e baritonale conquista l’attenzione dei presenti.
Il suo scopo è quello di interagire con i convenuti e di provocarne divertenti reazioni. Introduce poi l’unica figura femminile della serata Gioia Salvatori. Lei propone una sua versione della Sirenetta dei cartoni animati, una versione però satirica, come in chiave Vauro per intenderci.
Descritta come un ossessiva cantante desiderosa di colmare la sua vita amorosa con un pizzettaio di cui è innamorata! Certo una versione assai distante da quella disneyana.
A mio avviso è l’artista che più ha lasciato il segno, confermando le sue doti comiche in un crescendo durante la sua seconda esibizione della serata.
Arriviamo poi ad una simpatica gag proposta dal presentatore : trascina sul palco una coppia scelta tra il pubblico, lo scopo è di creare di sana pianta una canzone con un testo che parli di loro.
Grazie a domande mirate, Ivan carpisce alcuni loro piccoli segreti e alcune loro note personali componendo così un singolare brano che enfatizza simpaticamente le loro particolarità.
Il risultato è un esilarante presa in giro musicale su i due che diverte sia loro che il pubblico. Idea davvero divertente e ben sviluppata e nata dall’improvvisazione.
Un’esibizione che mostra le doti e il talento di questo artista.
Daniele Parisi subentra subito dopo questa gag, il suo tema verte sulle vacanze… degli altri però, quelle che non ti interessa conoscere ma che il conoscente di turno deve per forza raccontarti.
Ne nasce una simpatica descrizione delle ferie altrui, quelle dei ‘raccontatori seriali’ che spesso ci siamo trovati controvoglia e a malincuore a dover ascoltare. Divertente.
Peccato sia l’unico dei cinque a non bissare.
Marco Ceccotti (Nano Egidio) ritorna sul palco per un’altra performance, stavolta incentrata su una sua storia d’amore alquanto sconclusionata e a tratti direi visionaria.
Bissa anche Giovan Bartolo Botta, presentando un suo antagonista virtuale personaggio fanta/psicotico fascista e il tentativo di Botta di riportarlo ad una ragione più democratica. Una performance forsennata e al cardiopalma, si fa’ quasi fatica a seguirlo tanto parla veloce infarcendo il suo monologo con idee e concetti atti a convertire il poverino.
Rientra come avevo anticipato, anche Gioia Salvatori per parlare di sé stessa e della sua visione delle cose, toccando poi con pungente ironia l’argomento quarantena covid. Conferma la sua simpatia e le sue capacità già manifestate nella prima apparizione.
Chiude poi la serata esibendosi in duo con Ivan Talarico. I due intonano insieme una simpatica canzoncina con la quale salutano i convenuti.
Circa 150 presenze per una show all’insegna di una comicità particolare, se vogliamo ermetica e visionaria, quasi mai esplicita, oserei dire non per tutti.
Tiepida ma simpatica serata nata per rompere i confini imposti dalle varie fasi del covid.
Uno spettacolo svoltosi in un clima sottotono, mi azzarderei a dire volutamente, in tono con quei tempi rarefatti che abbiamo sviluppato durante la quarantena. Uno spettacolo adatto ad un risveglio graduale collettivo.
Lo show sembra quasi voler ricalcare e far rivivere quella pesante lentezza a cui il covid ci ha abituati e che insieme agli ‘arresti forzati’ a cui siamo stati sottoposti hanno contribuito ad ‘arrugginire’ pubblico e artisti.
È lo stesso Ivan a dirlo, arrivando burlescamente e provocatoriamente a voler dare poi un voto al pubblico presente per il suo velato timido entusiasmo e il coinvolgimento dimostrato.
La serata si è svolta in questo modo atipico, in tema con i tempi, dando modo ad artisti e pubblico di ridestarsi piano piano da questa letargia, così, senza strattoni, un po’ alla volta, in un delicato crescendo indolore atto a scrollarsi di dosso quella ruggine.
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