PERCHÉ MUSSOLINI ROVINÒ L’ITALIA?
“Cito una storica, Maria Teresa Giusti, che ha pubblicato una collana con il Corriere della Sera insieme e Antonio Carioti, nella quale spiega che furono le opere sociali di Mussolini a togliere i soldi alle attività militari. Questo lo scrissi in un primo libro quando notai che, dopo la crisi del ’29, lui non tolse i soldi alla scuola ma li tolse alla polizia e all’esercito. La sostanza è che nel ’40 l’Italia non era preparata alla guerra e lui lo sapeva perché disse a Hitler che prima del ’43 non sarebbe stato pronto per la guerra. Le cose andarono così, si pensò alla vittoria in poche settimane e cominciò la tragedia: persino dalla Francia, dove intervenimmo all’ultimo momento, prendemmo botte come le avremmo prese dalla Grecia, in Africa e infine tragicamente in Russia. Una sequela di sconfitte con una miopia incredibile che dimostra anche gli uomini politicamente più capaci: Mussolini non era uno sciocco, si entrò in un circuito perverso”.
PERCHÉ IN ITALIA LA STORIA DEL FASCISMO SUSCITA SEMPRE ATTENZIONE
“Perché sono 20 anni della nostra storia. 20 anni, quasi 25 anni, perché quest’anno comincio dal ’37 e il libro finisce con l’arresto di Mussolini a Villa Savoia con lui che sale sull’ambulanza. L’anno prossimo ci sarà la guerra civile, quello non è più il fascismo di governo. L’anno successivo il ciclo si chiude con i vincitori e vinti, perché quello che successe dopo il ’45 va raccontato: ci fu la Controguerra civile ed è stato terribile, quindi il fascismo ce lo siamo portati addosso per troppi anni per non doverlo riguardare, rianalizzare e anche per non commettere gli errori che sono stati commessi allora”.
È GIUSTO DARE SPAZIO A CHI PORTA AVANTI PENSIERI NEO FASCISTI?
“No. Il mio è un libro di storia, la storia è fatta di fascisti in questo caso e poi di resistenza al fascismo. Nel libro c’è un capitolo anche sui disordini di Piazza del Popolo, c’è l’attacco alla CGIL ma viene profondamente criticata come cosa totalmente irreale e c’è anche un dibattito all’interno della destra su questa storia, perciò bisogna stare molto attenti”.
MARIO DRAGHI E IL QUIRINALE
“Premesso che fare previsioni per il Quirinale è sempre molto pericoloso perché 75 anni di storia sono pieni. Marini mi disse alle 13 che sarebbe uscito poche ore dopo, invece poche ore dopo non successe: sono infinite le sorprese dell’ultimo momento. Draghi è la meno improbabile, nel senso che è opinione comune a lui non dispiacerebbe andarci e secondo me è anche abbastanza complicato per l’attuale maggioranza di governo non indicarlo in qualche modo. Poi staremo a vedere, perché bisogna mettersi d’accordo sul dopo Draghi cosa succede: si parla di un governo Cartabia, di un governo Franco. Non puoi sequestrare Draghi fin quando ci fa comodo. Mattarella non sa più come dire che non vuole essere confermato: bisogna rispettare la sua opinione. Lasciamo perdere le soluzioni improbabili, anche se le cose possono sempre cambiare. L’ultimo capitolo del mio libro, ad esempio, comincia con Draghi e finisce con Casini, che secondo me è la meno improbabile delle soluzioni di riserva, perché lui è abbastanza trasversale”.
LO SPAZIO AI NO VAX IN TELEVISIONE
“Non sono per dare uno spazio eccessivo ai no vax, ne ho ospitati in studio i quali hanno confessato di aver paura. A confronto con degli scienziati, però, è stato un dibattito abbastanza pacato. Quando in passato ho ospitato un medico il quale si è permesso di dire alcune cose senza alcun fondamento scientifico, ho troncato la trasmissione: non possiamo creare confusione nella gente. Un conto è cercare di capire perché la gente ha paura e spiegarglielo, un conto è dare spazio a teorie che non hanno un minimo di fondamento e che hanno l’unico risultato di creare confusione. Il 90% delle persone che entrano in terapia intensiva è di non vaccinati, perciò bisogna proteggere anche le persone dalle false informazioni”.