Spazio Diamante
Di Patrick Barlow
Scene Paolo Carbone
Foto Manuela Giusto
Disegno luci Pietro Frascaro
Aiuto regia Gioele Rotini
Produzione Lea Production
Regia Leonardo Buttaroni
Con Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Marco Zordan, Yaser Mohamed
Non so se avete visto questo thriller girato da Alfred Hitchcock… Ebbene, teoricamente, ma solo teoricamente, la commedia vorrebbe riproporne il copione in una versione super comica. Ricordo che cercai appositamente il film sul web, proprio per confrontarlo con quanto avevo visto a teatro. Nonostante l’originale fosse un film serio, ad ogni scena ridevo ricordandomi della versione teatrale.
Ricordo anche che appena finito lo spettacolo, prenotai un altro biglietto per rivederlo il giorno dopo…
Tutto è proposto in chiave estremamente comica sforando i limiti del demenziale, per una rocambolesca commedia che raggiunge i vertici della follia.
Si rimane colpiti dalle geniali idee e dalla poliedricità degli attori che interpretano ben trentanove personaggi diversi. C’è davvero di tutto! Donne ammalianti, spie, poliziotti, personaggi ambigui; elementi esplosivi per un giallo basato su un intrigo internazionale che si trasforma in qualcosa di esilarante ed estremamente originale, ricco di gag dissennate che stupiscono e divertono continuamente lo spettatore.
Sul palco i nostri, oltre a cambiarsi repentinamente e continuamente di abito, si avvicendano per interpretare una masnada di personaggi e ad ogni scena utilizzano gli oggetti più semplici e stravaganti.
Il cast è lo stesso da anni, quando però lo vidi circa cinque anni fa per la prima volta, il posto di Yaser era stato occupato momentaneamente da Matteo Cirillo.
Sono due attori che si assomigliano per certi punti di vista, ma hanno una loro spiccata personalità. Oggi Yaser ritorna al suo posto travolgendoci in sinergia con i suoi spettacolari colleghi e la loro inesauribile verve comica.
Un povero uomo d’affari, caduto per errore in un intrigo spionistico internazionale, viene braccato come un animale dopo aver incontrato una… “bellissima” donna, poi assassinata perché a conoscenza di un complotto internazionale di cui rivela alcuni particolari.
Così il disgraziato non solo viene accusato e ricercato per la morte della donna, ma anche dalle terribili spie che vogliono zittirlo per sempre. Con le sue sole forze, cerca di raggiungere in Scozia un luogo indicato dalla donna assassinata, che al solo nominarlo scatena tuoni e fulmini.
Una gag sulla falsariga di quella con la Frau Blucher di Frankenstein junior, che al solo pronunciare il suo nome, scatena i nitriti nervosi degli equini presenti. Reazione simile quando si fa il nome della villa dove avviene il dramma comico di “Che disastro di commedia”, di cui questa proposta ricorda la comicità.
Arrivato in Scozia dopo innumerevoli divertentissime peripezie, Marco, nei panni di questo poveraccio un po’ marpione che cede inevitabilmente al fascino femminile di tutte le discutibili donne impersonate da Yaser, Alessandro e Diego, finalmente troverà la chiave del mistero. Il questo folle viaggio incontrerà una pletora di variopinti personaggi stravaganti e bizzarri che lo aiuteranno o lo ostacoleranno nel suo tentativo di dimostrare la sua estraneità all’intrigo.
Le scene sono tutte di una comicità estrema; ad esempio quella del vagone del treno in moto, ricreato con due panche ed un appendiabiti; o quelle del viaggio in auto e dell’inseguimento aereo, tutte ricostruite con elementi di scena semplici e tanta fantasia.
Yaser, Diego, Marco ed Alessandro sono geniali, ben diretti dall’accurata regia di Leonardo Buttaroni che costruisce scene ben legate tra loro con l’aiuto di effetti sonori e scenici a sottolineare le continue e repentine entrate ed uscite di scena con un impegno che definirei ginnico, in cui vengono inseriti anche momenti di devastante e riuscita improvvisazione.
Sono gli stessi attori che creano le scenografie in cui si muovono, cambiandosi direttamente sul palco e rendendo più divertenti le trasformazioni di ogni personaggio.
Se riuscite ad immaginare un paradossale mix di Monty Python, Mel Brooks e i Fratelli Marx elevati all’ennesima potenza, forse avrete una pallida idea di cosa vi aspetta.
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