“Conto alla rovescia”

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Teatro de Servi
Di Federico Valdi
regia di Gianluca Delle Fontane
Francesca Cordioli, Sara Todisco, Giacomo Cremaschi, Giuseppe Coppola, Federico Valdi, Massimiliano Viola

È la vigilia di capodanno, siamo in un appartamento pieno di scatoloni pronti per essere portati via. Dentro è racchiusa la triste vita del loro proprietario. Questo sarà un capodanno particolare per lui, sicuramente diverso, come anche per tutte le persone che passeranno per il suo appartamento. Nonostante l’apparente tranquillità, sembra prepararsi qualcosa di travolgente…

Clara (Francesca Cordioli), la proprietaria della casa, è una persona rigida e fomentina, determinata a risolvere il sospeso con il suo affittuario.

Ha per aiutante Nicola, il figlio del portiere dello stabile, un esuberante personaggio sempliciotto e cordiale. Il luogo, inondato di scatoloni, preannuncia l’ imminente trasloco dell’ insolvente e mesto inquilino di cui la proprietaria vuole sbarazzarsi. Ma Stefano (Federico Valdi), il locatario, ha ideato un piano folle per risolvere la controversia, che coinvolgerà tutti i presenti. Paradossalmente ignara di ciò, anche Clara ha in mente un piano per affrontare la situazione…

Dopo i personaggi citati, troviamo Gianni (Giacomo Cremaschi) e Alice (Sara Todisco), una giovane coppia almeno apparentemente felice ed innamorata che vuole affittare l’appartamento; apparirà poi Francesco (Massimiliano Viola), un amico di vecchia data poco apprezzato da Stefano e riapparso almeno apparentemente inspiegabilmente dal passato.

Tutti saranno, loro malgrado, coinvolti in un’improbabile e kafchiana serata con un’improvvisata cena di fine anno a cui nessuno sembrerebbe voler partecipare.

L’atmosfera è colma di tensioni, di non detti, timori, incomprensioni e rancori. Siamo in una polveriera che aspetta solo il momento propizio per deflagrare, se non fosse per tutta una serie di intrusioni continue dei coinvolti…

Il primo atto serve a presentare questa situazione e i personaggi: troviamo il portiere dello stabile in un’animata chiacchierata con la padrona di casa, venuta ad accertarsi che il vecchio insolvente locatario stia lasciando l’immobile per poterlo affittare alla giovane coppia in arrivo.

conto alla rovesciaMa l’ex locatario è ancora lì, in pieno trasloco e vorrebbe contro il parere della proprietaria, rimanere almeno per “festeggiare” a suo modo il capodanno. Clara si fa allora restituire le chiavi dall’insolvente negandogli l’opportunità e va via, proprio mentre arriva la deliziosa coppietta per prendere possesso del nido d’amore.

Dopo qualche imbarazzante scambio di convenevoli e un veloce chiarimento, Stefano viene coinvolto dalla coppia a festeggiare con loro la fine dell’anno.

Neanche il tempo di pentirsi della decisione, che il disperato che non è riuscito a cacciare i nuovi affittuari, vede intrufolarsi nella casa anche il vecchio amico, che dopo un imbarazzante quanto surreale conversazione decide di rimanere anche lui per festeggiare…

Il primo atto si conclude così, lasciando lo spettatore perplesso e volutamente in sospeso. Anzi, sembra che il testo con i suoi particolari e complicati dialoghi voglia proprio confondere e non far trasparire quale sarà la direzione del pungente dramma comico.

Ravvedo in questa proposta, a tratti fortemente surreale, un tocco seppur appena pronunciato ispirato al teatro dell’assurdo, appena un assaggio non prepotente, che però forse potrebbe essere interpretato da uno spettatore medio o poco attento come qualcosa di nebuloso e confuso.

In realtà si nasconde, in queste dinamiche, qualcosa di molto profondo e attento, proposto con dialoghi bizzarri serrati e ben costruiti che lasciano senza respiro.

Un testo magistralmente interpretato da questi ragazzi, che fa trasudare dallo scritto l’attento studio di varie tipologie teatrali

Giuseppe Coppola, per esempio, sceglie di ravvivare il suo portiere ispirandosi, come mi diceva lui stesso, ad Ugo D’Alessio e al teatro popolare partenopeo che usa una grande gestualità accompagnata dal dialetto napoletano. Una vera e propria chicca è Francesca Cordioli, che grazie ad un personaggio predominante, dispotico e prepotente che l’attrice rende molto simpatico, riempie ogni scena, sia quando è protagonista che quando rimane di contorno.

Questo vale anche per gli altri; qualsiasi attore guarderete, in qualsiasi momento, sarà sempre immerso nel suo personaggio, non troverete mai un vuoto né nei dialoghi né nei fuori scena, colmati da un’ampia gamma di espressività di cui gli artisti sono dotati.
conto alla rovescia

Deliziosa è anche Sara Todisco, con il suo accento pugliese, timida e al contempo determinata, che pur avendo un personaggio più discreto rispetto a Francesca, riesce a riempirlo di carattere.

Federico Valdi, che ha scritto il testo, si cimenta invece nel ruolo di protagonista. È lui che apre le danze accogliendo il pubblico con uno sfogo in un breve monologo prima dell’apertura del sipario, trasportandoci nel clima natalizio della commedia.

Con il suo appena pronunciato rotacismo, interpreta degnamente un artista squattrinato, sciatto e trasandato. Giacomo Cremaschi è invece il povero ragazzo innamorato della poco convinta già nominata Sara. È estroverso, loquace, simpaticamente egocentrico e pressante nei confronti della compagna,

mentre Massimiliano Viola è il petulante, pungente ed invadente amico che si inserisce prepotentemente con destrezza nella storia e nelle dinamiche portando con sé un segreto…

La scenografia è costituita da un insieme di scatoloni e qualche mobile fatiscente; un ambiente caotico per dare l’idea non solo dell’imminente trasloco, ma anche dello stato emotivo del suo ospite.

Gli attori in scena, tutti giovani, dimostrano una loro spiccata personalità con la quale vivacizzano i personaggi. I ragazzi sono alla settima replica di questo spettacolo vincitore del Comic Off 2023; si vede che dietro c’è un bel lavoro e nonostante la giovane età, anche una bella preparazione artistica. Anche l’operato della regia di Gianluca Delle Fontane ha portato i suoi frutti, così come l’uso delle luci e la scelta delle musiche.

Ma passiamo al secondo atto, che inizialmente segue lo schema del primo, inserendo un crescendo che porta via via al succo della questione, che ovviamente non vi rivelerò.

Tra i personaggi sorgerà un’animata e profonda discussione che tocca argomenti come l’egoismo, il fallimento personale e sentimentale, l’amore, il coraggio di affrontare la vita e di prenderne coraggiosamente posizione con delle scelte oculate. I temi sono affrontati in maniera molto critica e attraverso punti di vista differenti. Interessante ed entusiasmante la scena in cui in un’animata discussione si accavallano nei dialoghi due coppie. Davvero una bella prova che mette in difficoltà il pubblico per seguirli.

Entusiasmante direi!

In questa seconda parte il richiamo al teatro dell’assurdo è più forte. I dialoghi si susseguono in maniera ancora più serrata senza mai una sbavatura, con un altalenare che sta tra il visionario e il concreto, in cui è inserita sapientemente anche della comicità. Una scena in particolare mi ha riportato alla mente le comiche in bianco e nero.

Uno spettacolo gradevole ma a mio avviso più adatto ad amanti del teatro dal palato fine.

Una mia personale osservazione: per rendere la pièce fruibile ad un pubblico più vasto, ingentilirei alcune scene, forse troppo ostiche, come quelle nel primo atto, a mio avviso troppo ermetico per i più. In alternativa sceglierei la strada opposta, incrementando cioè tali scene per farne un gioiellino del teatro dell’assurdo. Insomma, a questi ragazzi non mancano né le capacità nè le idee per fare, volendo, anche due versioni completamente diverse.

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