Cristel Caccetta, un animo camaleontico e ribelle
Cristel, benvenuta sul ViviRoma webMagazine, ci puoi raccontare qualcosa sul tuo ruolo nel film “Vengo anch’io” in uscita il prossimo 8 marzo?
Ciao!
Dunque nel Film “Vengo anch’io” interpreto il ruolo di Lorenza. Non posso raccontare molto di lei, ma posso raccontarvi qualcosa riguardo all’approccio che ho avuto con Lorenza.
Inizialmente, durante i provini, tutti credevano fossi proprio come lei, Giuseppe Eusepi (il casting director) ne era convinto. In realtà Lorenza era per me l’occasione di trasformarmi in qualcosa che non sono mai stata: una ragazza sopraffatta dall’egocentrismo della madre, a cui è mancata una figura paterna; una ragazza molto sola e arrabbiata con la vita.
Credo che alcune adolescenti potranno ritrovare qualcosa di sé, empatizzare con lei, perché Lorenza è un piccolo antieroe che avrà però modo di riscattarsi, che imparerà dai suoi errori, e non solo dai suoi.
La tua carriera spazia tra cinema, teatro, scrittura e danza. Quali di questi aspetti ti rappresenta meglio?
Solitamente mi definisco una persona dall’animo camaleontico. Il cinema e il teatro per me sono allo stesso livello, soprattutto quando ho l’occasione di lavorare con registi eccellenti, che diventano per me delle vere guide, e con colleghi che ammiro.
La scrittura è un mezzo ed un’esigenza attraverso cui comunicare il mio messaggio, perché in un periodo come questo è fondamentale che gli artisti siano proattivi. Questo è il mio modo di fare la rivoluzione, provo a ricordare alla gente di essere empatica, compassionevole, ma anche disobbediente e ribelle, libera di esprimersi (come mi ha insegnato mio padre).
La danza in questo momento mi manca tanto. Mi piace la danza quando posso lasciarmi andare, seguire la musica, il mio spirito “tarantolato”.
In realtà nasci come ballerina. Com’è nata la passione per la recitazione?
La recitazione credo sia nata da una forma di indisciplina. Per essere dei bravi ballerini bisogna essere disciplinati. Io sono uno spirito libero, nonostante sia una vera secchiona quando si tratta di prepararmi per un provino o per un ruolo, ma quando studi una scena sei tu a poter scegliere il modo in cui il tuo personaggio muove i suoi passi.
Hai recitato nel film “La grande bellezza”. Cosa ricordi e cosa ti ha lasciato quella esperienza?
In realtà ho avuto la fortuna di ballare nel film “La grande bellezza”. Ero all’ultimo anno di scuola, studiavo a Teatro Azione, ho “marinato” la scuola per andare a fare i provini, uno l’ho fatto
con lui (Paolo Sorrentino), non potevo crederci. Mi sentivo molto emozionata, Paolo mi fece molti complimenti e mi domandò se mi piacesse la canzone di Raffaella Carrà. É stata un’esperienza
fantastica ma al tempo stesso faticosa, c’era un’energia stupenda sul set.
Qual è la difficoltà maggiore ogni volta che entri in scena?
Non la definirei una difficoltà ma una sensazione: mi viene da piangere. Spero che con l’esperienza io possa imparare a incanalare la grande emotività che mi appartiene.
Cosa sogni o speri di fare al cinema nel futuro?
Amo la gente, le storie della gente, per cui non ho una preferenza. Mi piace mettermi in gioco, e avendo un animo camaleontico, essere tante cose. Però un piccolo sogno ce l’ho: poter interpretare il ruolo di una giovane ragazza che grazie alla danza (l’hip-hop) riesce a salvarsi dalla strada. Mi rendo conto che sia un tema già affrontato,ma bisogna ricordare ai giovani che l’arte può essere la tua ancora di salvezza.
Come giudichi l’attuale cinema italiano? Cosa si dovrebbe fare, secondo te, per migliorarlo?
Io credo fortemente nella qualità della gente che lavora nel cinema italiano, ho avuto l’occasione di lavorare con professionisti, che stimo. Per migliorarci dovremmo investire nel talento, senza paura di rischiare di puntare su un nome non troppo conosciuto, o un volto non ancora famoso.
Come ti sei trovata ad interpretare Maria Callas e a calarti in un’epoca così diversa da quella attuale?
Ho interpretato diversi momenti della sua vita. In ogni scena ho provato a connettermi con quella che poteva essere la sua emozione di quel momento. Di lei ho appreso quanto fosse fragile e ambiziosa allo stesso tempo. Interpretandola ho provato a percepire il mio corpo robusto come uno scudo e il mio cuore completamente infranto, deluso.
Indossare quegli abiti e vedermi riflessa nello specchio truccata come lei, mi ha fatto sentire Lei, e non è stato difficile calarmi in un’epoca così diversa: il bustino mi costringeva a tenere la schiena dritta, e il trucco mi faceva sentire una vera Diva.
Sul set c’era un grande silenzio e rispetto, non solo verso il nostro lavoro ma, suppongo, soprattutto nei confronti di Maria Callas.
Cosa ti ispira nella stesura di un romanzo?
Un romanzo per me deve essere diretto. Deve raccontare in modo chiaro dei concetti profondi. Deve farti piangere. Deve raccontarti una storia avvincente, da cui puoi attingere dei messaggi capaci di renderti una persona diversa, magari migliore. La “Trilogia della città di k” ne è un esempio, secondo me.
Ci puoi dare qualche anticipazione sui tuoi futuri progetti?
In questo periodo sto lavorando a un progetto teatrale: una commedia che andrà in scena a fine maggio.
Inoltre con alcuni colleghi di Torino, stiamo girando un corto scritto da me, con cui parteciperemo ad un concorso sulla violenza contro le donne.
Io e il mio ragazzo stiamo lavorando da tempo alla sceneggiatura di un film, in realtà siamo alla VII stesura, è un po’ come un figlio per noi. Ogni giorno penso a come poter realizzare questo progetto, cerco di mettere un tassello in più. Abbiamo partorito una bella storia da raccontare e di ciò ne siamo consapevoli, attendiamo che sia al top e stiamo cercando i mezzi giusti.
Quanto sei social? E cosa pensi della vita virtuale?
Io mi considero una persona molto socievole, sto cercando di fondere il mio essere socievole con il mondo social, sto cercando di capire come funziona, anche perché m’intriga capire perché una cosa attira più di un’altra, chi attira e perché.
Non mi sento particolarmente pratica nella vita virtuale, in realtà l’espressione “vita virtuale” mi mette un po’ d’ansia, ma credo che sapere cosa accade dall’altra parte del mondo possa aiutarci ad empatizzare, a renderci consapevoli.
Roma: cosa ami di più della città eterna?
Roma mi ha dato la possibilità di conoscere gente di tutti i tipi, con grandi qualità, gente che ha scelto di abbandonare la propria “zona confort” per raggiungere dei sogni, grandi ambizioni. Dovrebbe essere fiera di questo, Roma, e tutelare la miriade di persone che la scelgono.
Grazie Cristel per questa intervista, come vuoi salutare i lettori del ViviRoma webMagazine?
Grazie a voi. È stato un grande piacere. Un saluto in questo periodo delicato vorrei farlo, un augurio: impariamo a sentirci figli del mondo, guardiamoci allo specchio e proviamo a rintracciare nei nostri volti i segni di quelle lontane etnie da cui probabilmente discendiamo.
Cristel Caccetta (classe 1990), studia danza classica e contemporanea sin da piccola.
In parallelo alla danza alimenta anche la passione per la scrittura. Nel 2008 pubblica il suo primo libro “Attraverso la sua anima…tremo” (Pensa editore).
A diciassette anni debutta come attrice e autrice nello spettacolo “Ma-Donne” con la regia di Ippolito Chiarello. Travolta dal teatro, arriva a Roma con una sola certezza: voler fare l’attrice. Non dimentica però la passione per la danza e comincia a studiare hip-hop con il coreografo Simone Ginanneschi, entrando a far parte della compagnia Bounce Factory.
Nel 2012 si diploma presso “Teatro Azione”, accademia di recitazione diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco. Il suo debutto al cinema avviene nel 2013 quando prende parte a “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, come membro del corpo di ballo. Nello stesso anno interpreta il ruolo di Elena, protagonista della serie-web M.E.D.S. Nel 2014 veste i panni dell’Attrice nello spettacolo teatrale “Girotondo” di Arthur Schnitzler con la regia del regista emergente Simone Giustinelli. Nella primavera del 2015 porta in scena al Teatro Arciliuto, in occasione dell’evento Live Book, un Reading estratto da “Mala Vida”, il suo secondo romanzo.
Nell’estate 2015 Marco Ponti la sceglie per interpretare il ruolo di Carmelina nel film “Io che amo solo te”, tratto dall’omonimo romanzo di Luca Bianchini. L’anno successivo è anche nel cast del film “La cena di Natale” sempre per la regia di Marco Ponti.
Per la televisione interpreta il ruolo di Maria Callas nel programma “Artists in Love”, in onda su Sky Arte, con la regia di Fabio Mollo. Nel 2016 entra nel cast di “Dignità autonome di prostituzione”, spettacolo che da anni fa il tutto esaurito nei teatri italiani, nato da un’idea di Luciano Melchionna e Betta Cianchini.
Nell’estate del 2017 Maria di Biase e Corrado Nuzzo la scelgono come co-protagonista nel loro primo progetto cinematografico “Vengo anch’io” che sarà nelle sale a partire dall’8 marzo distributo da Medusa. Attualmente è impegnata nella scrittura di due nuovi progetti.
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