Venerdì 24 febbraio alle 18:30 Typimedia Editore presenta “Come eravamo. Garbatella 1835-1960”
Ospitato dal coworking Millepiani (via Nicolò Odero 13), l’evento patrocinato dal Municipio Roma VIII conclude il programma dei festeggiamenti per il compleanno di uno dei quartieri più amati di Roma
È l’ultimo appuntamento nell’agenda del Municipio Roma VIII per celebrare il compleanno della Garbatella. Venerdì 24 febbraio alle ore 18:30, presso lo spazio di coworking Millepiani, in via Nicolò Odero 13, Typimedia Editore presenta “Come eravamo. Garbatella 1835-1960”.
Il libro accoglie le immagini custodite dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle scuole e dagli esercizi commerciali, per immergere il lettore in un quartiere che affonda le proprie radici in un passato ancora più antico di quanto si creda. Se infatti il 18 febbraio 1920 è il giorno in cui viene posta la prima pietra di un edificio in piazza Benedetto Brin, già nel 1835 si faceva il nome di via Garbatella e di un’omonima osteria. Lo dimostra un antico documento conservato nell’archivio della Basilica di San Paolo fuori le Mura, pubblicato nel volume.
Alla presentazione, che avviene nel cuore di un quartiere tra i più ricercati della Capitale, dove si respira ancora oggi un fortissimo senso di appartenenza, intervengono Maya Vetri, assessora alle politiche culturali, dell’intercultura, di genere, partecipazione, beni comuni e memoria del Municipio Roma VIII, che patrocina l’evento, il giornalista Iacopo Smeriglio, il curatore del libro Antonio Tiso e l’Editore di Typimedia, Luigi Carletti.
“Come eravamo. Garbatella 1835-1960” rientra nella collana dedicata alla memoria di comunità: a Roma, “Come eravamo” ha già fatto tappa nei quartieri Nomentano, Montesacro, Monteverde, Prati, San Lorenzo, Trastevere e Trieste-Salario. Il libro è in vendita in libreria, in edicola e su typimediashop.it,
Spiega Antonio Tiso: “Questo libro non sarebbe stato possibile senza l’aiuto degli abitanti, che hanno aperto i loro cassetti per darci vecchie foto di famiglia. Il materiale raccolto è diventato un grande racconto corale di una zona divenuta un centro di vita pulsante, sanguigna, popolare, antifascista e sempre più alla moda”.
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