Come una stella che brilla nel cielo della notte scura, così appare l’alta moda della stilista Eleonora Altamore che sfila con i suoi preziosissimi abiti nella passarella di “ModArt e Premio Margutta 2020”.
La Fashion designer, alla quale nel 2011 era stato conferito il Premio Margutta, ha portato nel catwalk 20 sue creazioni, impreziosite di perle, cristalli e pizzi. Tra essi il pregiatissimo e pezzo unico delle sue collezioni, l’abito adornato con 7 mila perle. A chiusura della sfilata il capo ispirato all’autunno, con tutti i colori tipici di questa stagione. Ad ogni outfit è stata abbinata una borsa della collezione Luxury and Artistic Bags by Eleonora Altamore.
In passerella abbiamo potuto ammirare l’Haute Couture, quella autentica made in Italy, con ricami e applicazioni pregiate cucite a mano dalla stessa couturier, con minuzia e passione, che solo chi ama veramente questo lavoro riesce a fare.
Eleonora Altamore con la sua creatività, estro e fantasia ha portato in passerella la magia, l’eleganza, la classe, la sensualità. La sua genialità fa sognare le donne e non solo, perché la bellezza è estasi, felicità, emozioni di cui tutti abbiamo bisogno, specialmente nell’attuale periodo in cui viviamo.
La sua partecipazione è stata premiata con una targa che le è stata consegnata dall’Ufficio stampa del Premio Margutta Gianluca Morabito.
Durante la serata è stato consegnato il Premio Margutta 2020, ideato da Giovanni Morabito, e rappresentato da una scultura realizzata dall’artista Angela Pellicanò, agli attori Alessandro Preziosi e Marcello Fonte, Dimensione Suono Roma, alla cantante Fiorella Mannoia, al gruppo musicale I Negrita, al Prof. Emmanuele Emanuele e alla giornalista Sabrina Giannini.
L’evento “ModArt”, confronto tra due filosofie artistiche Moda e Arte, è stato condotto da Valeria Oppenheimer. Durante la serata si sono esibite dal vivo in performance canore le bravissime Black Sheeps.
Le acconciature ed il trucco delle modelle sono state curate da Marcello Montalbano Compagnia della Bellezza e Tina Chiera.
Foto di Giancarlo Fiori