TEATROVID-19
Il teatro ai tempi del corona
Attraversando la terza fase (… finirà?)
“Sanpietrini” si può scrivere con la N o la M; lo scopriamo stasera da Valerio Di Benedetto e Alessandro Marverti. I due propongono un breve spettacolo all’interno di una saletta del teatro Trastevere, a conclusione della rassegna “TrasteStorie de’ piazza”, che avrebbe dovuto tenersi all’aperto sull’attigua piazza San Francesco d’Assisi, ma che a causa del maltempo è stata spostata in questa piccola sala all’interno.
Si tratta di monologhi in cui i nostri si alternano palleggiandosi il leggio e raccontando storielle simpatiche ed introspettive per intrattenerci e farci divertire.
Parte Valerio: il suo racconto è in realtà un suo rimaneggiamento di quello che per caso ha sentito in una chiacchierata rubata, mentre era in giro per Roma, camminando sui sanpietrini…
L’aneddoto riguarda due fidanzatini. Lei, completamente “partita” per lui, esprime le sue sensazioni e i sogni sul loro futuro. Lui, più rozzetto, con idee confuse ed un lessico ridotto a qualcosa di più di un grugnito, ha però la fortuna di essere preso sotto l’ala protettrice del nostro Valerio, che per salvarne la faccia, almeno davanti a noi, gli mette in bocca frasi poetiche che il disgraziato, con la sua cultura al limite dell’ analfabetismo, potrebbe solo sognare.
Non a caso Valerio, oltre ad essere un attore, ha un anche una buona vena poetica (ne è testimone un libro da lui pubblicato tempo fa, che raccoglie i suoi versi) e ci mette del suo, stravolgendo completamente quanto detto dal ragazzo. Deliziosamente, in maniera delicata ed ironica lo salva dalla lapidazione grammaticale, divertendo e facendo sfoggio della sua vena creativa.
Alessandro Marverti parte a ruota. Lui presenta le preoccupazioni di un personaggio atipico, parla con i suoi problemi (i debiti, l’affitto, le bollette) e li anima come fossero delle persone, dandogli peraltro modo di interagire con lui e tra di loro! Geniale, la comicità è assicurata.
Tra i problemi prendono vita anche gli imprevisti. Così, in procinto di partire per andare a fare un colloquio di lavoro a Firenze, mentre Disoccupazione piange per paura di perdere la relazione intima instaurata con il nostro personaggio, sopraggiunge Ruotabucata, che lo costringe ad abbandonare l’auto con cui deve partire, ma lo sfortunato, che a questo punto deve prendere un treno, incappa in Ritardoferroviario… Insomma, una gag continua, con tutti i problemi che partono con lui e finiscono per litigare tra loro…Un viaggio nell’ assurdo, ma assai divertente.
Carina l’idea dei monologhi di coppia.
Valerio riparte con una storia d’amore poetica e ironica come nel suo stile. Romantico, divertente, ma pur sempre paradossale, sempre in bilico tra serietà e ilarità, muove i suoi monologhi tra la sfera sentimentale e quella esistenziale.
Alessandro: il suo problema? Vomita ogni qual volta prova una forte emozione, o si trovi davanti ad una situazione difficile da gestire. Nervoso, insicuro, ipocondriaco, fa largo uso di medicine, difendendole a spada tratta da chi ritiene che invece facciano male.
È esperto, un veterano, ne conosce tutti gli effetti collaterali ed è in grado di selezionare quelle più idonee, ormai ne fa un uso abituale, quasi come come si trattasse di alimenti. Insomma, un personaggio piuttosto paranoico e fantasioso, che inscena infatti un imaginifico confronto tra cani.
Dandogli voce, gli fa esprimere i loro pensieri in un susseguirsi di dialoghi paradossali in cui viene messo in messo anche l’uomo.
Un’ironia borderline, assai divertente, seppur irrazionale.
I nostri continuano sullo stesso stile fino all’ultimo, divertendo e accalappiando l’attenzione dei presenti con il loro show.
L’amore, il sesso, la vita, il tempo che passa, le relazioni con se stessi e con le donne, la vecchiaia, i problemi e le fissazioni…
Scendono dal palco, lasciandoci con il sorriso e il buonumore.