Teatro Roma
Testo di Alessandra Merico ed Enzo Casertano
Con Enzo Casertano, Gianni Ferreri, Giuseppe Cantore, Alessandra Merico
Regia di Claudio Insegno
Enzo e Gianni (userò i nomi degli attori) in questa commedia sono sposati da tanti anni, vivono la loro relazione in una normale routine quotidiana. Enzo è una persona stralunata ed eccentrica, sensibile e delicata. Scrive favole per bambini con tematiche inclusive. Tutte le sue opere hanno titoli e personaggi dai nomi esilaranti, che fanno però storcere il naso al suo editore. Gianni, il compagno, ha un carattere estremamente diverso; è una persona più razionale e concreta, dai fermi propositi e assai impermeabile e restio nei confronti dei cambiamenti.
Il loro vicino di casa Giuseppe è un grande amico di vecchia data e molto affezionato. Il suo orientamento sessuale è palesemente etero ma si batte per i diritti della comunità Lgbtqia+. Invidia la relazione degli amici anche se monotona e abitudinaria.
Bizzarro e stravagante nelle sue frequentazioni amorose, vorrebbe un rapporto stabile, ma oltre ad essere sfortunato sembra avere difficoltà con il sesso femminile, soprattutto a capirne la mentalità. È sempre impegnato a fare corsi online per prendere attestati di ogni tipo, alcuni veramente assurdi, se non inutili.
Dopo tanti anni, improvvisamente nella vita di Enzo si ripresenta Alessandra, una ex fiamma del periodo antecedente alla scoperta della sua omosessualità. Il suo arrivo nasconde una forte motivazione che coinvolgerà la vita di tutti e tre gli uomini.
Questo arrivo ingenera un susseguirsi di eventi che sconquassano la vita della coppia. Il testo è ricco di fraintendimenti e situazioni inaspettate molto divertenti che sfociano in una comicità travolgente. Ma non è tutto, perché si aggiungono alcuni momenti molto profondi e toccanti che portano il pubblico a riconsiderare l’idea della famiglia “normale”.
Sì, perché quello che desidera ardentemente Alessandra è avere un figlio non con uno degli uomini discutibili che ha incontrato finora, di certo non adatti a formare una famiglia. Così, chiede aiuto alla sua vecchia fiamma e al compagno, che peraltro in passato desideravano coronare il desiderio di avere un figlio proprio.
Con riuscite e divertentissime gag, Alessandra realizza un testo in cui dà vita a personaggi deliziosi ed amabili, umani all’inverosimile con i loro pregi e difetti che inteneriscono e divertono lo spettatore facendolo affezionare e spingendolo poi ad una riflessione su un tema delicato e molto attuale in maniera indolore, allontanandolo con questa chiave da ogni preconcetto sui temi affrontati così delicatamente.
La storia è presentata in maniera frizzante e viva e il cast, neanche a dirlo, si diverte durante la messa in scena, coinvolgendo con la propria euforia e passione tutta la sala.
I personaggi sono particolarissimi e si esprimono in maniera originale e personale: dalle movenze effemminate e i buffi atteggiamenti e visibili imbarazzi di Enzo alle espressioni di dissenso e le gelosie di Gianni, dalle travolgenti intrusioni e le particolari fissazioni e manie di Giuseppe, all’invadenza e agli atteggiamenti irresistibili e provocatori di Alessandra.
Lei, entrando in conflitto con il geloso Gianni, finisce per farsi adottare dalla coppia intenerita dal suo vissuto per trasformarsi in una singolare e variopinta famiglia in trepidante attesa di Brigitte, che non si capisce però bene chi abbia come padre.
Pensate che il sabato il Teatro Roma propone due repliche: la pomeridiana e la serale, ed il pensiero di fare il bis e rimanere in sala con loro per la serale è stato grande, tanto mi ha entusiasmato lo spettacolo. Oltre che divertirmi, mi ha colpito come si sia soffermato ad evidenziare i sentimenti più profondi dei protagonisti, affrontando con estrema leggerezza e disinvoltura il tema dell’omosessualità e della famiglia arcobaleno con tanto tatto e sensibilità.
Ogni personaggio è immaginato per sprizzare una sana e naturale comicità ma anche per evidenziarne la personalità, la delicatezza, la dolcezza e la profondità d’animo, attraverso un linguaggio fruibile. Hanno atteggiamenti naturali e schietti che non nascondono i propri timori, gli imbarazzi, le titubanze e le paure.
Già dalle prime scene l’interesse dello spettatore è catturato. Tante sono le parti esilaranti, ma quella della partoriente segna l’apice. Ricorda una di quelle scene delle comiche in bianco e nero dove accade di tutto. I quattro personaggi si trovano implicati in una situazione frenetica e surreale in cui ognuno inserisce la sua dose di capacità artistica e comicità, raggiungendo così il culmine della comicità.
Divertentissima anche la scena del pigiama party in cui i nostri sfoggiano dei pigiamoni improponibili, che accompagnati dalle loro buffe movenze rendono il momento incredibilmente divertente.
La pièce vuole concedere a tutti i personaggi il giusto spazio bilanciando la carica comica come quella più introspettiva. Gli attori sono dei veterani in questo settore e danno sfogo alla loro bravura attraverso una sequela di battute riuscite, movenze ed espressioni irresistibili, portando avanti una storia brillante e ben costruita che prende spunto da uno sketch inserito in uno spettacolo, proposto sempre da loro tempo fa, dal titolo “L’amore si fa in quattro”. Si trattava di uno spettacolo suddiviso in capitoli già di per sé molto divertenti, dal quale è stato ripreso questo episodio per essere ampliato con l’aggiunta di idee genuine ed irresistibili.
Un’attenta regia, quella di Claudio Insegno, dà respiro e dinamica a tutto lo spettacolo, una cosa che si nota già dalle prime battute. Gli attori infatti si muovono continuamente sul palco movimentando la scena e sfruttandone ogni spazio, rendendosi così visibili a tutto il pubblico in sala che può apprezzarli in ogni scena.
Questi artisti, che lavorano spesso insieme, sono travolgenti e in perfetta sinergia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, il pubblico ha riso di cuore fino alle lacrime, costringendo qualche signora a rifarsi il trucco.
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