Bene Targa in ricordo di Pamela. Il 13 aprile fiaccolata per dire basta alle gravi responsabilità politiche ed istituzionali sulla sua barbara uccisione.
“Pamela non può essere dimenticata per questo riteniamo importante che l’amministrazione capitolina abbia deciso di porre una targa a Piazza Re di Roma proprio lo stesso giorno e nelle stesso luogo in cui si svolgerà ed arriverà il corteo che vedrà la partecipazione di numerose associazioni e vittime dimenicate” lo dichiara il Coordinamento delle Associazioni a Tutela delle Vittime Dimenticate che ha organizzato per il 13 aprile una fiaccolata che partirà alle ore 19 in via Saluzzo e terminerà in Piazza Re di Roma dove interverranno i familiari di Pamela, esponenti politici, associazioni organizzatrici ed aderenti, familiari e vittime dimenticate.
“La sua uccisione, così violenta, barbara, efferata, oltre a sconvolgerci al di là di ogni immaginabile, ci pone anche tanti interrogativi, sul nostro Stato, sulla nostra classe politica. Dove erano i responsabili della struttura nella quale Pamela era in cura quando si è allontanata? Perché nessuno la controllava? È urgente svolgere verifiche approfondite su come funzionino queste strutture e su come vengano gestiti gli ingenti fondi pubblici di cui esse sono destinatarie: perché Pamela non è stata la prima e non sarà l’ultima ad essere vittima di questa palese mala gestione. Storie di allontanamenti o di fughe simili, si sentono sempre più spesso,oltre a morti sospette ed a tentativi di suicidi. La madre era certa che lì,in quella comunità,Pamela sarebbe stata seguita bene, sperava di vederla tornare a sorridere. Invece no, Pamela è stata uccisa,da alcuni barbari,che allo stato dei fatti sembrano corrispondere ad alcuni immigrati nigeriani, giunti clandestinamente in Italia, non per riscattarsi ma per delinquere, per spacciare droga.
Di fronte a tutto questo, i nostri politici hanno fatto finta di non vedere. Complici di un sistema corrotto e di una immigrazione ormai incontrollata ed incontrollabile. Anche se,in effetti,per certi versi, ben si comprende che,per loro,condannare tutto ciò vorrebbe dire, di riflesso,condannare le loro stesse scelte scellerate”.
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