Nell’ambito de “La notte dell’Arpia”, lo spettacolo inaugurerà la Biennale di Viterbo nella sede di Celleno Borgo Fantasma
il 22 luglio alle ore 21:00
(prenotazione obbligatoria)
Ambiente ed Etica. Paul Crutzen, chimico olandese premio Nobel nel ’95, è stato uno dei massimi esperti di chimica dell’atmosfera. Nel 2020 ha coniato il termine “Antropocene” per definire la prima era geologica nella quale le attività umane sono state in grado di influenzare l’atmosfera e alterare il suo equilibrio. L’Antropocene sarebbe quindi la nuova fase nella storia del pianeta Terra, in cui l’umanità si è imposta come un’influenza decisiva sull’ecologia globale, interferendo con i suoi sistemi fondamentali, alterando e modificando la natura e l’ambiente vitale.
Quella natura e paesaggio che Salvador Dalì identificava nell’inconscio come specchio dell’essere. Tramite la sua pittura metafisica riuscì ad uscire dall’avanguardia inserendo nelle sue opere il valore dell’atemporalità della natura.
E di Salvador si narrerà nel monologo eccentrico e surreale “Il ritorno di Dalì” di e con Demian Antonio Aprea, accompagnato da Gabriele Fioritti, al violoncello.
Questo spettacolo è formulato secondo il principio paranoico-critico di Salvador Dalì
se non ci capite niente, non siete degli sciocchi, siete degli artisti.
Parte così lo spettacolo, con l’interpretazione di Demian Aprea, originale, eccentrica, bizzarra e stravagante del personaggio daliniano. Il Dalì pittore fa solo da collante a questa sua surrealista rappresentazione, surrealista come la sua arte, che, nell’ambito de “La notte dell’Arpia”, inaugurerà la Biennale di Viterbo nella sede di Celleno Borgo Fantasma il 22 luglio alle ore 21:00 (prenotazione obbligatoria).
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