L’altra sera al Nuovo Cinema Aquila al Pigneto abbiamo potuto ammirare l’ultima opera di Gabriele Mainetti dal titolo “La Città Proibita”.
Presenti in sala lo stesso Mainetti e la protagonista femminile Yaxi Liu che, insieme a Fabio Meloni, patron del cinema, hanno introdotto la visione fornendoci una chiave di lettura molto interessante sulla Roma di certi quartieri ormai più che amalgamati nella città e parte integrante di un tessuto multietnico dalle atmosfere uniche.
Zone fatte di immigrati, vucumprà, senzatetto, spacciatori, mafia cinese, famiglie di “bangladini” stipate in appartamenti di 40 mq. Insomma, una bellezza totalmente romana che difficilmente possiamo trovare, così ben mescolata, altrove.
Ma d’altra parte Roma, come sempre, non delude, ci stupisce, ci fa riflettere e ci fa crescere nonostante tutto.
Un film strepitoso con attori fantastici a cominciare dalla protagonista femminile che dalla Cina arriva a Roma per riunirsi alla sorella, ma si trova ben presto a condurre una battaglia personale alla ricerca della verità e della vendetta. Ha mostrato una bravura al pari delle grandi attrici di Hollywood e pensare che proviene dal mondo delle stuntwoman.
Superlativo Enrico Borello, nel ruolo di Marcello, che durante tutto il film si evolve e intreccia la sua figura di cuoco, nel ristorante del padre sparito, con quella di Yaxi Liu della quale finirà per innamorarsi anche a seguito di eventi che si svilupperanno in modo drammatico. Un vero punto cardine in tutto il film.
Sabrina Ferilli, già interprete della prima “Grande Bellezza” di Sorrentino, si ritrova ad essere testimone della Grande Bellezza 2.0, forse meno aristocratica, ma senz’altro più autentica e interessante nonché specchio della realtà. Anche lei alle prese con il ristorante di famiglia, non si dà pace per il tradimento del marito.
Marco Giallini, un romano razzista e senza scrupoli, compie azioni detestabili a danno dei più deboli e disadattati che lotta per mantenere il suo dominio all’interno del quartiere per arrivare al tradimento più brutale.
Un film tutto romano (per i meno attenti, sembra, a tratti, ambientato in Cina) che racconta una Roma eterna in ogni suo aspetto anche quello meno appariscente. Nello specifico si mette in evidenza la Roma di Piazza Vittorio, dei suoi portici, del mercato, dei vicoli affollati, della romanità e dei mille intrighi che vivono nel quartiere.
Mainetti, che in questo film mette in atto un kung fu “de noantri”, rende omaggio a Bruce Lee e si conferma sempre più regista di fumetti per il cinema.
Senza svelare ulteriori dettagli, vi invitiamo ad andare a vedere il film, vero capolavoro e chissà se, in futuro, a Gabriele Mainetti non verrà in mente di fare un giro anche nei sobborghi di Napoli e raccontarne qualche storia, sarebbe interessante.
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