14 Wo(man)

Pinterest LinkedIn Tumblr +
TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (Tutti con la mascherina e la sala piena!)

con Carmen Di Marzo, testo e regia di Paolo Vanacore, musiche di Alessandro Panatteri

Teatro Testaccio

Di nuovo qui con gli ospitali Valter, Marco ed Alessia in questo adorabile teatro. Stasera sarà in scena la strepitosa Carmen Di Marzo, attrice conosciuta per le sue numerose apparizioni sia teatrali che sul grande e piccolo schermo.

Il monologo che presenta è ispirato ad una storia vera e prende spunto da una serial killer inglese che nel 2013, in un breve lasso di tempo, ha compiuto alcuni efferati omicidi; tutti su persone di sesso maschile. Ancora oggi è ritenuta una delle donne più pericolose della terra d’Albione e giustamente ancora in carcere, sta scontando la sua pena.

Joanna Denney, questo è il suo nome, convive con il suo conflitto interno tra il bene e il male. Ossessionata dal web, uccide e condivide le foto dei suoi scempi per ottenere dei likes sui social e ci riporta così, volenti o nolenti, a riflettere sull’uso indiscriminato di questi mezzi telematici. Joanna è indiscutibilmente una psicopatica, la sua distorta visione della realtà la fa sentire al di sopra di tutto e di tutti e la fa ergere su una posizione da intoccabile. Sono gli altri, gli incapaci, i deboli che la spingono a compiere questi crimini. Altri che lei punisce per la loro mediocrità. Dalla forte personalità, questa donna colpisce gli uomini con cui inizia sempre una relazione sessuale. Una sessualità distorta ed evidentemente prorompente che, aggiunta alla sua forte personalità, la porta a dominare il maschio di turno che, quando la stanca, le fa compiere l’atto estremo. Anche se intelligente, è però priva di qualsiasi morale e rimorso; appaga i suoi bisogni psicologici scovando i punti deboli che usa per soggiogare la sua vittima predestinata.

Ispirata da questa folle, Carme si cala nei panni di un personaggio italianizzato e ribattezzato col nome di Giovanna Dionne, la fa vivere qui a Roma per farla sentire più vicino alla realtà del pubblico presente, la porta sulla soglia di casa nostra, affinché la sua presenza malata sia palpabile, manifesta.

Carmen stasera riesce egregiamente ad interpretare un personaggio disturbato rendendolo, con le sue capacità recitative e attraverso la sua trasformazione assolutamente realistica, convincente ed emozionante per l’intera platea.

Joanna dalle foto non sembra essere una bella donna, non ha dei lineamenti piacevoli. Al contrario Carmen è deliziosa, femminile e delicata, ma nella sua trasformazione sul palco queste piacevoli caratteristiche scompaiono per lasciare posto a quel mostro che vuole interpretare. Carmen ha deciso di giocare con la parte oscura di quell’essere, di adottarla, comprenderla, sviscerarla, entrare nella sua psicologia e nel suo intimo per poi convincerci, con la sua indiscutibile bravura recitativa, di poter essere lei. Per un’ora ci svela la sua controversa storia, ci affligge, ci inorridisce e ci colpisce nel profondo. È stata in grado di giocare con i fantasmi di quell’ inconscio malato facendoli vivere sul palco, li ha liberati per mostrarci il loro orrore, per poi relegarli ed imbrigliarli di nuovo tra quelle pagine di cronaca nera e restituirli al mittente.

womanCarmen si muove su un palco diviso in spazi delimitati da giochi di luce in cui tira fuori, di volta in volta, i diversi aspetti della sua marcia personalità. Sembrano delle aree atte a circoscriverla, a confinarla per separarla da noi e tutelarci così dalla bestia che è in lei. Gabbie invisibili rappresentate dalla luce, usate come vetrine per mostrare il suo lato più interiore che così si può svelare e sfogare senza intaccarci. L’oscurità intorno a quella luce è il buio interno in cui lei vive. Ben ricreato sul piccolo palco, il buio pervade la scena e abbraccia gelidamente il pubblico. Suo complice la protegge, la nasconde, ma anche la domina e la imprigiona rendendoci efficacemente l’idea del suo stato di angoscia. Buio squarciato da sapienti luci che virtualmente la penetrano per metterla a nudo.

womanGiovanna/Joanna, seduta al centro del palco, ci propone balbettante ed incerta con la sua voce fastidiosa e sbiascicata, retaggio della sua vita dissoluta e dell’uso di psicofarmaci, un’ intervista in cui racconta la sua storia. Poi si sposta su un giaciglio dove la vediamo lottare con le sue paure, le angosce, i sensi di colpa e i suoi demoni che le riempiono gli incubi notturni. Poi ancora la troviamo seduta dietro un tavolo mentre chiede aiuto al suo dottore dalla sua cella… Ogni volta che si muove in una “nuova scena”, si crea uno spaccato della sua vita in cui lei muta atteggiamento. Parla, si confida, si sfoga, chiede aiuto vantandosi però sempre dei suoi gesti estremi come “necessari”.

womanPur trattandosi di un monologo, Carmen interagisce con presenze fuori campo: i suoi amanti, il dottore, il giornalista… La mia sensazione è che la presenza immaginaria di altri personaggi consente alla protagonista di parlare con se stessa e capirsi, forse perdonarsi e redimersi, usando quelle che a volte sembrano entità che solo lei percepisce, fittizie creazioni della sua mente che le servono per giustificarsi, sfogarsi, raccontarsi, ma anche per implorare aiuto. Incapace di avere un rapporto umano con le persone con cui è in eterno conflitto, capisce nel suo profondo di averne bisogno. È evidente che c’è in lei una piccola parte umana che soffoca e che vorrebbe uscire e respirare a pieni polmoni. Questo a mio avviso è il messaggio del testo in cui Carmen mette tutta se stessa. La sua interpretazione colpisce ed ammutolisce, si crea così un’atmosfera pesante e drammatica, che stranamente in qualche occasione riesce a strappare anche qualche risata che spezza l’assurdità del suo racconto. Risate amare però, che ci rigettano nuovamente nell’orrore di questo personaggio così ben rappresentato attraverso i suoi drammi, le sue fragilità, il suo dolore e il suo male di vivere. Carmen si muove con classe tra queste emozioni che convincono il pubblico, lo rapiscono e lo tengono sulle corde per tutto spettacolo. È profonda, intensa, dannatamente realistica e riesce ad inorridirci e ad impietosirci, facendoci paradossalmente affezionare a quella recondita porzione di buono che c’è da salvare del suo personaggio. Immancabile il meritato bagno di folla dopo lo spettacolo del pubblico e dei colleghi attori che si sono complimentati con lei, con l’autore del testo e con l’autore delle musiche che hanno confezionato ed accompagnato uno spettacolo forte e duro. Spettacolo che lei ha ben saputo interpretare.

woman

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com