Due chiacchiere con Francesca Nunzi sul libro ‘Uomini senza uccello’
Devo molto a Francesca che senza saperlo insieme ai suoi colleghi anni fa’, mi ha fatto pian piano affacciare al mondo del teatro ed entrarvi.
Ricordo ancora i primi spettacoli con lei al Teatro dei Satiri in compagnia del mitico Diego Ruiz.
Poi, dopo un periodo di stacco di qualche anno, ho sentito il richiamo di questo fantastico universo e ho ricominciato a seguirlo.
Lo scorso anno ho visto che Francesca si esibiva e l’ho voluta seguire di nuovo assistendo a ben tre diversi suoi spettacoli in una sola settimana!
L’adoro, per il suo modo di recitare, di entrare nell’ animo dello spettatore, facendolo ridere e commuovere. Mi riporta alla mente la mia infanzia, quando i miei ascoltavano le cassette di Gabriella Ferri, artista che ritrovo in alcuni suoi tratti, o quando vedevamo i film di Anna Magnani, con la sua romanità genuina e sana, anche questa ritrovo in lei.
Francesca è poliedrica, un’ attrice con la ‘A’ maiuscola, scrive i suoi spettacoli, ed è un’ottima cantante. Donna affascinante e cordiale, sempre prodiga di sorrisi e disponibile con il suo pubblico che si intrattiene con lei dopo il suo spettacolo per conoscerla, complimentarsi, scambiare due parole.
Oggi mi sento fortunato: non avrei mai pensato, anni fa, che avrei avuto l’onore e il piacere di scambiare con lei due chiacchiere e addirittura di intervistarla!
Francesca, ho letto il tuo libro tutto di un fiato, come se stessi assistendo ad un tuo spettacolo così da non perdere quell’atmosfera ironico-surreale che hai ricreato nel racconto. In realtà sembra una favola per adulti che vuole toccare la sensibilità (e l’insensibilità) di ognuno di noi, lati che possiamo trovare in entrambe i sessi. Sbaglio?
No, non sbagli
Il genere umano è fatto di uomini e donne.
Io qui mi diverto a prendere in giro dei lati maschili che irritano molto noi donne, ma so che noi donne abbiamo molti aspetti terrificanti che portano gli uomini a non sopportarci! Poi se si trova l’equilibrio si può stare molto bene, nonostante le attitudini diverse!
Oggi ti incontro nei panni di scrittrice. Che effetto ti fa indossarli? Hai pensato di portare in scena questo tuo lavoro?
‘Uomini senza uccello’ sarà una piece teatrale e, spero, anche un film ironico e surreale! Ho già qualcuno che me lo ha chiesto!
Scrivo da sempre, anzi ho iniziato prima a scrivere che a recitare quindi non sento la differenza in questi panni, mi ci sento comoda e a mio agio!
Com’è nata l’idea del libro e del suo titolo?
Vivendo a casa con tre uomini che non trovano mai nulla… viene piuttosto facile avere spunti ironici, mentre sul titolo devo l’intuizione a mio figlio Sergio e alla sua passione (che poi mi ha trasmesso) per la serie IL TRONO DI SPADE.
Ernesto è il protagonista. Ti sei ispirata a qualcuno in particolare o vedi in lui i difetti del maschio comune?
Ernesto è solo una cavia, in lui ci sono tutti gli uomini.
Amo molto Ernesto, è un semplice, un buono un po’ cazzone, ma ha una bella anima
Il titolo del libro lascerebbe pensare ad un contenuto leggero e comico, ma è davvero così?
Potrebbe sembrare, ma chi mi conosce o imparerà a conoscermi sa che sotto le mie apparenti leggerezze, nascondo sempre un messaggio di speranza e ottimismo per un vivere migliore!
Quanto di te c’è in Lisa, la moglie del protagonista?
Moltissimo, solo che lei è bellissima! Se dovessi fare un film prenderei Violante Placido!
L’episodio della ‘perdita’ che coinvolge Ernesto, sembrerebbe l’occasione per una sua riflessione che lo porta a scoprirsi. Ce ne parli?
La perdita di un qualcosa che credi non ti possa mai abbandonare è devastante e ti può stordire, ma visto che siamo esseri abitudinari e ci adattiamo a tutto, i giorni della perdita possono farci vedere il mondo da un altro punto di vista, chissà magari si possono fare scoperte incredibili anche su noi stessi! Come nel caso di Ernesto.
Immagini che il libro abbia suscitato l’approvazione divertita delle lettrici. Ti è capitato invece di ricevere critiche da parte di qualche lettore?
Qualche uomo piccino si è risentito, ma io ho risposto semplicemente che chi male fa male pensa!
La maggior parte degli uomini spiritosi e ironici ha apprezzato
Come vedi l’uomo di oggi?
Ho due figli maschi, vorrei che diventassero due uomini completi e con tutti gli attributi delle persone perbene (già lo sono per fortuna).
Ho insegnato loro a rispettare il prossimo e a vivere nel nome della dignità e dell’onore.
Non so come è l’uomo di oggi, spero che quello del domani sia un po’ così!
Che differenza trovi tra la stesura di un testo teatrale e quella di un libro?
Il libro ha bisogno di maggior concentrazione da parte mia, perché lo leggono gli altri.
I miei testi teatrali li scrivo con leggerezza perché so che poi li interpreto io e quindi pure se non sono precisi, so che poi li aggiusto facendoli.
Progetti futuri sia in campo teatrale che editoriale?
Ho delle riprese di spettacoli interrotti per il covid.
E poi mi accingo a scrivere il mio primo romanzo fantasy.
Il tuo rapporto con il pubblico sia da attrice che da scrittrice?
Il pubblico che mi segue mi vuole davvero bene e da sempre, perché sente quanto amore metto nelle mie cose. Finora io e il mio pubblico non ci siamo mai traditi. Io lavoro per loro, non per il mio ego!
Qual è la chiave per avere un buon rapporto con il pubblico?
Forse a questa domanda senza saperlo ho risposto prima. Il segreto è amare il pubblico più di se stessi. Loro lo percepiscono.
Quest’anno e mezzo di pandemia ha cambiato la tua vita? Come hai sfruttato il tempo a tua disposizione lontano dal teatro?
Ho scritto molto e ho fatto la mamma e la moglie. Ho pulito, cucinato è cercato di far star bene la mia famiglia.
Vuoi dire qualcosa al tuo pubblico?
Al mio pubblico dico e dirò per sempre GRAZIE per l’amore che mi dimostra ogni volta!
Sono davvero contento di aver fatto questa piccola chiacchierata con Francesca. Un’attrice che apprezzo e stimo, sia come persona che come artista.
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