Teatro Trastevere
Con Emiliano Morana, Lorenza Giacometti, Giovanni De Anna, Luisa Belviso, Carlotta Sfolgori, Andrea Papale
Diretto da Emiliano Morana
Assistere ad una prova generale a poche ore dal debutto è un onore, ti fa sentire un privilegiato perché sei solo in una sala vuota e gli attori sembrano essere lì solo per te. Ti viene permesso, inoltre, di entrare sempre più in confidenza con artisti che conosci e di incontrarne di nuovi.
Puoi cogliere sfumature artistiche sul palco e umane prima e dopo la prova. Questo permette poi di scrivere in maniera ancora più approfondita su di loro e sul lavoro che fanno.
Questa prova generale mi rivela non solo la qualità dello spettacolo, ma anche le capacità degli attori. Immagino già dalle prime battute che l’esordio sarà clamoroso.
Siamo in clima natalizio e la proposta è in tema. È la sera del 24 dicembre, ci troviamo in casa di Emiliano e Lorenza (userò i nomi degli attori) e tutto è pronto per festeggiare il Natale. La scenografia ci regala un bell’ambiente con un albero natalizio in legno addobbato ed illuminato, una tavola imbandita con un divano, tanti pacchi e tante lucine intermittenti disseminate qua e là.
Emiliano è un bravo chef, titolare di un ristorante affermato; sua moglie Lorenza è un’insegnante di violino e violoncello presso una scuola di musica.
Per Natale hanno deciso di condividere la serata con altre due coppie formate dalle sorelle più giovani di lei ed i loro mariti. Luisa è la sorella di mezzo, è un medico cardiochirurgo al quinto anno di specializzazione; il marito Giovanni è invece un brigadiere dei carabinieri che sta per essere promosso maresciallo.
La più piccola è Carlotta, una bravissima fotografa che vive in Irlanda da tre anni, cioè da quando si è separata con Andrea, un ex agente immobiliare ora disoccupato in cerca di impiego e grande amico di Giovanni. Quest’ultima coppia ancora non sa che si ritroverà alla stessa tavola…
Una bella voce introduttiva fuori campo, accompagnata da una musica natalizia, ci descrive i personaggi e la situazione in cui saranno coinvolti. I protagonisti sono immobili in una suggestiva penombra, illuminati singolarmente quando vengono presentati.
I primi che conosceremo sono proprio i padroni di casa, Lorenza ed Emiliano, che ci ospiteranno nella loro dimora in questa atmosfera colorata da qualche piccolo screzio familiare assolutamente simpatico.
Molto divertente è il momento in cui arriva Andrea, che ancora non sa che incontrerà l’ex moglie. In questa scena Emiliano e Lorenza sono coinvolti in una discussione dai risvolti comici, ma anche profondamente realistici, per trovare una soluzione affinché l’incontro tra i due sia pacifico e non rovini la festa. Finiranno per avere un approccio piuttosto contraddittorio che risulterà esilarante. Bravi in questa apertura.
La scena si divide efficacemente in due momenti distinti. Mentre Lorenza è al telefono con la sorella e le spiega la situazione, Emiliano è in salotto e fa altrettanto con Andrea.
Emiliano ha il tipico approccio di chi si arrampica sugli specchi ed è oltremodo divertente tra un tentennamento e l’altro. Andrea si presenta invece impacciato ed imbarazzato, è ancora palesemente innamorato della sua ex compagna. Ne combina una dietro l’altra arricchendo le sue gaffe con risvolti più che umoristici. Il trio funziona bene in scena, e andrà ancora meglio quando tutti gli attori saranno insieme.
Di seguito arriveranno Giovanni e Luisa; il primo dona al personaggio il tipico approccio del tutore dell’ordine meridionale sempre sull’attenti anche quando è fuori servizio; particolarmente logorroico ma estremamente simpatico e disinvolto, è anche un po’ ottuso; la moglie Luisa è una donna tutta d’un pezzo, velenosetta, critica, spocchiosa ed invadente, ha subito da ridire qualcosa sulla casa, su Andrea e sulla sorella. Un bel personalino, ben sviluppato da Luisa.
Finalmente arriva Carlotta a completare il quadro; nel momento della sua entrata riderete di cuore per l’atteggiamento imbarazzato di Andrea e pet quello che combinerà…
Carlotta dona un bel caratterino alla giovane ragazza, che rende molto spigliata, diretta, disinibita e concreta; si fa fatica a capire come abbia potuto sposare Andrea, completamente differente da lei.
Un’altra scena che mi ha colpito è l’incontro tra le sorelle, perché oltre ad essere presentato in maniera molto realistica e spontanea, risulta coinvolgente grazie all’inserimento di screzi e dinamiche oltremodo naturali. Molta attenzione e cura è stata data ai costumi delle donne: un abito rosso, uno verde e uno blu, tutti in un elegante velluto che esalta la loro femminilità.
Un bel lavoro di regia gioca su degli interessanti fuoriscena, sottolineati da stacchetti musicali sempre in tema natalizio, in cui i personaggi rimangono come congelati al buio, mentre vicino a loro si svolge un’altra scena.
Lo spettacolo non perde tempo, parte subito in quarta coinvolgendo il pubblico attraverso battute riuscite e situazioni divertenti che ci fanno conoscere man mano il carattere dei personaggi. A tutti la pièce concede il giusto spazio per svelare la propria personalità, che gli attori sanno interpretare nelle discussioni animate e nei non detti.
A parte qualche critica reciproca a cui nessuno si sottrae, tutto sembra procedere tranquillamente fino a quando viene proposto un vecchio gioco da tavola dimenticato in uno stanzino e ritrovato tra vecchie cose dall’invadente Luisa.
Si tratta de “Il gioco delle verità”. Questa potrebbe essere una buona idea per smorzare gli animi e gli attriti e dare una svolta soft alla serata…
La commedia, avrete capito, è ricca di umorismo ma non disdegna momenti più profondi e una sorpresa inaspettata. I momenti più divertenti servono a spezzare la tensione, ma sono inseriti in modo di non rompere l’atmosfera creata.
La sinossi riportava, tra le sue note, che la proposta può ricordare per alcuni spunti “Perfetti sconosciuti”, a cui si aggiunge un tocco del fantastico e surreale “Jumanji”. Nonostante l’accostamento, “Il gioco di Natale” mi è sembrato invece molto originale perché ha una sua anima, una personalità che brilla di luce propria, sicuramente anche grazie all’interpretazione e all’affiatamento di questi capaci attori in grado di rapire l’attenzione dello spettatore, a confonderlo da principio con un approccio soft e divertente per poi farlo scivolare in un profondo quanto inaspettato dramma surreale senza neanche che se ne renda conto. Un lavorone!
Le regole del gioco, infatti, sono inquietanti. Passano per una sorta di iniziazione, di patto esoterico col soprannaturale. Questa sorta di rituale che mettono in atto scandisce la frattura tra la prima e la seconda parte dello spettacolo, che prende completamente un’altra direzione.
Ma i nostri prendono la cosa alla leggera, anche dopo la timida offerta di una goccia di sangue che ogni partecipante deve offrire per partecipare al gioco e il severo monito delle regole, che obbligano a rispondere a domande con onestà, pena la perdita dell’anima…
Tutte le domande che vengono casualmente estratte, perversamente sembrano pensate proprio per quelle persone a cui capitano; sono molto personali e andranno a scardinare le difese personali di ognuno, rivelando segreti e punti deboli.
Tutti nascondono qualcosa agli altri, così da presentare allo spettatore sempre più attonito un’altra parte del carattere di ciascuno. Sarà una coincidenza, ma ad ogni menzogna che salta fuori con una telefonata, una notizia o un messaggio, arriva notizia di un decesso; addirittura tutti, dopo l’ennesima bugia, assisteranno ad un fatto tragico… la cosa si fa sempre più inquietante ma loro, sempre più consapevoli, non possono smettere di giocare perché la partita può finire solo raggiungendo la mezzanotte.
Questi fatti tragici scateneranno una lunga serie di sensi di colpa che li costringerà non solo a continuare il gioco, ma a dire tutta la verità e a fare ognuno i conti con i propri scheletri nell’armadio davanti agli altri.
Sarà tutto vero o è frutto di suggestione? A voi stabilirlo!
Una bella proposta che sa come miscelare ottimamente dramma a commedia, adatto per passare un Natale alternativo.
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