“Manca solo Mozart”, da un’idea di Marco Simeoli, scritto e diretto da Antonio Grosso

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Teatro Vittoria

La storia è vera, Marco racconta del negozio di musica che aprì il nonno, tuttora esistente e ancora attività di famiglia. Proprio qui nasce questo bellissimo e toccante monologo, chiaramente sentito e vissuto con grande emozione da Marco perché è un pezzo della sua vita, del suo passato. Lui è strepitoso nel raccontare, sembra non avere neanche il tempo di respirare per presentarci con passione una storia straordinaria, trasmettendoci ogni emozione.

Il negozio “Musica Simeoli” si trova davanti al conservatorio “San Pietro a Majella” a Napoli, dunque è sempre stato un centro nevralgico per tutti quelli che studiavano musica e per quelli che erano o sarebbero diventati nomi noti del panorama musicale napoletano e non.

La storia è meravigliosamente costruita attraversa vari periodi storici, e inizia dall’apertura dell’attività negli anni ’20, quando il lavoro andava così bene da permettere alla famiglia di nonno Salvatore di crescere ben otto figli, fondare una casa editrice, una scuola di musica, una squadra di calcio e di vivere in una bella villa con tanto di servitù. Divertentissimo il racconto del sarto personale e della moglie, entrambi personaggi alquanto singolari, che permettono a Marco di creare una scenetta davvero esilarante.

Non mancano, nella storia, i momenti tristi, che Marco ci racconta in modo toccante; sono quelli che riguardano il fascismo e la guerra, durante i quali tutto ciò che Salvatore aveva costruito, piano piano scompare, si dissolve; la famiglia perde tutto quel benessere che aveva acquisito ma rimane, nonostante tutto, unita.

Questo è il periodo su cui lo spettacolo si sofferma di più. Tutto molto coinvolgente e ben raccontato; tra gli episodi c’è quello dell’incontro con Donna Rachele e del ballo che Salvatore immagina di fare insieme a lei: pura poesia, un momento di magia. Poi tutto si infrange, con l’obbligo di affissione del manifesto “negozio ariano, vietato l’ingresso agli ebrei”, che ci riporta violentemente agli anni bui.

Archiviato questo periodo difficile della nostra storia, si passa al boom economico degli anni ’60, alla speculazione edilizia e purtroppo anche al colera, fino alla scomparsa di nonno Salvatore. Così l’attività passa ai suoi figli, che con la stessa abnegazione e passione la portano avanti.

Ma nonno Salvatore non ci lascerà, apparirà ancora nel racconto e sarà una presenza costante, sempre presente. Sarà lì, silente, a osservare il panorama musicale che cambia, ma la passione per la musica non muterà mai. Il negozio di famiglia infatti è sempre lì, davanti al conservatorio, ma nella storia che si sviluppa sulla scena sembra eterno, sospeso in un tempo non definito. Certamente complice è la scenografia suggestiva che ci accompagna in questo viaggio malinconico nel tempo, dove la storia dell’ attività si fonde con quella familiare, quella di Napoli che cambia e quella dell’Italia stessa.

Perché “Manca solo Mozart?” Perché in questo magico negozio, secondo il famoso capo camorrista Raffaele Cutolo, entrato per chiedere il pizzo, mancano gli spartiti e le musiche di questo compositore… Qui Marco si sofferma su un’altra parte toccante della storia, quella in cui suo cugino, che ha ereditato l’attività dal nonno, spiega al malavitoso cosa sia per lui la musica, e lo lascia senza parole, inducendolo addirittura a manifestargli un profondo rispetto reverenziale. Le parole che Cutolo riuscirà a proferire saranno piene di riguardo e assicureranno all’uomo protezione da chiunque proverà a pretendere il pizzo in futuro.

Il finale è un altro tocco di classe in cui Marco rompe le barriere del tempo e senza indugio si cimenta, con tanto di movenze, abbigliamento e canto, in una modernissima rappresentazione musicale dal ritmo rap, lasciando spiazzati tutti noi in sala.

Marco Simeoli è un grande artista napoletano, ricco di professionalità ed esperienza fatta sul campo spalla a spalla con altri grandi mostri dello spettacolo tra cui il grande Gigi Proietti, con cui ha spesso collaborato e che porta ancora con sé nel cuore come sul palco. Di tanto in tanto, infatti, si affaccia l’eco di Gigi, non solo suo collega, ma anche grande amico, che sembra essere sempre al suo fianco.

Raccogliendo ricordi e aneddoti tramandati dalla famiglia, nasce questo fantastico monologo ricco di vita, esperienze e grandi emozioni, che racconta cose belle ma anche tristi. Una raccolta di emozioni che altrimenti si sarebbero pian piano perse nel tempo. Grosso e Simeoli ne fanno uno spettacolo coinvolgente ed avvolgente, ricco di emozioni e passioni, comico e serioso, che trova la sua forza nell’amore per la famiglia e per Napoli. Antonio Grosso, oltre che bravo attore, è anche un ottimo sceneggiatore: “Minchia signor tenente”, “Una compagnia di pazzi”, “Manca solo Mozart” … sono opere d’arte. Marco Simeoli? Un grande artista in grado di far emozionare, ridere, riflettere e con il potere di fermare il tempo per tutta la durata di un suo spettacolo…

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