La chirurgia estetica, come tutta la scienza medica, ha fatto dei passi da gigante dal punto di vista delle tecniche, dei materiali, dei risultati. Ma è anche maturata nell’approccio agli interventi, così come sono maturate le pazienti nelle richieste allo specialista.
Cosa è cambiato? In che direzione si sta evolvendo l’approccio del grande pubblico alla Chirurgia Estetica? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Ginevra Migliori specialista in Chirurgia Plastica ed Estetica.
Dottoressa, quando, durante il Suo percorso formativo in medicina, ha capito di voler rivolgere la sua attenzione professionale al campo della chirurgia estetica?
In realtà io mi sono iscritta a Medicina perché avevo già deciso dall’inizio di dedicarmi alla Chirurgia estetica. Questa scelta è dipesa da una mia vicenda personale. Quando sono diventata adolescente il mio seno era cresciuto gravemente deformato. E’ stato uno dei periodi più brutti della mia vita. Evitavo di spogliarmi, evitavo di mettermi in costume, evitavo di stare con la schiena dritta, evitavo persino di guardarmi allo specchio. Evitavo insomma tutte quelle situazioni in cui c’era il rischio che qualcuno si accorgesse di questa deformità. Avevo il terrore di essere derisa da tutti.
Nel buio e nello sconforto della mia adolescenza ho avuto però la fortuna di avere dei genitori straordinari che mi hanno permesso di farmi operare e mi hanno dato tutto il loro sostegno. Ho sofferto moltissimo per quest’intervento. Ti parlo di oltre 20 anni fa – si usava una tecnica molto invasiva, che mi ha procurato molto dolore e molto disagio per quasi 2 mesi. Eppure, lo rifarei anche domani. Ecco perché ho scelto di dedicarmi alla medicina e chirurgia estetica: perché io stessa ho provato sulla mia pelle cosa significa avere un difetto fisico grave e dover convivere ogni giorno della propria vita con questa condanna. Ho provato però anche la gioia indescrivibile che prova il brutto anatroccolo deriso dagli altri ed infelice del proprio aspetto quando diventa un magnifico cigno.
Quali sono gli interventi in crescita?
Sicuramente c’è una forte richiesta di trattamenti che diano un effetto naturale, quindi niente risultati eccessivi che trasformino le persone. Fra gli interventi maggiormente richiesti c’è il ringiovanimento non chirurgico del collo, del decolté, delle palpebre e anche delle mani.
La chirurgia plastica ed estetica, fenomeno sociale o reale esigenza di benessere psicofisico; cosa è cambiato nell’approccio culturale a questo tipo di medicina a livello sociale?
Il fatto sostanziale è che viviamo tutti nella società odierna dove l’apparenza risulta fattore determinante. Presentarsi al meglio di se è fondamentale. Credo che siamo tutti più o meno influenzati da questo. Ecco perché un percorso gratificante di medicina estetica in realtà porta ad un benessere psicofisico, motivo per il quale oggi c’è un trend di forte crescita di richieste anche da parte degli uomini.
Ci aiuti a sfatare un mito, anche gli uomini si prestano a interventi di chirurgia estetica o è una branca ancora esclusivamente riservata alle donne?
Assolutamente sì, gli uomini hanno iniziato a curarsi in modo costante e rappresentano una quota significativa di questo mercato. Il medico estetico sta diventando un punto di riferimento e questo si evidenzia maggiormente nelle metropoli come Milano più aperte alle nuove tendenze in atto nella società.
Per quanto riguarda i costi di un intervento di chirurgia plastica, siamo ancora fuori mercato o è una pratica accessibile a più persone?
Gli interventi di chirurgia plastica in quanto interventi chirurgici hanno dei prezzi ancora rilevanti per la maggior parte delle persone; diverso è per la medicina estetica, che anche ad alto livello, è sicuramente più accessibile.
Si ricorda la richiesta più bizzarra o particolare che le abbiano fatto?
Sono molte le richieste bizzarre, sicuramente una delle più strane ma ricorrenti è quando una paziente di circa mezza età arriva con la foto sul telefono di una modella ventenne chiedendomi se è possibile diventare come lei. Ci vuole amore per le proprie pazienti, che devono essere ascoltate, capite e guidate, anche per far capire fin dove sia possibile agire e dove invece sia il caso di fermarsi perché non c’è allineamento tra le speranze e la realtà.
Un disagio fisico può creare problemi ancora più seri a livello psicologico ma molto spesso, invece, è solo legato alla sfera psicologica, in questi casi, come ci si comporta con un paziente?
Bisogna che il medico capisca se l’inestetismo lamentato dal paziente sia reale o immaginario. Alcuni pazienti infatti sono affetti da dismorfofobia, cioè hanno una percezione totalmente distorta della propria immagine corporea, ad esempio, ci sono pazienti che chiedono un aumento volumetrico delle labbra nonostante presentino già labbra voluminose. Diverso è se la stessa richiesta provenga da pazienti che oggettivamente hanno labbra sottili in proporzione al proprio viso e che quindi sono motivo di disagio e bassa autostima. In ultima analisi è appunto compito del medico estetico capire la psicologia delle pazienti e saperle guidare in modo responsabile.