I colori delle persone trans e non binarie al Pride di Roma con Gender X

Pinterest LinkedIn Tumblr +
Gioele Lavalle: “Pride è sinonimo di cittadinanza attiva e informata. Nessun passo indietro sui diritti”

Carriera alias nelle scuole e sui posti di lavoro, formazione di medici e personale sanitario, depatologizzazione e principio di autodeterminazione: queste le proposte dell’associazione

“Mai come oggi il Pride significa partecipazione democratica e responsabile della società civile.

Oggi che i diritti tanto faticosamente acquisiti vengono rimessi in discussione, mentre quelli che ancora lottiamo perché ci vengano riconosciuti sono oggetto di violenti attacchi.

Per questo siamo felici di portare i colori della comunità trans e non binaria al Pride di Roma, evento capace di raccogliere tante voci diverse e che ci ricorda l’impegno delle generazioni che ci hanno preceduto, spingendoci ancora di più a fare la nostra parte”: così Gioele Lavalle, fondatore e coordinatore di Gender X – l’associazione fondata nel 2018 per la promozione dei diritti delle persone trans, con un focus sui giovani, membro del coordinamento politico del Roma Pride.

“Prima la revoca del patrocinio da parte della Regione Lazio – aggiunge Lavalle – e poi l’offensiva proposta di una nuova concessione dello stesso a patto di ‘chiedere scusa’ e di rinunciare a una parte fondamentale delle nostre rivendicazioni – prendendo così di mira i nostri figli: tutta questa vicenda è inaccettabile e non fa che evidenziare l’attualità e l’urgenza di manifestazioni come il Pride, per mantenere alta l’attenzione sui diritti delle persone LGBTQIA+, sempre a rischio di essere nuovamente negati. Sui diritti, nessun passo indietro”.

Sull’onda della manifestazione promossa da Gender X “Protect Trans Youth”, che ha avuto luogo lo scorso 1° aprile e in cui hanno sfilato migliaia di partecipanti, l’associazione prosegue così il proprio impegno a favore dei diritti delle giovani persone trans e non binarie, evidenziando nel contesto del Roma Pride le istanze, le necessità e le proposte di una parte di comunità troppo spesso invisibilizzata o strumentalizzata. Soprattutto, lavorando a favore di una libera e corretta informazione e con una serie di iniziative puntuali dirette ai bisogni e al benessere delle persone trans che verranno annunciate nei prossimi mesi.

Commenta Saimon Vladikas, attivista di Gender X: “Noi persone transgender dobbiamo quotidianamente scontrarci con una realtá impreparata a confrontarsi con la nostra esperienza come una tra le tante sfaccettature umane.

In molti contesti istituzionalizzati non esiste nemmeno un protocollo che preveda la nostra esistenza, dalla scuola, al mondo del lavoro, fino al sistema sanitario.

Chiediamo che si rispetti il diritto all’autodeterminazione, e ció puo avvenire solo a partire da leggi anti-discriminazione e a patto che ci si impegni per una reale e completa depatologizzazione”. E prosegue: “Basta guardarci: siamo ragazze e ragazzi come tutti gli altri, potremmo essere e siamo i vostri figli, i vostri studenti, i vostri pazienti. Studiamo, lavoriamo, ci ammaliamo come chiunque altro. Vorremmo vedere il nostro diritto a vivere comunemente e in sicurezza riconosciuto e protetto dalle istituzioni”.

Il diritto allo studio e al lavoro

Gli studenti trans e non binari non hanno garantita la possibilità di vivere la scuola e l’università presentandosi con il genere che corrisponde alla loro identità, trovandosi spesso in un ambiente ostile e nocivo per il loro benessere psicologico e la loro sicurezza.

Ben il 43% delle persone trans di età compresa tra i 12 e i 18 anni lascia la scuola prima di aver terminato gli studi (Fisher et al. 2014). È necessario e urgente che la carriera alias – la creazione cioè di un profilo burocratico a uso interno che permetta agli studenti di utilizzare il nome di elezione – venga riconosciuta e concessa in tutte le scuole e le università.

Lo stesso vale per il mondo del lavoro, anche in considerazione dei lunghissimi tempi necessari a ottenere la rettifica anagrafica – per quanti la desiderano – e le conseguenti criticità in termini di privacy.

Il diritto alla salute

Personale sanitario impreparato, discriminazioni e abusi, oltre che totale mancanza di riservatezza, sono alcuni dei principali problemi di accesso delle persone trans alle prestazioni sanitarie.

È quanto mai fondamentale, per evitare che le persone trans vedano compromessa la propria salute, che sia garantita un’adeguata formazione sul piano medico e relazionale.

E mentre manca il diritto alla cura, l’esperienza delle persone trans continua a essere patologizzata, nonostante i testi di riferimento della comunità psicologica e psichiatrica internazionale riconoscano ormai da tempo come la transgenerità non sia un disturbo mentale ma una normale variante dell’esperienza umana.

È necessaria quindi una riforma della legge 164/1982, in favore del principio di autodeterminazione già adottato con successo da diversi paesi.

Tra questi, la Spagna – che con la cosiddetta Ley trans nel 2023 ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione – dove alcuni rappresentanti di Gender X si sono recati nel mese di maggio proprio per un incontro sul tema, organizzato presso l’Università di Sitges (Barcellona) in collaborazione con l’associazione LGBTQIA+ Colors Sitges Link.

L’appuntamento con il Roma Pride è per sabato 10 giugno alle ore 15, a Piazza della Repubblica a Roma.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

About Author

Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com