Teatro Vittoria
Scritto e diretto da Edoardo La Rosa con
Edoardo La Rosa (John Contantin Miller)
Federico Capponi (Charlie Roger)
Filippo Macchiusi (William Mortimer Green)
Eugenio Banella (Philip)
Sono corso dietro a questo spettacolo per alcuni mesi, non riuscendo mai a vederlo a causa di impegni pregressi. Approfitto per vederlo stasera, visto che il Teatro Vittoria lo inserisce nella rassegna “Salviamo i talenti” insieme ad altri tre lavori.
Non tutti sanno da cosa derivi la definizione “scemo di guerra”. Si tratta di un veterano, o forse è meglio dire un sopravvissuto alla guerra, che aveva perso il senno. Tornato dal fronte, era talmente scioccato da manifestare tremolio costante ed inebetimento per i forti traumi subiti in prima linea, quasi sempre dovuti a forti esplosioni.
Tornato in società, non gli venivano riconosciuti i meriti di guerra; tutt’altro, diventava un reietto di quella stessa società che ne aveva sacrificato la ragione e la stabilità mentale e peggio, veniva apostrofato come un vile per il suo aspetto tremante, rimanendo inabile ed invalido.
In questo caso il titolo dello spettacolo vuole essere una critica alla guerra e forse anche alla società che ne fa uso. Una guerra che in Europa pensavamo di aver allontanato dopo i conflitti mondiali, ma che oggi inevitabilmente si riaffaccia prepotentemente sul nostro continente come discutibile soluzione ai problemi tra le popolazioni che non riescono a trovare una soluzione politica attraverso il dialogo.
Credo che Edoardo, con la sua proposta, voglia dirci proprio questo e sul palco ci porta tre soldati: John, William e Charlie, che dopo essere stati decimati da un attacco nemico, rimangono fermi al loro avamposto per proteggere un ponte con la loro vita.
Ognuno ha un carattere differente che impareremo a conoscere, e una motivazione che lo ha portato a svolgere quella che potrebbe essere l’ultima missione.
Tra le varie situazioni belliche in cui o nostri sono implicati, apparirà anche il nemico, che i nostri fanno prigioniero, tale Philip.
La scenografia ricrea fedelmente un ambiente di guerra con tanto di sacchi imbottiti per proteggere le postazioni, e teli mimetici.
Le luci alle loro spalle danno un tocco efficace e suggestivo e ricreano la giusta atmosfera.
Siamo in una guerra qualunque, in un non tempo, in un non precisato fronte, contro un nemico qualsiasi che viene apostrofato con ogni nomignolo e la sua provenienza o appartenenza a qualche nazione è volutamente dubbia; questo per non etichettare nessuno come il nemico, che è solo la stupida guerra.
Anche se l’associazione con il conflitto nel Vietnam mi è venuta spontanea.
I nostri giocano con i loro personaggi con momenti profondamente seri che sfociano sempre in una forte ironia, e con altri volutamente comici ai margini della demenzialità.
Il risultato è la ridicolizzazione della guerra, delle morti e delle distruzioni inutili che porta con sé.
Lo spettacolo, quindi, è un’accusa a questa cruenta scelta dell’uomo, e deride la guerra mostrando gesti e comportamenti che un soldato non avrebbe.
È proprio attraverso questi atteggiamenti assurdi e spesso fuori luogo che l’idea dello spettacolo funziona e lo rende originale.
Un modo personale di ironizzare su questo tema ma senza superficialità, sottolineando a tratti in chiave ironica il machismo di questi soldati, ma anche il loro lato più infantile, genuino, semplice e la loro umanità.
Tra i soldati si crea una sintonia che sfocia in una genuina goliardia atta a divertire il pubblico, e a mio avviso raggiunge il suo apice con l’ingresso del prigioniero disertore, con cui si creano intrecci che raggiungono divertentissimi picchi paradossali e surreali.
La commedia vuole divertire il suo pubblico attraverso un tema scottante cercando di umanizzarlo e al contempo sminuirne l’atrocità con trovate alquanto fantasiose.
Con le loro mimetiche e le armi, ispirandosi velatamente a film come “Full metal jacket” o “Apocalypse now”, esagerando i loro personaggi utilizzano tutta la loro mimica e comicità per donarci una serata spensierata.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv