Il Tribunale Civile di Roma respinge la richiesta di risarcimento di Nuovo IMAIE per presunta condotta diffamatoria di Artisti 7607
L’attrice VALERIA SOLARINO racconta la vicenda nel Video “COME DICE MICHELA” caricato in rete
SEGUE IL LINK: https://www.facebook.com/artisti7607/videos/278222843048598/
Lo scorso 12 novembre il Tribunale Civile di Roma ha respinto la richiesta di risarcimento di Nuovo IMAIE per presunta condotta diffamatoria di Artisti 7607, la cooperativa che intermedia i Diritti Connessi di oltre duemila attori. http://artisti7607.com/
<< Ci hanno chiesto 500 mila euro di risarcimento – dichiara l’attrice Cinzia Mascoli, Presidente della cooperativa – per aver comunicato in due video, “Una commedia italiana che non fa ridere” https://www.youtube.com/watch?v=q0LeyFttI8U&t=132s e “Casa Ravello” https://www.youtube.com/watch?v=yAhbAsdWaf0&t=12s che i dirigenti e i funzionari di Nuovo IMAIE erano gli stessi del vecchio IMAIE e che il vecchio IMAIE era stato estinto nel 2009 a causa dell’incapacità gestionale dell’istituto. Insomma fatti corrispondenti a verità >>.
Con un terzo video dal titolo “COME DICE MICHELA” oggi comunichiamo l’esito di questa vicenda, al link:
COME DICE MICHELA, di Artisti 7607
"COME DICE MICHELA"Il Tribunale Civile di Roma respinge la richiesta di risarcimento di Nuovo IMAIE per presunta condotta diffamatoria di Artisti 7607Con: #ValeriaSolarino e Michela.Riprese e post produzione: #Artisti7607 e Imago Casting (ImagoCasting)
Publiée par Artisti 7607 sur Jeudi 20 décembre 2018
In un mercato dell’audiovisivo che evidenzia un costante incremento dell’offerta e delle utilizzazioni, Artisti 7607 lavora per riaffermare il valore dell’equo compenso dopo anni di insufficienti remunerazioni agli artisti interpreti titolari dei diritti connessi. Una novità evidentemente non gradita a molti, anche a giudicare dai contenziosi sostenuti finora dalla nostra collecting.
Continueremo a tutelare con fermezza i diritti e i compensi degli artisti, contro la pretesa che restino ai margini della filiera e senza voce in capitolo, soprattutto quando si tratta del loro lavoro, anche impugnando al TAR decreti ministeriali come questo ultimo (n.386/2018), che sembra concepito per ostacolare il buon funzionamento del mercato.
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