Ma che è questa invidia del pene di freudiana memoria?
Gabriella Sassone per Dagospia
E soprattutto chi ce l’ha e chi ce l’ha mai avuta? E perché le donne dovrebbero mascolinizzarsi per essere più credibili, più forti e più rispettate? La giornalista Marzia Roncacci, in forze al Tg2 e conduttrice del programma di informazione e approfondimento “Tg2 Italia Europa”, smonta il concetto teorizzato da Sigmund Freud nel lontanissimo 1908 che riguarda la percezione difettosa che la bambina possiede del proprio corpo, privato appunto del genitale maschile.
E lo fa attraverso le 207 pagine del suo interessante libro “L’invidia del pene” (sottotitolo “Oggi, ha ancora senso questa teoria di Freud? Io non ho mai desiderato essere maschio”), edito da Frascati & Serradifalco editori, 18 euro, già alla seconda ristampa.
La teoria freudiana è solo il pretesto per raccontare la sua storia, quella di una ragazza che si è formata nei caldi e decisivi anni Settanta e Ottanta, imponendosi per ottenere pari diritti e valori in una realtà ancora fortemente maschilista.
Proprio lei cresciuta in una famiglia dove il padre imprenditore desiderava avere un figlio maschio a cui poter lasciare la sua azienda da portare avanti. “E invece ha avuto me e altre 2 sorelle, nemmeno un maschio, a parte questo nostro padre ci adorava”, spiega Marzia che in questa autobiografia traccia un manifesto, con l’intenzione di rivolgersi alle nuove generazioni ma non solo, in cui il suo vissuto personale si intreccia con gli eventi storici e politici dal ’68 a oggi.
Dalla scoperta del nuovo vivere sociale, al bisogno di emancipazione privata e lavorativa, l’amore, il sesso, il matrimonio (che procede spedito), tutto ciò viene narrato secondo la diretta prospettiva di una donna che ha saputo riconoscere il proprio valore estinguendo qualsiasi discrimine di genere. Il punto di vista della Roncacci, che riporta i ricordi di gioventù e dell’età adulta viene fatto coincidere con la storia della rivolta femminile.
“Gli anni ’70 ricordati mestamente sempre come gli anni del terrorismo o anni di piombo, sono invece il periodo delle conquiste sociali e civili, ottenute con lotte, sudore e sangue. Ma sono anche il momento storico in cui l’Italia cresce con il divorzio, l’aborto e soprattutto con il diritto di famiglia che sancisce a livello giuridico la parità fra i generi”.
Una laurea in Lettere e Filosofia all’università La Sapienza di Roma, la Roncacci è costretta ad ammettere che “l’idea di scrivere questo libro è nata perchè a un certo punto della mia vita professionale mi sono “mascolinizzata” nei comportamenti, probabilmente per essere più credibile e più forte nel mondo del lavoro: poi mi sono accorta che è stato un errore, un grande errore. Il valore di una donna, le caratteristiche femminili, dobbiamo esaltarle e mai nasconderle”.
Poi aggiunge: “Non pensavo mai di scrivere un libro: quando mi è stato proposto, dopo attenta riflessione, ho detto che si poteva fare purchè avesse un testo con una finalità precisa per i lettori. E così ho fatto. La mia vita è solo uno strumento per sviluppare tematiche importanti storiche, politiche e di costume”. Neanche a dirlo, il tomo lo ha dedicato al suo amato figlio Vittorio Maria (“Lui è il mio specchio”) che l’ha resa da 3 mesi nonna di Gregorio Maria.
La presentazione del libro si è svolta recentemente nel teatro dell’hotel Carpegna Palace sull’Aurelia stracolmo di svippati e non: oltre 320 persone e un firmacopie finale durato tantissimo che la Roncacci, elegantissima in lungo nero, si è dovuta fermare e bere un bicchiere d’acqua per paura di crollare.
Sul palco del teatro con lei, seduti davanti alla gigantografia del libro proiettata sullo maxischermo, Monsignor Antonio Staglianò, Rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto e insegnante della Pop-Teology (spiega ai giovani la teologia attraverso la musica, cambiando le parole dei cantanti più in voga), la psicoterapeuta Maria Rita Parsi e l’avvocatessa Andrea Catizone (presidente della Fondazione Tina Lagostena Bassi).
A leggere brani del libro e commentare alla sua ironica maniera facendo ridere tutti c’è l’attrice Fioretta Mari in rosa confetto. Infinito il parterre: ecco l’assessore alla cultura della Regione Lazio Simona Baldassarre, il Sindaco di Riano Luca Abbruzzetti, Giuseppe Trieste (presidente Fiaba) l’avvocato matrimonialista Gianettore Gassani, la psicologa Maria Malucelli, il deus ex machina di “Tennis&Friends” Giorgio Meneschincheri, dirigente del Policlinico Gemelli, la dermatologa dei Vip Anadela Serra Visconti.
Molti i colleghi del Tg2 arrivati a fare il tifo: la vicedirettrice Elisabetta Migliorelli, Piergiorgio Giacovazzo, Luca Raimondo, Daniela Mecenate e le sisters Squizzato, Silvia e Laura. Bellissima versione amazzone Anna Carlucci, scortata dal duo Emilio e Stefano Sturla.
Ecco le attrici Karin Proia, Daniela Poggi, Marina Suma e Isabelle Adriani (anvedi chi si rivede!), i cantanti Amedeo Minghi, Marcello Cirillo, Elena Bonelli, il super presenzialista prezzemolino Beppe Convertini, la sempre sorridente Monica Marangoni, la conduttrice di elisir Benedetta Rinaldi casual in jeans e maglioncino rosso, l’imitatrice Emanuela Aureli col marito Sergio Di Folco, la speaker Federica Gentile che dopo 30 anni di carriera in radio ora conduce in coppia con Gabriele Vagnato “Playlist – Tutto è musica”, su Rai2 il sabato alle 14.
Cartellino timbrato anche per Myriam Fecchi, Giada de Blanck minigonatissima, l’immancabile Veronica Ursida e il ballerino Samuel Peron, che ancora cammina appoggiandosi alla stampella, con cui la Roncacci ha fatto coppia a “Ballando con le stelle” nel 2019. Insomma, un successone per la lady che non ha mai voluto possedere un pene! E bene ha fatto!
Fonte: https://m.dagospia.com/cafonal/cafonal-e-questa-invidia-pene-ce-l-ha-presentazione-libro-422413
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