C’è un tempo per tutto, ma sopratutto per non dimenticare.
Non dimenticare chi prima di noi ha fatto della propria vita una missione, soprattutto dopo aver toccato il fondo, dal quale si ritrova il coraggio di risalire.
In occasione delle Olimpiadi Tokyo 2020 che si terranno dal 24 Luglio al 9 Agosto 2020, corona virus permettendo, volevo ricordare un personaggio molto noto nella disciplina della scherma.
Ringrazio anticipatamente le nipoti Serena Loi e Chiara Loi le quali, con molto entusiasmo, trasportate per l’amore che hanno per lo zio, venuto a mancare nel 2015, ci hanno aiutato a ripercorrere tutte le tappe della sua vita, l’incidente, la nuova rinascita fino alle vittorie… il suo nome è Vittorio Loi.
Nato a Nurri (CA) il 22/11/1942 uno di nove figli, papà Efisio sardo e mamma Emma di origine Slava, alla quale dobbiamo i suoi tratti fisiognomici e gli occhi azzurri.
Dopo aver trascorso la sua adolescenza nelle campagne sarde, un giorno caricando la legna sul carro un tronco cedette facendogli cadere tutto il carico addosso. A causa di questo incidente Vittorio perse l’uso delle gambe.
La vita gli crollò addosso tanto che pensò anche di farla finita, ma un evento decisivo cambiò il suo pensiero. Nel 1961 appena dopo l’accaduto, fu trasferito al C.P.O. di Ostia (Centro Paraplegici di Ostia), dove incontrò il dott. Manlio che fu fondamentale in questo passaggio della sua vita, lo incoraggiò ad eseguire svariati sport tra cui pallacanestro, ping pong, nuoto e altro tra questi anche la scherma.
Vittorio fu affascinato da questa disciplina, quasi come se impugnando la spada, potesse sfidare la propria vita, si una sfida da cui esce vincitore…
Nel centro molte furono le amicizie tra cui Sig. Aroldo, Olver detto Topogigio, Francesco Deiana con il quale condivise un appartamento a Ostia, era come un fratello, fra tanti amici anche Ernesto Lerre nato a Napoli, anche lui con problemi ad una gamba, che Vittorio indusse alla sua disciplina tanto che da lì in poi i due si legarono tanto e insieme percorsero tutta la loro vita professionale e non, fino a quando Vittorio lasciò la vita terrena.
Vittorio Loi partecipa alle Paralimpiadi di Tokyo nel 1964
2 medaglia d’Oro e argento fioretto individuale e a squadre
alle Paralimpiadi di Tel Aviv nel 1968,
3 ori ad Heidelberg nel 1972,
argento e 2 bronzi a Toronto nel 1974,
Medaglia di Bronzo fioretto a squadre alle Paralimpiadi di Amheim Olanda.
Nel 1980 consegue il brevetto di istruttore e diploma di Maestro di scherma presso l’Accademia Nazionale di Napoli.
Nel 1981 diventa tecnico della Nazionale Italiana di Scherma Disabili partecipando a 5 Paralimpiadi.
Nel 1988 frequenta corso di specializzazione, organizzato dalla FISD destinato a professionisti ISEF, relativo agli aspetti particolari dello sport per disabili.
Progetta e realizza delle pedane di scherma conosciute come “Italiane”, da tutto il mondo considerate le più sicure, affidabili e che consentono la maggior autonomia del tiratore.
Vittorio è Socio Fondatore della prima Federazione Italiana per la Scherma in Carrozzina (I.W.F.C.), organo tecnico della Federazione Internazionale di Sport Disabili (I.S.M.W.S.F.) nella quale ricopre il ruolo di responsabile per il regolamento e per il materiale dal 1981.
Campione Mondiale dal 1964 al 1974 e Campione Italiano dal 1974 al 1979.
Vittorio Loi Insegna ai ragazzi del S. Lucia che considera un’ottima squadra e si impegna ad insegnare scherma anche a titolo gratuito, perché “Per lui la scherma era una missione di vita, era come aria che respirava” ci racconta sua nipote Serena, “Il suo contributo resterà nella storia della scherma” aggiunge “Ha insegnato fino all’ultimo respiro”.
Insegnante di vita oltre alla sua professione, Serena e Chiara Loi, le nipoti di Vittorio Loi lo ricordano, ma non solo, lo vivono giorno per giorno, nei suoi insegnamenti e nei valori trasmessi che le accompagnano ogni giorno.
“Lo chiamavamo roccia, era forte, sicuro, caparbio, non aveva paura di nulla, faceva tutto prendendo di petto la vita” ne parlano commosse le sorelle Loi, per loro é stato un secondo padre.
Nulla accade per caso la vita ci conduce e poi sta a noi nel cogliere tutte le sue sfumature, anche quando cadiamo c’è un motivo, probabilmente la vita ci sta portando su un’altra strada da percorrere, e sta a noi capire, rialzarci e NON MOLLARE MAI come diceva Vittorio Loi.
Ringrazio personalmente Chiara Loi e Serena Loi per la grande disponibilità, per le emozioni che mi hanno trasmesso e sopratutto per non dimenticare un Campione Mondiale.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv