Per la prima volta in Italia pubblicata anche la versione spagnola
Un album fondamentale nella carriera di Battisti, artista geniale in anticipo sui tempi, è certamente “LUCIO BATTISTI, LA BATTERIA, IL CONTRABBASSO, ECCETERA”, ripubblicato da Sony Music / Legacy Recordings – a 45 anni dalla pubblicazione – in una nuova versione, speciale, con la rimasterizzazione dei nastri originali (a 192khz/24bit); disponibile da venerdì 26 novembre sulle piattaforme digitali e nei negozi dischi, nei formati doppio CD, in LP+CD e in digitale.
Per l’occasione speciale e per omaggiare l’artista e la sua opera, il progetto include anche la versione spagnola dell’album (Lucio Battisti, la bateria, el contrabajo eccetera) mai pubblicata prima in Italia e che, nel 1976, ebbe grande successo in Spagna (con le radio iberiche a programmare il singolo “De nuevo tu”).
Nel cofanetto è presente un interessante booklet con i testi a firma di Paolo Maiorino, discografico che ha curato il progetto. Il libretto ripercorre la storia dell’album attraverso il racconto e le testimonianze dei compagni di viaggio di Battisti: Mogol, Alberto Radius, Piero Bravin, Gianni Dall’Aglio, i personaggi che hanno “vissuto appieno” un disco passato alla storia.
“I loro ricordi e la loro memoria storica ci aiutano a comprendere meglio le dinamiche e gli eventi di un album assolutamente iconico”, spiega Maiorino.
Era il 1976, nel pieno di un’epoca tormentata. Erano gli “anni di piombo”.
A Roma, in via dell’Indipendenza, Eugenio Scalfari, dopo l’esperienza de L’Espresso, dà vita al quotidiano dal nome patriottico e costituzionale, La Repubblica. C’era tanto da raccontare dell’Italia e del mondo: in quel periodo stava accadendo di tutto, dal disastro assurdo di Seveso al terremoto in Friuli fino agli attentati terroristici che, quasi, mettono in ginocchio il Paese. Gli Stati Uniti, invece, vivono situazioni paradossali: se da una parte regrediscono, ripristinando la pena capitale, dall’altra toccano il futuro, progettando il primo supercomputer, Cray-1.
È proprio in quegli anni che Lucio Battisti frequenta gli States , carico di stimolanti influenze e buone vibrazioni funky soul misto al pop della nascente disco. Alle prese con situazioni nuove, Lucio in Italia anticipa i tempi in termini di suoni e visioni. Ecco “Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera”, che già dal titolo spoiler fa intendere il ruolo della sezione ritmica.
“Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera arrivò a ristabilire un certo grado di successo e popolarità per Lucio, dopo Anima Latina, che fu a mio avviso uno dei suoi album migliori in assoluto, ma che soffrì un missaggio veramente infelice – racconta Mogol – La sua voce era troppo “dentro” e glielo dissi, ma mi rispose che in quel modo la gente avrebbe dovuto ascoltarlo con cura e prestare più attenzione ai testi stessi. Ma il risultato fu un limite sull’immediatezza di quel disco, che infatti vendette meno dei precedenti e del successivo. Un vero peccato, considerata la sua bellezza. Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera riposizionò Battisti completamente”.
Gianni Dall’Aglio ricorda le giornate di registrazione: “C’era un clima meraviglioso in studio quell’estate, con Battisti e Radius che raccontavano barzellette, i pranzi luculliani e tanta musica. In circa 20 giorni realizzammo praticamente tutto l’album, tranne il brano “Ancora Tu”, che non esisteva ai tempi. E quando dico tutto, intendo anche arrangiamenti e sovraincisioni”.
Alberto Radius racconta nel booklet quando Lucio Battisti si “innamorò” de Il Volo, che coinvolse nel progetto: “Era molto difficile interagire con lui, ogni momento era una situazione nuova. Non esistevano partiture scritte, era tutto improvvisazione ed infinite ripetizioni dei brani. A lui era piaciuta una cosa che avevo magari fatto io con la chitarra e mi chiedeva di rifarla, ma nel frattempo non ricordavo a cosa si riferisse, visto che tutto era frutto di una gigantesca jam session”.
Battisti raccontato da più angolazioni, da diversi modi di intenderlo e guardarlo, sentirlo e percepirlo. E ora, ricordarlo.
Piero Bravin, a tal proposito: “Battisti era un vero genio, il musicista più talentuoso con il quale mi sia capitato di collaborare. Ed è sempre stato molto rispettoso del lavoro altrui. In studio, non potendo disporre di un linguaggio tecnico in fatto di frequenza, si era inventato un sistema a colori, dove ogni tipo di suono aveva una sua corrispondenza in un determinato colore. Il marrone, ad esempio, rispondeva ad un suono molto ben preciso e così con il blu, il giallo, il verde, e via dicendo. Fu una sua trovata decisamente geniale. In ogni momento sapevo esattamente che tipo di suono volesse ottenere da un determinato strumento”.
“Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera” rimane uno dei più geniali dischi di Lucio Battisti, che allora fu sicuramente d’avanguardia, anticipò in Italia i tempi della “Saturday Night Fever” già scoppiata in America. Raccontarlo attraverso i ricordi di chi l’ha vissuto e riascoltando le musiche collocandole temporalmente, restituisce all’ascoltatore una nuova percezione di quei brani, di quelle sonorità.
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