Martedì 20 marzo il Patto Federativo a tutela degli Anziani organizza a Roma il Convegno “I nonni nella società attuale”.
La manifestazione, che si svolgerà a partire dalle 11 al Collegio Apostolico Leoniano in via Pompeo Magno nr. 21, vedrà gli interventi della prof.ssa Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta, già Membro del Comitato Onu per i diritti dei Fanciulli/e , Presidente della Fondazione Fabbrica della Pace e Movimento Bambino Onlus, della dott.ssa Ester Dini, Responsabile Centro Studi CNPI – Fondazione Opificium, del sen. Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato e autore nella passata legislatura della Riforma del Terzo Settore.
La prof.ssa Parsi interverrà sul tema: “I nonni come inestinguibili radici e risorse della e nella vita dei bambini e degli adolescenti”, la dott.ssa Dini sul tema “Immagine e ruolo dei nonni nell’Italia di oggi” mentre il senatore Patriarca affronterà l’argomento dal punto di vista legislativo con riferimento al volontariato, all’invecchiamento attivo e alla Riforma del terzo Settore.
Franco Pardini, già responsabile delle risorse umane in azienda e ora presidente di ANSE, Associazione Nazionale Seniores Enel, e Coordinatore del Patto federativo a tutela degli Anziani spiega: “Il Patto Federativo a tutela degli Anziani- fondato nel 2015 – ed ormai accreditatosi come istituzione rappresentativa del “mondo anziani” intende con questo convegno proporre una riflessione sul ruolo degli anziani nella famiglia e più in generale nella società di oggi, anche considerato che la loro incidenza quantitativa – ce lo dice la demografia – è destinata a crescere nel nostro Paese. Tale riflessione è il coerente seguito di altre iniziative sviluppate in passato- ed incentrate su tematiche più specifiche (previdenza, sanità) – tutte complessivamente finalizzate a tutelare e valorizzare lo status degli anziani nell’attuale contesto sociale”.
Michele Poerio, medico e presidente di Feder.S.P.eV., Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove, vice coordinatore del Patto, terrà una riflessione sul ruolo che i medici in pensione possono giocare nel welfare nazionale e mette in luce il contributo fattivo dei nonni: “La struttura della famiglia è tendenzialmente avviata ad una semplificazione: restano marginali le forme plurinucleari, mentre si accentuano le tipologie per loro natura a basso numero di membri. I figli tendono a rimanere più a lungo con i genitori, a stabilirsi vicino alla loro abitazione dopo l’uscita dalla famiglia di origine, a mantenere un intenso e duraturo interscambio affettivo lungo tutto il corso della vita ed a tornare da loro in caso di separazione coniugale. Ed ecco emergere prepotentemente le figure dei nonni. Ma chi sono questi nonni? A cosa servono per i nipoti? Possiamo individuare, alla luce dei nostri trascorsi cinque contributi che possiamo fornire ai nostri nipoti: testimoniare le radici e la continuità facendo loro comprendere che il relativo benessere di cui oggi godono non è un dono piovuto dal cielo ma si fonda sul lavoro e sui sacrifici della nostra generazione; offrire un rifugio specie nei momenti di crisi familiare; intrattenersi a parlare con loro ed avere la pazienza di ascoltarli; fornire sostegno empatico e non solo: il ruolo dei nonni è un ruolo senza ruolo perché non legato a nessun vincolo prestabilito, soprattutto educativo, come accade, invece, per le figure genitoriali; aiuto economico e supporto logistico, avendo, attualmente ed in genere, la generazione dei nonni più mezzi dei giovani genitori”.
Sottolinea il vice presidente nazionale vicario di ANLA Onlus, Vincenzo D’Angelo, vice coordinatore del Patto: “I nonni sono una componente fondamentale del welfare familiare. Senza il loro apporto concreto, in termini di impegno quotidiano e anche economico, le giovani famiglie avrebbero grosse difficoltà ad andare avanti. Non solo: l’essere nonni va al di là della dimensione affettiva, è essere un punto di riferimento nell’attuale contesto sociale. Ecco perché Convegni come questi sono necessari, sia per approfondire le tematiche connesse al ruolo, sia per portare all’attenzione dell’opinione pubblica un ruolo ancora troppo sottovalutato, nell’ottica di contribuire a migliorare il welfare nazionale”.
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