Il Dipartimento Ambiente di Roma Capitale aveva segnalato la presenza.
In cima ad un grande cedro nei boschi del parco di Villa Ada, di alcune strane “piattaforme”, all’apparenza abitate. Per andare a verificare la situazione una mini-cordata, mobilitata dall’Osservatorio ambientale Sherwood, ha scalato con tecniche alpinistiche – ramo dopo ramo – l’enorme albero, che alla fine è risultato essere alto quasi 30 metri.
In cima, la sorpresa: due piccole piattaforme costruite in legno compensato, ben ancorate e protette da paratie e reti di corda; oltre a tracce di frequentazione con zainetti, indumenti appesi svolazzanti e persino una scorta di acqua. Segno che lassù, tra le raffiche di vento che fanno oscillare la punta del cedro e con una vista che spazia sino al Soratte, qualcuno incredibilmente ci vive o ci ha vissuto.
«Un giaciglio “ai confini della realtà”, davvero impegnativo da raggiungere – commenta Lorenzo Grassi, coordinatore dell’Osservatorio ambientale Sherwood – che fa di questo misterioso e al momento ignoto costruttore e abitante della foresta un degno erede del leggendario Barone Rampante narrato da Italo Calvino».
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