Chi è Alessandro Ciervo
Alessandro è cresciuto in mezzo al Neapolitan Power, figlio di quel Vincenzo, cantante dalla voce potente e melodiosa (come lo ha definito Gianni Fiorenzano) ma soprattutto proprietario di uno spazio magico della Napoli anni ’70: la Grotta alle Fontanelle nel quartiere Sanità. Quel posto speciale ha scritto un capitolo significativo nella storia della canzone italiana. Il laboratorio artistico di Pino Daniele, James Senese, Enzo Avitabile dove nasceva il sound del futuro mentre fuori infuriavano gli anni di piombo e i ragazzi volevano cambiare Napoli con la musica.
Enfant prodige, ha registrato un coro di voci bianche insieme a suo fratello nel 2003 per il disco di Mina “Napoli secondo estratto” all’età di 12 anni con il brano “Napule è” di Pino Daniele. Questa pregevole collaborazione scaturisce dal fatto che il piccolo Alessandro era uso calcare i palchi insieme a suo padre il quale gli affidava i suoi brani da eseguire mentre lo accompagnava con la chitarra.
A sedici anni scopre la passione per la fotografia e il videomaking fino a farne oggetto dei suoi studi universitari; negli anni si dedica all’ambizioso progetto di creare una sua casa di produzione, il Cervus Studio, che oggi è una realtà.
La prematura morte del padre e l’aggressione di cui fu vittima anni fa non lo hanno piegato: la musica ha continuato ad essere la sua amica più cara. Producer, musicista, autore, sceglie il lago di Braiess, ad oggi il lago più famoso del web con le sue incantevoli acque smeraldine, e l’Austria come sfondo al videoclip di “In mezzo ad un’ostilità”.
La prima scelta di Ciervo
La scelta è caduta su questo brano in particolare (tra le numerose canzoni che ha composto) perché lancia un messaggio preciso a chi si accosta per la prima volta all’ascolto di questo giovane cantautore; in esso, infatti, si accenna alle difficili vicende dei suoi anni più burrascosi, in bilico tra ospedali e provini, tribunali e casting, al suo rapporto con la musica.
Il suo continuo mettersi alla prova, faccia a faccia con la Vita senza svendersi, senza la frettolosa bramosia di chi rincorre il successo a tutti i costi, diventa un brano che rappresenta anche il momento in cui l’uomo Alessandro chiude un capitolo della sua vita per dare inizio ad una nuova fase creativa della sua esistenza.
La riconoscenza per chi lo ha sostenuto negli anni bui non offusca, però, la necessità di amare e proteggere i suoi sogni, i suoi obiettivi e, anche se il brano è arrivato in mezzo alla confusione generata dai colori delle zone regionali italiane, l’ostilità di cui parla Ciervo riguarda più la lotta interiore dell’uomo che la pandemia che sta condizionando le nostre giornate.
Questa ballad , che mette a nudo l’angolo più nascosto dell’anima, ha il potere di riverberare un raggio di serenità sul velo di malinconia che sempre offusca il ricordo di un amore finito.
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