Giovedì 6 giugno dalle ore 20.00, la Scuola Regina Margherita di Roma ospiterà l’appuntamento conclusivo della prima edizione de Il Cinema in Tasca, progetto-laboratorio a cura dell’Associazione Offf, finanziato dal Miur e dal Mibact, rivolto agli studenti delle medie, per un uso consapevole e creativo dello smartphone attraverso la creazione di brevi video, con il coordinamento artistico del regista Andrea Jublin.
Tutti i lavori montati in successione, verranno proiettati in una performance collettiva fruibile sullo schermo del cinema della scuola. L’iniziativa, non a caso, ha trovato casa nell’istituto scolastico di Trastevere, poiché l’edificio, prima scuola pubblica dell’Unità d’Italia, agli inizi del ‘900 è stato anche il primo ad avere una sala di cinema interna, da poco ristrutturata. Grazie alla sensibilità ed alla volontà della dirigente Pasqualina Mirarchi e della docente Cinzia Russo, la scuola ha tra i tanti fiori all’occhiello, quello di aver proposto sezioni legate all’arte, tra cui quella specifica ad indirizzo cinematografico.
Ambasciatore del Cinema in Tasca è Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore e regista, che col suo ultimo film “Un Bacio”, ha incontrato più di 30.000 ragazzi nelle scuole di tutta Italia, per sensibilizzare i giovani su temi quali l’amicizia, la diversità, il dialogo e soprattutto la lotta al bullismo. Da segnalare, tra i docenti del progetto, un altro nome importante come quello di Pippo Delbono.
L’idea del laboratorio nasce da una semplice riflessione. L’utilizzo dello smartphone “a fini didattici” è sdoganato purché opportunamente guidato, ma l’uso che i ragazzi ne fanno in privato rimane escluso dagli obiettivi educativi scolastici e spesso sottovalutato dall’educazione familiare. Eppure, l’età della scuola media è quella dove più frequente è l’insorgenza del bullismo, che da fisico diventa spesso digitale. Ma è anche l’età in cui si forma la consapevolezza della propria immagine, in cui si anticipa l’ingresso nel mondo dei social, in cui ci si avvicina a una narrazione della quotidianità non solo soggettiva, ma anche legata alla società e agli eventi.
«Abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontare delle piccole storie in un minuto attraverso il mezzo più semplice e immediato a loro disposizione, lo smartphone. In modo più specifico, abbiamo domandato loro di pensare, scrivere, girare e montare un’opera personale e originale utilizzando le conoscenze acquisite durante il corso» – racconta il regista Andrea Jublin – «Vedremo così, brevi storie tutte dotate di un inizio, uno svolgimento e una fine. Film dei più svariati generi, che spaziano dalla commedia al comico, dall’action, alla fantascienza, dall’autobiografico al surreale».
Il progetto partito a febbraio, ha compreso la visione di alcuni grandi classici come E.T. e Stand by me, seguita da una sperimentazione individuale, seppur guidata, in cui è stato chiesto ai ragazzi di pensare, scrivere, girare, recitare e montare filmati, utilizzando le conoscenze acquisite nel corso. Il piano di lavoro ha avuto diverse fasi di realizzazione attraverso un percorso formativo composto dai seguenti moduli: GUARDARE, analisi di grandi film a confronto; RACCONTARE, da dove nasce una storia, come si sviluppa e in che modo finisce; RECITARE, GIRARE e MONTARE, i diversi mestieri del cinema; UN PERCORSO ALTERNATIVO: LA VIDEOARTE, espressione artistica che ha indagato le potenzialità espressive dei nuovi mezzi. La seconda edizione del laboratorio partirà a settembre 2019, con la riapertura della scuola, e si concluderà a dicembre 2019 replicando un nuovo evento con proiezione di nuovi video.
Bio – Andrea Jublin.
Regista, attore e sceneggiatore, Andrea Jublin è diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. In seguito, ha studiato al corso di sceneggiatura Rai, a Roma. Da diversi anni insegna Narrazione Cinematografica alla Scuola Holden di Torino. E’ consulente alla comunicazione per l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. E’ un grande conoscitore dei ragazzi e ha da sempre lavorato con loro. Prova ne è che i suoi lavori – che hanno per argomento principale i preadolescenti, gli adolescenti e la scuola – hanno vinto numerosi premi nazionali e internazionali. Tra questi la candidatura agli Oscar nel 2008 con il cortometraggio “Il Supplente” e quella al David di Donatello nel 2015 con il lungometraggio “Banana”, entrambi ambientati a scuola.
L’associazione OFFF
Nasce nel 2018 sulla scia di Tumaranké, documentario realizzato con il contributo di Europa Creativa, interamente girato con smartphone da minori stranieri non accompagnati. Narrazione e tecnologia sono al centro delle attività di OFFF che cerca di leggere il mondo che sarà senza filtri, di raccontare il futuro con la voce e lo sguardo di chi contribuirà a costruirlo. L’immagine come punto di partenza e di arrivo di ogni progetto, come strumento per ampliare l’orizzonte e dialogare con linguaggi diversi sempre in cerca di un punto di condivisione. OFFF è l’idea di 4 donne con passati diversi, presenti mutevoli e la stessa visione del futuro: imprevedibile, veloce e vicinissimo. Perché 3 F? Off con due F in inglese ha significati molto diversi. Se da una parte ci siamo ispirate alla tradizione d’avanguardia teatrale che realizzava spettacoli in circuiti alternativi, al di fuori dei canonici sistemi produttivi, dall’altra ci agganciamo all’idea di cambiare posizione, di muoverci verso qualcosa, di decollare. La terza F è una sfida giocosa a guardare ancora oltre.
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