L’incontro vuole raccontare come i libri diventano strumento creativo e vengono usati nelle istituzioni.
Sofia Bilotta parla della mostra di “Maria Lai. Tenendo per mano il sole”, mostra che va da giugno 2019 a gennaio 2020 che espone fiabe cucite, tele tessute, telai e una varietà di libri realizzati in stoffa, ceramica e in pietra. In mostra troviamo anche “Bisbigli”, libro del 1996 in filo, stoffa e tempera dove la parola è indecifrabile.
Maria Lai si appropria della parola tardi perché va a scuola a 8 anni. Usa piccoli fili che si intrecciano come lo spartito musicale con le note, raccontando di ritmi. L’artista nasce in Sardegna e li’ la tradizione della tessitura e’ forte.
Il primo approccio al disegno nasce guardando la nonna che tesse. Lei inventa storie, fiabe cucite, in cui la scrittura semantica lascia il posto alle immagini. Tra i suoi libri troviamo “Tenendo per mano il sole”. “Maria Pietra” del 1991 in filo e in stoffa. Invece “C’era una volta un Dio distratto. La leggenda del Sardus Pater” in filo e stoffa è un libro non suo ma in cui crea delle immagini. Le storie che racconta sono per la Lai il senso della vita, diventano simbolo della creatività femminile. Anche “‘L’albero del poeta” è un libro esposto in mostra come anche “Legarsi alle montagne” dove l’arte diventa simbolo della salvezza.
Il MAXXI organizza una serie di visite tattili con l’iniziativa “ascoltare la materia”. “Omaggio a Maria Lai. Libri tattili e opere in braille” è un altro progetto esposto in mostra in cui dopo tanto guardare i visitatori possono toccare i libri della Lai. Altri libri in mostra sono: Eleonora Cumer “Per filo e per segno”, Loretta Cappanera “Filo, filato, filó”, Roberta Bridda “Come un albero” e di Mauro L. Evangelista “Cuore di pietra “, Marcella Basso “Io, tu, le mani”. Di tutte le opere che i visitatori avevano a disposizione c’era la possibilità di leggere il braille e di toccare libri. A Paolo Barabotto si devono laboratori sull’arte della tattilità che hanno avuto un successo incredibile e sono stati molto graditi dagli studenti. A Roma c’è stato un laboratorio anche con l’Associazione Museum. Si sono organizzati laboratori a numero chiuso poiché l’approccio tattile deve essere sperimentato e non raccontato. Gli studenti portavano materiale da casa, mentre un baule di cose veniva portato dal docente Paolo Vecchiarelli.
Dopo una parte introduttiva venivano distribuiti alcuni libri tattili selezionati . Successivamente si analizzavano le tecniche e le soluzioni esplorate sono state efficaci. Dopo questa fase gli studenti sono stati divisi in piccoli gruppi che dovevano creare un “menabò” di storie divise in momenti illustrabili. Poi tutti i gruppi dovevano dare motivazione delle scelte fatte come ultimo step di condivisione finale. Nel corso del laboratorio si è pensato di scrivere un racconto. Altri campi come le scienze possono essere trasformati in libri tattili. Nell’intervento di Raffaele Pellegrini del “Post”, museo di Perugia, si è documentato come i libri tattili sono un punto di partenza per nuove sinergie, ad esempio con il progetto “Raccontare la scienza con il tatto” che parte dalla partecipazione al concorso nazionale “Tocca a te!”.
Questo progetto traduce in immagini tattili quello che è didattica nella scuola, come per esempio la lezione sui microbi, e rappresenta quello che si vede all’interno dei microscopi. Un ulteriore progetto del Museo delle scienze è “POSTsensory friendly” basato sull’accessibilità e la multisensorialitá. Ancora al museo di Perugia è ospitata la mostra “A spasso con le dita”, un’occasione per avvicinare il pubblico di vedenti e non. Sono stati organizzati anche laboratori per le scuole, con esposizione di tutti libri tattili nonché workshop, molto partecipati, per insegnanti, genitori ed educatori. Il museo è fornito anche di scaffali liberamente accessibili. Inoltre successivamente le mostre sono state dotate di leggio a doppia altezza per giovani e adulti con libri in braille e con immagini tattili.
Marcella Basso è un’illustratrice che lavora a Pordenone come educatrice nell’extrascolastico. Autrice di alcuni libri racconta come nascono i suoi progetti, per esempio “Toccare oltre”, dove il libro è inteso come spazio e luogo. Nei primi tre libri avvertiamo la volontà di creare degli spazi: in “Andiamo”, 2013, il tatto è protagonista. In “Io, tu, le mani”, 2015, è importante tenere a mente gli obiettivi, stare in ciò che si sente nel contatto col corpo non solo nella testa e ancora una volta il tatto è protagonista. In “Il viaggio”, 2019, si sottolinea come è necessario portare fuori quello che si ha dentro. Nel progetto sui generis “Facciamo i castelli?” è proposto l’acroyoga per bimbi con deficit visivi e uditivi. Seguono alcuni laboratori: “Tocca a te!” del 2020 ,dove si crea un libro, “L’impiccato … ma anche tanto altro!” del 2020, che vede il gioco dell’impiccato riadattato, “Nodi” del 2017, realizzato con Laura Anfuso, “App… punti” del 2018, realizzato anch’esso con Laura Anfuso.
Ottavia Murru è invece una bibliotecaria. Il suo progetto “Le mani leggono ed esplorano” è iniziato nel 2001 in una biblioteca piccolissima, la Fucini, con una piccola sezione di libri per ragazzi. Sono stati coinvolti alcuni insegnanti e il progetto è iniziato con l’acquisto di materiali come il mappamondo con cartina tattile ad incastro e due tabelloni in rilievo, sia per le lettere che per i numeri. Si voleva creare uno spazio inclusivo, fare in modo che il disabile visivo dialogasse con gli altri. Viene portata ad esempio la storia di un ragazzo francese cieco che a 16 anni ha completato l’alfabeto con puntini in rilievo, destinato a bambini piccoli, mentre per quelli più grandi si avevano libri tattili ma non con illustrazioni in rilievo.
Francesco Grande è un bibliotecario della biblioteca civica di Sesto San Giovanni e racconta la sua esperienza. In questa biblioteca si lavora su materiali e strumenti e il libro tattile viene utilizzato al di là della diversità come libro d’arte.
Nina Cabiddu, bibliotecaria a Pesaro in una biblioteca di quartiere, spiega che in città ci sono quattro biblioteche di questo genere per raggiungere i pubblici che non vengono in biblioteca. Hanno qui presentato il concorso “Tocca a te!” e i laboratori tattili con il progetto “Con tatto ” insieme al liceo di Pesaro. Viene anche svolto lavoro di formazione al museo tattile statale Omero, anche per l’utilizzo del braille, con partecipazione di bibliotecari, educatori e genitori.
È organizzata anche attività musicale con l’orchestra di bambini non vedenti.
Belen Sotelo della Cooperativa Accaparlante di Bologna parla del centro handicap che nasce nel 1982 e nel 1996 si costituisce come associazione all’interno della biblioteca, che comprende anche la biblioteca per ragazzi, per attivare una sezione sulla disabilità. Nasce anche la rivista “Accaparlante” che nel 2019 poi diventa collana di libri.
Nelle biblioteca per ragazzi nasce il progetto “Storie per tutti” nel 2016, curato da cittadini disabili e non, trattando temi come il diritto alla lettura e il diritto alla partecipazione. Il progetto ha visto 60 incontri, 1600 partecipanti ed è stato portato in cinque regioni. Partendo dal presupposto che la accessibilità totale non esiste si usano diversi codici comunicativi come le letture in simboli e le letture LIS. Le letture sono accompagnate da musica dal vivo. Viene sottolineato l’aspetto relazionale e come sia importante il diritto al bello e l’attenzione alla qualità. Nasce anche il progetto di audiovisivi “Cinema per tutti” rivolto all’infanzia. È stata creata anche una piattaforma multimediale dal nome “Storie di pace per tutti” che fornisce risorse ad insegnanti e ai genitori.
Elena Corniglia presenta il progetto “Vietato non sfogliare”. Nel 2010 ha un incontro fortuito in una biblioteca francese con la versione tattile del libro “Piccolo blu e piccolo giallo” di Leo Lionni, testo destinato a chi aveva disabilità visiva e non. E si chiese se anche in Italia esistessero libri simili. Dal 2010 comincia il lavoro sui libri accessibili, sui libri che nascono per la disabilità. Si lavora perché emerga anche l’esperienza di case editoriali piccolissime che parlano della disabilità e con la disabilità, libri preziosissimi promotori della diversa cultura della disabilità. Si consolidano due filoni di lavoro: il primo è un database dal titolo “Dito.areato.org” che orienta l’utente sui libri accessibili italiani. Individuati i risultati si ha un elenco di libri, di recensioni e di analisi per l’accessibilità.
L’altro filone presentato è la mostra “Vietato non sfogliare” che espone una selezione di libri accessibili con lo scopo di fare incontrare i libri con i lettori. I due filoni sono uniti dal fatto che i libri tattili non debbano essere accessibili solo ai non vedenti, ma a tutti. Per esempio sono utili per i bambini con autismo o con difficoltà di attenzione. Inoltre cerca di allargare lo sguardo presentando esperienze diverse e libri stranieri, per esempio libri “pop-up” e libri in rilievo, attivando connessioni nuove e unendo nello stesso libro codici diversi.
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