In due giorni workshop, dibattiti, 31 laboratori tematici e centinaia di ospiti tra cui il ministro Schillaci.
Premiati 21 manager come “Ambasciatori della sanità italiana”
Oltre 6.000 persone, 1.300 in presenza e 5.000 online, hanno partecipato alla seconda edizione dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali svoltosi a Roma.
Un appuntamento organizzato da Koncept divenuto di riferimento nazionale per la sanità italiana e che ha riunito centinaia di ospiti: scienziati, professionisti, manager per uno scambio di idee e progetti innovativi. Da segnalare l’intervento del Ministro della Salute Orazio Schillaci, del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, di tutti i direttori generali dei grandi ospedali italiani.
La seconda edizione dell’evento è stata ospitata dall’Azienda ospedaliero – universitaria Sant’Andrea e dalla Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata di Roma, due dei più importanti ospedali italiani, insieme a Sapienza Università di Roma e Università Tor Vergata.
Workshop, dibattiti, 31 laboratori tematici, premiati 21 manager come “Ambasciatori della sanità italiana”.
Una due giorni che coinvolto gli ospedali italiani di punta, molti dei quali figurano nella classifica dei 250 migliori ospedali a livello globale, per uno scambio con le principali aziende sanitarie del Paese, partner di innovazione e stakeholder.
L’obiettivo principale dell’evento è stato quello di promuovere una condivisione di idee, esperienze e progetti, per potenziare l’assistenza sanitaria, la ricerca e la formazione di nuovi professionisti.
“Siamo soddisfatti perché l’evento ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il rapporto tra grandi ospedali e il territorio – ha dichiarato Giuseppe Orzati di Koncept – Al centro dell’Open Meeting c’è stato il dibattito/confronto su come l’innovazione tecnologica e l’espansione delle competenze trasversali possano migliorare l’assistenza sanitaria.
E’ stata rivolta una particolare attenzione all’intelligenza artificiale ed alla realtà virtuale. Si è discusso di come garantire la sicurezza all’interno delle strutture sanitarie riducendo il rischio di infezioni, e di come migliorare i risultati della cura”.
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