Biennale di Venezia 2019
Lasciamo che il sublime contenitore dell’arte contemporanea si riempia di bellezza, provocazione, edonismo, denuncia, autocommiserazione o semplici giochi di mercato e godiamoci con la mente vergine di un bambino questo percorso all’interno del “CHE TU POSSA VIVERE IN TEMPI INTERESSANTI” titolo che Rugoff, il direttore artistico, regala all’evento più importante al mondo se parliamo di Arti Visive, ossia la Biennale di Venezia che già di suo, visto lo scenario naturale e architettonico irripetibile, concede allo spettatore come suggestione rara e predispone l’animo alle più recondite percezioni emotive.
Venezia per 6 mesi diventa “il centro di gravità permanente”, il paese dei balocchi di artisti o pseudo-tali, di organizzazioni e fondazioni, di filantropi o approfittatori e puoi anche “morire” di mostre vista la quantità innumerevole e indefinita di eventi collaterali, ufficiali e non, che si spalmano nella laguna in ogni dove.
Ogni anfratto diventa buono, alla ricerca di quella visibilità in “real time” che i social ci impongono…
Nel mio personale percorso veneziano ho pensato di ragionare da artista, da curatore o da organizzatore di eventi culturali ma alla fine ha prevalso l’indole del bambino e ho lasciato spazio alle emozioni/cognitive primitive…quelle che ti colpiscono al cuore o alla pancia lasciandoti senza fiato, quell’EXUPERANTI FORMA che cerchiamo come l’Eldorado ma senza aver portato dietro la bacinella per setacciare…prendere l’oro con le mani nella sua forma più grezza!
Io parto da qui, Alex da Corte americano nato nell’80, con la sua “Rubber Pencil Devil” (Arsenale) un video che racchiude storie attraverso essenze iconiche pop della cultura americana e dove la musica, volutamente slow è di un fresh ipnotico, crea quell’atmosfera disincantata che accompagna un caleidoscopio di personaggi culturali immaginari e sottolinea quanto siano labili i confini tra mito e storia nella psiche collettiva …ritrovo nel concept profondo di questa opera la sintesi del momento che viviamo in arte contemporanea…quanto l’immaginario collettivo si lasci incantare dalla comunicazione che il mercato del collezionismo estremo mette in piedi per creare speculazioni o bolle finanziare ad hoc !
Mi ritrovo, nel mio viaggio emozionale, nel padiglione del Canada, con ISUMA (la parola significa pensare), la loro videoarte racconta del trasferimento forzato del popolo INUIT avvenuto in Canada negli anni ’50, di quello che i media ci hanno raccontato e di quello che hanno nascosto o edulcorato e lasciandomi incantare dalle immagini del bianco estremo del polo simbolo di purezza estrema ho colto nelle parole di un capofamiglia della tribù l’essenza del concetto dei soldi in territori o comunità dove la sopravvivenza è data esclusivamente dalla caccia o dallo scambio, azzerando completamente il valore del denaro, ed ho cercato, con la mente dell’infante alla ricerca della verità, il parallelismo con la comunità dell’arte.
Ho trovato nell’UTOPIA le risposte…a Venezia ci sei se rientri nei parametri base del Capitalismo, dove con il denaro acquisisci spazi alternativi, sostieni curatori e mantieni la macchina organizzativa mentre la VERA RIVOLUZIONE potrebbe essere una BIENNALE PURA dove l’ARTE paga L’ARTE con ARTE…
Sognare non costa nulla affermava qualcuno ed i sogni, affermo io, ci nutrono…
Non è lontano il mio pensiero da quello di JIMMIE DURHAM , Leone d’oro alla carriera in questa edizione, “l’empatia fa parte dell’immaginazione e l’immaginazione è il motore dell’intelligenza” …
quell’immaginazione che non manca ai 2 cinesi SUN YUAN e PENG YU con la loro «Can’t Help Myself» la macchina lavasangue dove ognuno di noi, questa la personale interpretazione, può cercare di cancellare ogni evento nefasto della propria vita così come nella scena dei più efferati delitti.
Il mio percorso prosegue imbattendomi nelle “Island Weather” delle Filippine, nel Figliol Prodigo della Russia, nel Ghana Freedom o nell’estasi immersiva e partecipata del padiglione di Venezia.
Fotografie, dipinti, installazioni e video mi accompagnano in questo percorso di “vita reale” raccontata dalle opere, cercando d’immaginare i pensieri di ogni spirito elevato che si nasconde dietro ogni artista…
In ogni opera e in ogni angolo di Venezia ho trovato il soffio eterno.
Non dobbiamo avere paura del futuro con magari il terrore di perderci nello stesso, nel nostro labirinto non si canta “BELLA CIAO” tra memorie e ancoraggi passati ma si vive con lo sguardo dell’OLTRE e le speranze e i sogni di un bimbo innamorato!
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