Triennale Milano e ZERO presentano un nuovo appuntamento di Club ZERO, il ciclo dedicato ad approfondire i quartieri della città, le loro immagini, le loro architetture, gli oggetti, le persone, i vissuti. Quelli di ieri e quelli di oggi nel filtro del domani.
Dopo solo una settimana dal live di Porta Venezia ci si sposta a Ovest e si incontra l’Est. È il paradosso geografico più in voga di sempre. Il quarto appuntamento di Club Zero, martedì 21 settembre dalle ore 20.30, è Chinatown: la Sarpi espansa. Si parla di un quartiere che è una scatola cinese a cielo aperto, che contiene mondi infiniti come infinite sono le merci che quest’isola pedonale espone all’ingrosso. Sarpi: dove la Cina è un microcosmo in una tavola di cristallo, come il goban. Dove l’insostenibile leggerezza del kitsch lascia spazio alla poetica del Bubble Tea, al fanatismo gastronomico, ai fenomeni e alle medicine paranormali. Alla doppia lingua dell’italo-sinosfera, ai media che da qui comunicano in Cina e alla strana nippofilia di cui l’Occidente soffre, sempre e in continuazione. Chinatown: una vivacità caotica, carico-scarico, il mercato a cielo aperto come un teatro con dresscode fascinosi e bizzarri, cosplayer o lolita fashion, insomma un frontale tra il kitsch e il kawaii. Sarpi è Chinatown: un sogno lucido, umido e succulento come un panino del guerriero.
Il programma della serata comincia al Teatro Mendini, con un Dj Set di Luwei per aperitivo e Splendore in chiusura. In Giardino anche l’allestimento di So.Collective, social designer con un progetto in collaborazione con Tatreez Design.
Sul palco, dalle 21.00, si cerca di fare il punto sulle sonorità sarpiane. Si comincia con l’ibrido pop e nu-soul di Marta Tenaglia, cui segue un’esibizione della crew K-Pop: i ballerini fatti della stessa sostanza dei social. Polvere di successo. A seguire il palco è di Mike Lennon, rapper che concilia le anime dell’Est e dell’Ovest con tutta l’ironia e satira che si può immaginare, ma meglio. Per non farsi mancare nulla, si continua con la proiezione del cortometraggio Where the leaves fall di Alessandro Xin, giovane regista che, dopo Venezia, arriva in Triennale raccontando lo scarto culturale tra generazioni. In chiusura la scena è di Maggio: l’emo-rap del freestyle su type-beat. Il tutto presentato dalla queen della memetica calzare: Sasha Maria Bell.
Di fronte al grande cambiamento che le città stanno intraprendendo, anche rispetto a quest’inizio degli anni Venti del Ventunesimo secolo, ZERO segue la nuova scala dell’urbanità: dall’immagine del globo vista dallo spazio alle prossimità del sottocasa, scoprendo nuovi litorali per guardare le stelle, e da lì guardare al futuro delle città. Perché la riduzione di scala di quest’ultimo anno ha aiutato a capire una cosa: che nelle distanze più prossime, nei dintorni dei quartieri, è anche possibile vedere altri mondi.
Come vivere le nostre città oggi? Dove viverle? L’abitabilità di una città è una faccenda ampia, la sua immagine è ancora peggio: rifratta in un caleidoscopio di eventi, tragitti, località, velocità, tutte fatte da persone. “Località” non è un termine succube del globale, ma è dalla località che si lancia lo sguardo altrove; l’altrove comincia in una geografia dei dintorni tutta da scoprire, un reticolo frastagliato da cui ripensare la città come un puzzle, policentrica, dove ogni centro è un quartiere.
I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, l’Institutional Media Partner Clear Channel e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano. Il Main Partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.
ZERO
Dal 1996 ZERO è la bibbia della città, e la racconta attraverso persone, eventi e luoghi. ZERO è la piattaforma di riferimento per sapere dove andare a fare cosa e con chi. Grazie a una rete di 2000 creators e una community di più di mezzo milione di utenti nelle principali città Italiane, sviluppa progetti di comunicazione legati al territorio in cui si inseriscono, dai quartieri alle città, dalle persone alle comunità che le abitano.
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