Il solito ignoto è Gigi (Pietro Romano), improbabile ladro, che si trova coinvolto nel tentativo di svaligiare un appartamento, nelle vicende di una singolare e divertentissima coppia.
Lei Carla (Marina Vitolo) napoletanissima, altezzosa e assai ricca, lui Carlo (Pierre Bresolin) buffissimo, dalla fisicità Spadoliniana, mezzo cecato e un po’ rimbambito, con una vocetta divertentissima, succube della moglie.
Un attore che fa’ da ottima spalla agli altri, un battitore preciso e accurato sempre sul pezzo, ironico simpatico, con un carisma tutto suo, si veste di un personaggio degno delle passate commedie con Lino Banfi, Mario Carotenuto e…Edwige Fenech.
Lei scambia il ladro intrufolatosi in casa per un amico del marito tontacchione, che smemorato crede davvero di riconoscere in lui un suo amico di vecchia data.
Gag e battute dal gusto retrò, non a caso nella commedia riescono le lire, ambientata infatti negli anni 80 rispolvera le battute tipiche di quegli anni.
Pietro Romano ha invece la fisicità e le movenze di Benigni versione Trastevere però, sembra infatti uscito da un film di Thomas Milian tant’è che la sua voce mi ricorda quella di Toni Ucci, (l’amico ladro dell’ispettore Giraldi che morirà su uno dei tanti film), con un infarinata di Paolo Panelli, Enrico Montesano e di tanto in tanto anche un pizzico di Paolo Stoppa (non manca un richiamo a Bombolo e a Totò).
Ora Carlo e Carla, non sono proprio una coppia che fa scintille, ma Carla ha i suoi ‘pruriti’ risvegliati dal ‘fascino’ di Gigi, che riuscirà a far credere ad entrambi di essere l’amante di lei (pagato subdolamente da Carlo per non dover assolvere ai sui doveri coniugali), mentre all’insaputa di Carla organizza dei randez vous segreti quanto improbabili con Edwige Fenech allo spadoliniano marito che ne è ossessionato (chi ha visto i film della Fenech ha tutta la sua comprensione).
In realtà gli incontri al buio che entrambi hanno, Carla con Gigi e Carlo con Edwige sono un inganno…ma bisogna vedere la commedia per sapere cosa accade.
Strepitosa Marina Vitolo che io AMO!
Qualcosa di incredibilmente esilarante la sua telefonata monologo all’inizio dello spettacolo, da sentirsi male, grande, grandissima…
Un incrocio tra Marisa Laurito, Marina Confalone, Pupella Maggio e…vi giuro una mia vicina di casa!
Mi stavo sentendo male dalle risate per la sua interpretazione. Effervescentemente versione partenopea di un personaggio borghese e raffinato che, nonostante si esprima con un forte dialetto napoletano, usa vocaboli forbiti che cozzano con il lessico piuttosto elementare di Gigi creando fraintendimenti tra i due e suscitando ilarità per il ludibrio del pubblico.
Romano è un vero artista della vecchia scuola, quella di Alfiero Alfieri per capirsi, radicato conservatore di una comicità storica basata anche sull’improvvisazione.
Improvvisazione che ha avuto modo di mettere in atto più volte nella serata a causa di piccoli imprevisti occorsigli e sfruttati da lui egregiamente, dandogli o incerto, suscita ilarità quando si esprime e fraintende gli altri, sinceramente è il personaggio meno sfruttato e più anonimo della commedia.
Ma è una scelta della sceneggiatura a volere questo, il colpo di scena finale ribalta infatti l’essenza del personaggio, che diviene addirittura la chiave per una simpatica e toccante morale per l’epilogo della storia.
Galina gettando la maschera si svela in tutta la sua bellezza e presenza scenica, ci regala la sua simpatia e soprattutto la sua bravura tutta concentrata negli ultimi minuti della commedia.
Come un cingolato conquista il palco facendosi spazio a spallate e con poche mirate battute, recupera tutto il tempo che l’ha relegata a fugaci ed anonime apparizioni rivelando l’essenza della natura del suo personaggio tenuto nascosto fino alla fine e restituendogli la dignità rimasta castrata per tutta la commedia.
Splendida, sensuale, si svela romanissima e caratterialmente volitiva in un finale inaspettato che non rivelero’.
Romano canterà nel finale alla bellissima non più Galina, una canzone in romanesco con reminiscenze ‘Sorciniane’.
4 attori super per una commedia dal gusto antico ma divertente, che riporta in auge una comicità ormai sopita, orientata a solleticare le corde di un pubblico over 50 o giù di lì, adatta comunque e sicuramente ad ogni fascia di età.
Credo sia doveroso aggiungere alcune cose:
In primis: il paragone che ho fatto con vari attori illustri nei confronti sia di Romano che della Vitolo vanno interpretati come un tributo che ho fatto loro accomunandoli a personaggi più conosciuti per fare un paragone calzante e dare un’idea a chi non era presente.
Questo non deve essere interpretato come uno sminuire questi due grandi artisti che possiedono una forte e radicata personalità.
Personalità e bravura che permette loro di svolazzare e posarsi come api su questi grandi nomi citati suggendone il nettare per reinterpretarli personalizzandoli e restituendogli così il giusto censo.
Cose che possono fare solo dei veri professionisti.
In secundis: quella a cui ho assistito sarebbe dovuta essere la prima di una lunga serie di date che purtroppo a causa del coronavirus e delle contromisure che sono state adottate sarà (forse) l’ultima.
Nonostante tutto i nostri a conoscenza di ciò e di fronte ad un pubblico ridotto di numero (era previsto un sold out), hanno portato avanti egregiamente, dignitosamente e coraggiosamente il loro spettacolo senza battere ciglio, creando una sinergia intensa e palpabile con i presenti.
Nomi noti del panorama cine/teatrale hanno voluto presenziare alla ‘Prima’ per solidarietà e vicinanza al mondo dello spettacolo, messo in crisi da questa pandemia(?!)
Ricordiamoci di loro e non li abbandoniamo. Così come un loro spettacolo ci fa dimenticare le amarezze della nostra vita, con il nostro affetto rammentiamoci di questi grandi artisti, inficiati nel loro lavoro, affinché non si sentano soli in questa tragedia.
Vi aspettiamo di nuovo sul palco.
A presto!