Teatro degli Audaci
di Clelia Ciaramelli
Con Annalisa Favetti
Regia Pino Ammendola
Il monolgo prende vita immediatamente dopo il triste e famoso incidente stradale sotto il tunnel del Pont De l’Alma a Parigi, che coinvolse la principessa del Galles mentre sfuggiva in compagnia del suo nuovo compagno Dodi Al Fayed dai paparazzi.
Dopo lo schianto ad alta velocità dai rottami ancora fumanti dell’auto, la voce di questa iconica figura come in una sorta di delirio si mette a nudo mentre è diretta verso il suo ultimo viaggio. Inizia così a toccare frammenti della sua vita, come se per raggiungere la pace eterna dovesse confrontarsi con i suoi più intimi segreti davanti a una platea.
Annalisa Favetti incarna con passione Lady Diana restituendocene la dolcezza, la grinta e la sofferenza. Ci presenta la donna oppressa e schiacciata dalla realtà di corte, ben diversa da quella che aveva immaginato.
Lontana dalla felicità delle principesse dei cartoni animati, è l’immagine della semplice donna con la sua umanità; soffre, sbaglia, e nonostante tutto è anche ricca di passione, di desiderio di ribellione dagli schemi del palazzo che non le rendono possibile essere se stessa.
Ci appare forte e al contempo debole, resiliente e pronta a scardinare le regole di una corte ormai anacronistica.
Una bellissima locandina di questo spettacolo campeggia all’entrata del Teatro degli Audaci, due guardie reali in uniforme invece attendono lo spettatore all’ingresso in sala, preparando simbolicamente il tema e l’ambientazione.
La regia di Pino Ammendola e la recitazione di Annalisa Favetti sono davvero molto curate. Una scenografia suggestiva ed un gioco luci accattivante accompagnato da un’efficace scelta di suoni e musiche creano una sinergia potente e coinvolgente per un monologo che lascia il segno.
Annalisa nei panni di Lady D esce fuori da una Mercedes ridotta ad un cumulo di rottami fumeggianti.
Come se si svegliasse da un incubo, Annalisa sembra trovarsi in una dimensione senza tempo, si muove come intrappolata in una bolla, che non è né vita né morte, che la tiene prigioniera ma che le dà l’opportunità di scoprirsi nelle sue emozioni e rivelarsi.
Seppure alcuni aspetti caratteriali di Lady D che emergono possano apparire esasperati, il loro significato va contestualizzato nel momento rappresentato.
Diana è scioccata dall’urto, smarrita, sola, impaurita, dolorante; si siede su un sedile fuoriuscito dall’auto che oscilla come fa il suo stato di essere umano in bilico tra la vita e la morte.
Il sedile tenuto sul pavimento tramite un’enorme molla evoca anche il temperamento mutevole della donna, che in questa pièce viene marcato in modo evidente.
Annalisa è portentosa, riesce a trasmettere con forte empatia rabbia, disperazione, follia, felicità, oppressione, smarrimento, rimpianti, frustrazione.
Il testo racconta più o meno quello che i più attenti alla vicenda conoscono della storia della principessa, ma è il modo in cui questa straordinaria artista riesce a trasmetterla trasformando ogni singola parola in emozione che lascia estasiati.
È straordinario come Annalisa riesca a giocare con stati d’animo opposti, come passi dalla paura o dalla follia alla lucidità o all’allegria in un attimo, per toccare ogni aspetto della personalità della donna, attraverso gestualità ed espressività ricche e curate in ogni dettaglio.
Sempre padrona del palco, rapisce il pubblico incantandolo attraverso movenze eleganti e dolci, brusche e stizzose, utilizzando con padronanza ogni spazio del palco e conferendo dinamismo alla scena.
Come una moderna Cenerentola, perde una scarpa nell’incidente, ma ritrovandola si renderà conto di non condividere la stessa sorte della favola.
La sua scarpa è rotta e il suo dramma si interrompe proprio in quel tunnel.
Suggestiva la scena finale, quando due ballerini entrano inaspettatamente sfiorando con passi leggeri la sala in un atmosfera sempre più surreale ed emozionante. Come due angeli si avvicinano ad Annalisa per liberare il suo corpo dai vincoli terreni.
La spogliano, ne sollevano l’anima nuda e la liberano dal limbo in cui è intrappolata. È un momento topico inatteso ed emotivamente molto forte. Finalmente la principessa del Galles riconquista la pace.
Non so se lady Diana fosse davvero come viene rappresentata in questa pièce, ma Annalisa va ben oltre, infrange con classe l’immagine regale dietro cui si nasconde l’aristocrazia inglese e coglie il messaggio di Lady Diana, portandolo in scena per lei.
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