TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (verso una maggiore capienza delle sale, ma che ancora non è stata firmata…)
Teatro Golden
Era davvero tanto che volevo vedere Pino al teatro e conoscerlo di persona. Ho visto tanti suoi film, dall’apparizione sul “Marchese del Grillo” al fantastico “Le donne non vogliono più”, poi il divertente “Storie d’amore con i crampi” e “Quando eravamo repressi” … Quanto ho riso, quanto mi sono divertito con lui! Il minimo era ringraziarlo di persona. Abituato a vederlo spesso in ruoli comici, mi colpì quella volta che lo vidi interpretare (non ricordo in quale film) un recluso. Stentai a riconoscerlo in quella veste da duro malfamato. Pino mi è sempre piaciuto, e non avendo mai avuto il piacere di vederlo al teatro, ne ho approfittato stasera. In questa commedia è in compagnia di Gianluca Ramazzotti, che ricordo di aver visto nel ruolo di cameriere, nella pazza commedia teatrale “Che disastro di commedia”; il suo ruolo era davvero esilarante, così come nei “Bonobo”, altra commedia in cui era esplosivo.
La nostra coppia insomma vanta notevoli esperienze nel mondo dello spettacolo, ed oggi è al teatro Golden con numerose date.
Mi piace questo tempio dell’arte molto caratteristico. Il palco è sul piano di calpestio, circondato su tre lati da una gradinata che lo sovrasta a forma di una grande “C”, dove prende posto il pubblico. Mi ispira l’idea di due possenti braccia composte di pubblico, che stringono in un caloroso e affettuoso abbraccio gli artisti in scena.
Stasera Pino e Gianluca si esibiscono per dare vita ad una commedia divertente, che prende spunto, seppur con ironia, da una situazione realistica e se vogliamo velatamente drammatica. Un uomo cerca di chiedere un prestito per lui indispensabile, ma la banca non vuole concederglielo perché non in grado di fornire valide garanzie. Questo darà vita a tutta una serie di situazioni paradossali e divertenti che ripropongono un’amara realtà, in cui bene o male molti di noi si sono trovati. Forse l’autore, a causa di qualche esperienza analoga passata, cerca di ridicolizzare il sistema bancario; forse si tratta semplicemente di una sua sottile vendetta atta a schernire questa realtà, o di una velata denuncia morale verso il mondo economico quando questo, meschinamente, arriva ad umiliare una persona in difficoltà.
Parte in sottofondo il brano “Money” dei Pink Floyd tanto per rimanere in tema.
Pino è un direttore di banca, Gianluca è seduto davanti a lui per chiedergli un prestito.
Da subito è rimarcato che il pover’uomo è una persona onesta, che vorrebbe ottenere un piccolo credito, non supportato da garanzie concrete, ma solo dalla sua sola parola d’onore. Il direttore, piuttosto restio, cerca di chiudere la discussione e cacciare il poverino affranto.
Entrambi gli attori vestono egregiamente il loro personaggio dandogli immediatamente una spiccata personalità e una forte credibilità e, aggiungendovi un evidente tocco personale, riescono a muoversi con la loro esperienza sia nei momenti di tensione che in quelli comici.
Davanti alla reticenza del bancario, il postulante minaccia di circuirne la moglie e conquistarla. Quello che sembra un invasato fa capire al direttore senza cuore che il suo veto lo porterà a perdere la moglie e a rimanere solo, senza casa e figli. Altre asserzioni fanno credere al povero direttore di essere stato osservato e seguito e di essere belle mani di questo singolare tipo, che dà l’impressione di ben conoscere lui e ciò che lo riguarda. Il disperato sembra essere risoluto nei suoi propositi ed assai determinato. Il “seduttore” comincia sempre più a fare breccia nell’animo del responsabile e a metterlo in crisi, rendendolo sempre più suo succube. Di fatto, se lui otterrà il prestito, non dovrà temere per la moglie.
La sceneggiatura della commedia permette ad entrambi questi navigati artisti delle scene di manifestare appieno il carattere del proprio personaggio, toccando sia il lato più sensibile che quello più coriaceo.
Bella la lunga sfuriata di Pino, che quasi in un sol fiato, inveisce contro l’improbabile cliente sfogando la sua rabbia e frustrazione accumulata. Tanto bella e credibile che i due sono costretti a fermarsi ed attendere la fine dello spontaneo applauso della platea.
Esilarante la parte in cui Pino, rimasto solo dopo aver cacciato il poveraccio, dubbioso e timoroso per l’insolita minaccia, telefona alla moglie per spiegarle quanto accaduto. Lei, più risentita che intimorita, si picca perché la sua sicurezza è stata barattata con un prestito peraltro irrisorio. Ovviamente dalla telefonata ne nasce un’efficace e divertente monologo di Pino, che pare davvero discutere con una persona all’altro capo del telefono.
Dopo quella che sembra un’attenta riflessione del discutibile comportamento avuto nei confronti del povero diavolo, Pino lo richiama per un confronto e per concedergli finalmente il prestito aumentandogli il credito. In realtà il direttore mira a ricevere l’ aiuto del pazzoide esperto di faccende amorose, gli svela infatti di essersi lasciato con la moglie proprio a causa di quella telefonata e spera in un suo intervento risolutivo. Il tutto sembra più un disperato tentativo di “corruzione” del seduttore, mirato a carpirne segreti e consigli, nel tentativo di recuperare il matrimonio. La sciocca telefonata ha dato solo il colpo di grazia ad una relazione già evidentemente in crisi. Nonostante l’impegno di Gianluca, Pino si rivela un imbranato che, di fronte ai suoi limiti, è costretto ad implorare l’improbabile seduttore a telefonare alla moglie per scusarsi e addossarsi le colpe di tutto. Lei però incuriosita o forse per ripicca, gli chiede invece di incontrarsi, dunque il rischio che il buon mascalzone metta in atto il suo piano è sempre più probabile, ma almeno così può mantenere la sua parola, seppur approfittando della donna, di far tornare insieme i due e ottenere finalmente il suo credito. Ma lo stratagemma non funziona e l’epilogo imprevedibile e divertente che ne segue, sarà di lezione per entrambi gli uomini.
Lo spettacolo procede bene, senza cedimenti; i nostri due spingono, divertono, toccano le corde del pubblico. Sono padroni del palco, sempre espressivi, buffi e divertenti. Ho apprezzato il loro modo di modulare con sapienza i toni di voce, per far risaltare i momenti comici e drammatici, ma soprattutto sono testimone di come questa coppia vincente sia maestra nell’ intrattenere efficacemente il proprio pubblico.
Pubblico che a fine spettacolo, divertito e soddisfatto, ha atteso Gianluca e Pino all’esterno del teatro per salutarli. Loro si sono rivelati affabili, disponibili e molto alla mano, hanno ricambiato l’affetto intrattenendosi con gli spettatori rimasti. Io? Io finalmente ho coronato il mio desiderio di conoscere Pino di persona non nascondendogli la mia emozione per aver potuto incontrare finalmente un attore che stimo ed apprezzo da anni e che, senza saperlo, mi ha accompagnato per lustri con i suoi film, che ho associato piacevolmente ad alcuni passaggi importanti della mia vita. Il piacere si è protratto nel rincontrare Ramazzotti che vidi alcuni anni fa e che si conferma un professionista capace e coinvolgente.
Entrambi bravi, professionali, capaci, divertenti, istrionici, degni rappresentanti di questo mestiere.
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