Altrove Teatro
Di Francesco Sala e Massimo Wertmuller
Musiche composte ed eseguite dal vivo dal maestro Pino Cangialosi
Regia di Francesco Sala
Una Produzione Milleluci
L’Altrove Teatro è un locale accogliente e particolare. Ha una piccola ed intima sala con un bel palco e altre piccole sale deliziose, tra cui una che stasera ospita una mostra di disegni di Massimo Wertmuller. Tutti in tema con la serata, denunciano il maltrattamento e lo sfruttamento degli animali, e il degrado del nostro ecosistema a causa dell’uomo.
I più attenti si saranno accorti che ho già parlato a giugno di questo spettacolo, che era stato proposto in un’altra sede. Ma io ho un vero e proprio debole per Massimo, non nascondo la grande stima che provo per lui, ed avendolo visto purtroppo troppo poco a teatro, sto cercando di recuperare il più possibile il tempo perduto. Ho voluto così festeggiare il mio compleanno in maniera originale, rivedendo questo emozionante spettacolo.
Di Massimo mi piacciono la simpatia, la schiettezza, il suo approccio diretto, l’affabilità e la disponibilità. Mi affascinano la sua recitazione e il tono della voce calda, pacata e profonda. Lo ritengo un’icona dello spettacolo italiano.
Ma ci sono anche altri aspetti che apprezzo: la grande umanità, l’amore per gli animali e il suo grande impegno per i diritti del mondo animale. È lodevole che un personaggio conosciuto utilizzi la sua notorietà per farsi promotore di un impegno civile, esponendosi in prima persona e facendosi porta bandiera di un’idea.
Nel caso di questo artista, Il suo impegno è quello di sensibilizzare al rispetto e alla protezione dei nostri fratelli a quattro zampe. Encomiabile.
Così nasce l’idea di un monologo scritto insieme a Francesco Sala, altro artista con grande esperienza di regista, autore, attore e docente di teatro, e con il supporto musicale di un altro nome noto: Pino Cangialosi, musicista professionista, compositore, docente presso il Conservatorio di Latina…
Lo spettacolo di stasera mi riporta a provare le stesse emozioni della prima volta. Ha subito qualche cambiamento, come l’inserimento di un paio di brani cantati e altri piccoli e gradevoli miglioramenti che ci condurranno in un viaggio nella natura senza mettere il naso fuori dal teatro. Con un pizzico di fantasia e seguendo le istruzioni di Massimo, vi troverete immersi nel bosco.
Siate pronti a forti sensazioni e ad immergervi in questo ambiente attraverso un approccio che non avevate mai provato, ad un incontro con uno degli animali più bistrattati del regno animale: il lupo.
Uno stupendo ed affascinante essere, ormai a rischio di estinzione, che spesso è rappresentato come una figura negativa, se non addirittura maligna, dalle nostre tradizioni popolari e dalle leggende europee. Una bestia, a dire, feroce e pericolosa che si ciba di pecore ma anche di bambini, soprattutto se cattivi. Così ci raccontavano i nostri nonni da piccoli, per farci stare buoni.
Per fortuna il lupo ha anche una connotazione positiva nella storia, come nelle vicende che lo legano a Romolo e Remo, a Marte o a Odino che cavalcandolo nella mitologia nordica, ne fa il simbolo della vittoria.
A dispetto degli esseri umani, il lupo non mette mai un inetto a capo del branco, aiuta il più debole e rimane fedele per tutta la vita alla sua compagna. Il detto “In bocca al lupo” nasce come allusione al posto più sicuro in cui può trovarsi un cucciolo: la bocca della madre…
Lo spettacolo comincia con Massimo e Pino che già parlano da dietro le quinte. Si preparano ad un’escursione vestiti simpaticamente da boy scout, il loro intento è di accompagnare un gruppo di piccoli esploratori in una gita tra i boschi.
Durante il monologo ci soffermeremo su questo cugino del cane che non sa abbaiare, un animale selvatico nato per rimanere libero ma costretto in spazi sempre più ristretti a causa della invadente presenza umana. È braccato da cacciatori, bracconieri, contadini e allevatori perché cerca il cibo, né più né meno di come faremmo noi al suo posto, anzi come per milioni di anni abbiamo fatto contendendoci con lui gli stessi spazi.
Massimo Wertmuller sfodera tutta la sua sensibilità e come un Virgilio della natura ci porta per mano nel mondo selvatico mettendoci di fronte alle nostre responsabilità di uomini per i danni inflitti all’ambiente prevaricandolo, invadendolo, distruggendolo e ghettizzando le sue creature in spazi angusti.
Gli argomenti trattati abbracciano anche la politica e la tradizione con i più svariati aneddoti, attinti anche dalla storia e dal mito, con l’intento di restituire un’immagine più appropriata, realistica e rispettosa del lupo e del suo rapporto con l’uomo.
Il testo passa in rassegna anche citazioni di Trilussa e Lucrezio, ed è sempre accompagnato da una colonna sonora piacevole, che rievoca un costante richiamo alle sonorità della natura. Pino Cangialosi, molto attento, delicatamente costruisce un tappeto sonoro idilliaco inserendo, oltre alla tastiera, strumenti a fiato più antichi ed etnici, forse strizzando l’occhio al dio Pan dei boschi, o le percussioni, da sempre legate alle popolazioni antiche che vivevano nella natura. Non disdegna poi di interagire molto simpaticamente con Massimo.
Ma il lupo non è l’unico essere vivente tirato in causa, perché ci sono anche l’orso, il falco, l’alce, il cervo, la volpe, l’aquila, la tartaruga il cinghiale… anche loro, Massimo ci fa notare, sono esseri senzienti. Sentono, come noi. Così non può mancare una digressione sulla pratica vegetariana, di cui l’attore è osservate.
In questo percorso non manca una critica alla nostra egoistica civiltà incontrollata che sfrutta e depaupera la Terra, rimanendo sorda ai suoi avvertimenti e richiami di aiuto.
Noncurante, preferisce seguire la sua vocazione all’autodistruzione correndo ciecamente verso il baratro dell’estinzione. Il rapporto dell’uomo con la biodiversità, auspica Massimo, deve prendere una strada alternativa; un cambiamento deve esserci, e deve partire dalla difesa e dal rispetto per il mondo degli animali selvatici, sempre più vicini alle nostre città in cerca di cibo e spazi d’azione.
Dobbiamo imparare a convivere con loro. “L’uomo butta le bombe sui bambini… forse se lo togli dal mondo, il mondo si salverà”. È vero, gli animali non hanno lo stesso potere distruttivo dell’uomo e soprattutto vivono in comunione con ciò che li circonda, prendendo ciò che gli occorre senza inutili eccessi e sprechi.
Una frase che mi colpì e che anche oggi mi colpisce è “I soldi puzzano, la natura profuma…”, quant’è vera questa affermazione! Quanto siamo più attratti da quella puzza e quanto questa ci abbia fatto dimenticare il piacere di quei profumi.
Si passa poi alle fiabe. Ricordate la fiaba di zio Lupo? Quella di Cappuccetto rosso? E quella di Pierino e il lupo o dei Tre porcellini?
Dove il lupo ha sempre una connotazione negativa. Ma Massimo, con ironia, poesia, amore, passione e profondità, e con l’aiuto prezioso della musica di Pino, rende particolarmente efficace questa narrazione facendoci innamorare non solo del lupo, ma di tutto l’universo che lo circonda. Il racconto è così vivo, che sembra di sentire i passi dell’animale avanzare, il fruscio dei cespugli, il rumore del vento, l’odore del bosco e delle sue fragranze.
Chiudendo gli occhi, questo sodalizio tra la musica e la sua voce, dà la sensazione di essere davvero in un bosco accarezzati dal vento e sfiorati dalle piante, sentendo l’odore dei funghi e ascoltando il verso di qualche animale di passaggio.
Una bella ed intensa esperienza che andrebbe esportata nelle scuole, per educare i bambini e i ragazzi all’amore per la Terra e tutti i suoi ospiti. Ancora meglio, si potrebbero coinvolgere i gruppi scout e, perché no, produrre anche una versione audiolibro.
Un’ora di monologo per riflettere e divertirci insieme ad un grande professionista appassionato in cui intravedo di tanto in tanto echi di Gigi Magni, Pietro Garinei, Gigi Proietti, Alberto Sordi, Paolo Panelli e Aldo Fabrizi; ma soprattutto, tanto, tantissimo Massimo Wertmuller. A mio avviso un monumento vivente del teatro e del cinema italiano.
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