Diva Futura, il film su Riccardo Schicchi

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“amorali sì, immorali mai” è stato un po’ il mood azzeccatissimo del film.

Diva Futura, il film che racconta le vicende connesse alla famosa agenzia fondata da Riccardo Schicchi e Ilona Staller nel 1983, è finalmente uscito nelle sale.

Noi del ViviRoma, anche per una profonda conoscenza del mondo dell’eros e di Riccardo Schizzi (cit. Massimo Marino), eravamo in trepida attesa per capire come i fatti noti e meno noti sarebbero stati interpretati dalla regista Giulia Louise Steigerwalt.

Ricordiamo che il Diva Futura non fu solo un’industria, ma rappresentava un’ideologia da portare avanti che aveva la velleità di rivoluzionare e rompere certi schemi dettati dal perbenismo. Al centro di questa rivoluzione c’era la figura femminile che nella pornografia vedeva l’elevazione della donna, non la sua mortificazione.

Per la realizzazione del film si è preso spunto dal libro “Non dite a mamma che faccio la segretaria” di Debora Attanasio, segretaria di Schicchi per 10 anni.

La narrazione racconta le vicende di pornostar (termine mai usato fino a quel momento) che furono delle vere e proprie icone: da Cicciolina a Moana Pozzi, che ebbero un’esposizione mediatica tale da portare Cicciolina in Parlamento e Moana a fondare il partito dell’Amore e a candidarsi come Sindaco di Roma, fino ad arrivare alla casta Eva Henger che, nonostante il tentativo tenace di Schicchi di non farla entrare nel porno, un po’ per raggiri e un po’ per risolvere problemi economici finisce anche lei davanti all’obiettivo delle luci rosse.

La comparsa di Eva Henger nei film per adulti fu breve e circoscritta a soli 4 film, ma come si vedrà nel film, rimarrà una spada di Damocle nel prosieguo della sua carriera televisiva che faticosamente riuscì a costruire. Come viene anche urlato da un manager spietato nel film: chi fa il porno non può più tornare indietro.

Nel film ci sono veri e propri episodi che si interfacciano tra loro in una sorta di ping pong che spazia tra gli anni 90 e 2000, fino ad arrivare agli anni che rappresentano il Re del Porno durante la sua adolescenza. In realtà alcuni passaggi non riescono ad essere facilmente fruibili per una discontinuità cronologica alla quale però man mano, chi conosce bene situazioni e vicende, si abitua.

Riccardo Schicchi fu un visionario la sua idea era quella di mettere in luce la bellezza femminile, pur non tralasciando l’aspetto economico di questo business, ma il suo obiettivo principale era rendere merito alla bellezza anche con la rappresentazione del sesso.

In fondo è quello che ha sempre professato, ma appare strano che dopo la morte un film possa porre l’attenzione su certi argomenti così innovativi di cui tanto si dibatte solo oggi e per i quali un tempo venivi messo alla gogna un po’ come si faceva ai tempi dell’inquisizione.

E questa è stata la genialità di Riccardo Schicchi che solo oggi in qualche modo gli viene riconosciuta. E’ stata senz’altro brava la registra a carpire alcune dinamiche, ma altrettanto brava Debora Attanasio che, avendo vissuto a bracceto con Schicchi per un decennio, ha saputo raccontarlo nel modo più corretto.

La rappresentazione, tra l’altro molto bella di Pietro Castellitto, è reale, lui era veramente così! Massimo Marino lo definiva il “folletto dell’eros”. Il suo stupore nel vedere una bella donna, paragonabile allo stupore di un bambino che vede per la prima volta qualcosa, era reale così come la sua gentilezza e la sua positività, un essere positivo quasi ai limiti dell’ingenuità fanciullesca che ha ovviamente attirato anche mercenari pronti ad approfittare di tanta purezza.

diva futuraViene ben rappresentata la capacità di Schicchi nel riconoscere con uno sguardo le qualità delle persone, come solo i talen scout sanno fare, ma anche la sensibilità di trovare un posto a chi, per svariati motivi, non trovava in una società non troppo attenta al valore delle persone, ma anche degli animali dei quali amava circondarsi.

Infatti il film, nelle prime battute, racconta di un funerale (con foto) del pitone Tinta di Cicciolina, ucciso dalla sua stessa vittima (un topo) perché ormai troppo vecchio per avere la meglio; il paradosso è che proprio nello stesso momento, così come per il pitone, arriva il crollo anche del Diva Futura.

In realtà la sua visione di dissacrare i costumi a favore di una libertà che metta al centro la donna, come pari dell’uomo, da amare e con la quale scambiarsi piacere senza sopraffazione è rimasto un sogno perché il porno negli anni si è involuto in quello che poi si vede oggi e che si accenna anche nel film: una forzatura del costume che ha attirato i peggiori mercenari sulla scena dell’hard, una rappresentazione dell’amore trasformata in violenza e che nessuno spazio lasciava alla visione artistica del suo mentore.

Possiamo, senza ombra di dubbio, affermare che dopo la sua scomparsa sull’eleganza e sull’intrigo che aveva sempre regnato in questo mondo è calato il velo scuro del nulla.

Negli anni Schicchi perde (senza perderli del tutto) tutti i suoi amori compresa Eva Henger, figura cardine della sua vita, con la quale ebbe un figlio (Riccardo Junior), ma anche Mercedesz che, nonostante non fosse sua figlia, tale la considerava.

Malgrado la loro seprazione Eva gli fu sempre accanto fino all’ultimo giorno per poi convolare a nozze con Massimiliano Caroletti, padre di Jennifer, la sua terza figlia, che nel film vediamo inizialmente in conflitto con Schicchi fino a raggiungere una serenità in punto di morte.

Diciamo che una serie al posto di un film avrebbe potuto approfondire argomenti, che per motivi di tempo, non sono stati inseriti. Pensiamo a Ramba, Barbarella, Jessica Rizzo, lo stesso Rocco Siffredi, Mercedes Ambrus, per la quale aveva una vera e propria adorazione, e tanti altri, così come tutte le battaglie condotte dall’agenzia in difesa della libertà sessuale.

Senza entrare nel merito delle varie vicende giudiziare affrontate da Schicchi noi del ViviRoma possiamo però raccontare un episodio che ci ha visto protagonisti.

Quando, a dicembre del 1997, Riccardo Schicchi si trovava agli arresti domiciliari con le accuse di sfruttamento dello prostituzione e immigrazione clandestina Massimo Marino lo chiamò per chiedergli se aveva voglia di rilasciare un’intervista. Ovviamente Riccardo rispose di si.

Tra le domande poste ricordiamo: “Ma tu pensi che ci siano dei motivi dietro questo arresto?” Riccardo Schicchi rispose: “Penso che sia una vendetta nei confronti di chi ha aperto una falla nel perbenismo e nell’ipocrisia, per cui prendiamocela con chi della libertà sessuale ne fa una religione. E concludo con una costatazione: in Italia la democrazia, garante della libertà, non è valida anche nel sesso e chi ha delle idee “diverse” rischia il linciaggio morale e non solo!!”

La pubblicazione fu fatta sul numero di Gennaio 1998, ma a seguito di quell’intervista, che sollevò un polverone, Schicchi ebbe altri problemi perché trovandosi agli arresti domiciliari non avrebbe potuto ricevere persone.

Questa è la testimonianza della sua totale ingenuità.

In sintesi il film è assolutamente da vedere se non altro per capire come nasce una certa rivoluzione e come si è evoluta.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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